Santa Maria degli Angeli – Santuario Mariano degli Obici

Descrizione

Descrizione

BREVE STORIA DEL SANTUARIO DEGLI OBICI

1489 – Daniele Obizzi, appartenente ad una ricca famiglia ferrarese, fa costruire un palazzo nei territori di sua proprietà, adiacenti a Finale Emilia, sulla riva del fiume Panaro.

1630 – Si ha documentazione dell’esistenza, accanto al palazzo, di un piccolo oratorio, intitolato a “Santa Maria degli Angeli”, arricchito da una pregevole statua in cartapesta raffigurante la Madonna col Bambino.

1786 – La proprietà della famiglia Obizzi raggiunge la sua massima espansione (2000 biolche). La tenuta nelle carte topografiche è denominata “Quiete”, nome con cui viene spesso indicato anche l’oratorio.

1800 – Inizia il declino della famiglia Obizzi, ma non dell’oratorio che rimane l’unico centro di culto per gli abitanti della località denominata Obici e dove tradizionalmente nel mese di maggio si celebra la “Festa del Mai”. Festa durante la quale viene offerto alla Madonna un cesto di fiori.

1919 – Don Mario Moretti, cappellano di Finale Emilia, insieme al parroco Mons. Vittorio Dondi, promuovono varie attività apostoliche presso l’oratorio.

1938 – Dopo varie vicissitudini, diventano proprietari di una parte del palazzo, che comprende anche l’oratorio, i fratelli Germano, Bindo e Mario Poletti. L’altra parte del palazzo viene acquistata da Armando Ferraguti.

1945 – Terminata la guerra, si riprende la celebrazione domenicale della S. Messa. Fanno servizio i Padri Bianchi del Seminario di Finale Emilia. In seguito subentreranno i sacerdoti di don Orione.

1955 – Nel palazzo suddiviso in vari appartamenti vivono 24 famiglie.

1963 – L’oratorio perde la sua funzione di luogo di culto e viene adibito a deposito per attrezzi agricoli.

1977 – 26 luglio – Un giovane di Finale Emilia, di nome Stefano, molto devoto, vedendo l’oratorio abbandonato sente il desiderio di riaprirlo al culto. Non riuscendo ad ottenere il permesso, con altri ragazzi decide di recitare regolarmente il rosario, nella piccola ex scuola elementare degli Obici, e per questo acquista una statua della Madonna, che il cappellano, don Gianni Michelini, benedice con il titolo “Regina pacis”.

1978 – 26 agosto – Viene eletto Pontefice Papa Luciani, che prende il nome di Giovanni Paolo I.

Stefano scrive una lettera al Papa chiedendo preghiere per poter esaudire il suo desiderio di riaprire l’oratorio al culto. Immediatamente arriva la risposta con l’apostolica benedizione, pochi giorni prima della sua morte, avvenuta dopo soli 33 giorni di pontificato.

1981 – maggio – Stefano continua a chiedere invano al proprietario, Mario Poletti, di consentire le celebrazioni delle funzioni religiose nell’oratorio.

1981 – 6 giugno – Don Oscar Bin e don Alberto Goldoni celebrano la S. Messa a conclusione di un “triduo”, voluto da Stefano per chiedere la grazia di riaprire al culto l’oratorio.

1981 – 24 giugno – Finalmente il proprietario dona la chiave dell’oratorio a Stefano.

1981 – 25 giungo – Nell’entusiasmo generale e con il permesso del parroco, don Ettore Rovatti, si iniziano i lavori di restauro.

1981 – 4 settembre – ore 17:30 – Stefano scavando sotto l’altare dell’oratorio, trova una cassettina di legno che appena sfiorata si sbriciola mostrando, tra fango e detriti misti ad acqua, un rotolo legato da un filo di granati. Si tratta di una tela raffigurante la Madonna seduta, con in braccio Gesù Bambino, che riceve in omaggio un cesto di fiori offertole da un angelo. Tale immagine richiama alla mente di Stefano l’antica tradizione del “Mai” e suscita il suo stupore il fatto che la stampa sia perfettamente conservata, nonostante la lunga permanenza nel fango. Tutti i testimoni, compreso il parroco, don Ettore, si meravigliano e la notizia si diffonde rapidamente.

1981 – 10 settembre – Stefano scrive una lettera al Santo Padre,Giovanni Paolo II, chiedendo di essere ricevuto per far benedire l’immagine. Il padre di Stefano leggendo la lettera si mostra scettico sulla possibilità di una risposta e provoca il figlio promettendogli ben dieci milioni di lire, nel caso in cui il Papa dovesse concedergli l’udienza.

1981 – 13 ottobre – La risposta alla richiesta di Stefano non si fa attendere, una lettera dal Vaticano è inviata alla parrocchia di Finale Emilia. Il padre di Stefano pagherà la scommessa che servirà per i primi lavori di restauro.

1982 – 25 maggio – ore 5:00 – Circa 100 pellegrini partono per Roma per incontrare il Santo Padre, e far benedire l’immagine.

1982 – 26 maggio – ore 17:00 – In piazza San Pietro, Giovanni Paolo II, giunto davanti al quadro, si ferma, bacia la tela, sentendo che il gruppo proviene da Finale Emilia, esclama: “Emilia era mia madre!”, poi benedice l’immagine e dice: “Portatela nella vostra chiesa ed ella elargirà tante grazie”.

1984 – maggio – Si celebra per la prima volta la “Giornata della vita” con l’affidamento dei bambini e delle mamme incinte alla Santa Vergine. In seguito tale festa viene inserita nel contesto dell’antica “Festa del Mai” sempre celebrata il terzo week-end di maggio, presso gli Obici.

1988 – 3 aprile (Pasqua) – Terminati i lavori di ristrutturazione dell’oratorio che riapre al culto.

1988 – 15 maggio – Per la “Festa del mai” piove tantissimo, ma Stefano e tanti fedeli pregano, il cielo improvvisamente diventa sereno e permette la celebrezione Eucaristica presieduta da Don Ettore. Da questo momento l’oratorio rimane aperto ogni giorno.

1988 – 2 ottobre – L’arcivescovo di Modena Mons. Santo Quadri benedice l’oratorio.

1991 – 2 marzo – Mirella Grossi, parrocchiana di Finale Emilia, si reca per la prima volta in pellegrinaggio a Medjugorje. Rimasta colpita dall’esperienza, ne parla con don Ettore, che le confida di esserci già stato nel 1982, e di avere immediatamente creduto alla testimonianza dei veggenti.

1992 – 29 aprile (festa di S. Caterina da Siena) – Il palazzo degli Obici è messo in vendita. Alcune persone sono interessate a trasformarlo in discoteca, ma Stefano ne parla immediatamente condon Ettore, il quale, nonostante il prezzo elevatissimo decide di acquistarlo. Grazie alle numerose offerte dei fedeli in pochi giorni viene raggiunta la cifra richiesta. Da questo giorno, don Ettore cerca una comunità di religiosi a cui affidare la custodia dell’oratorio e del palazzo attiguo. Per questo invia oltre 200 lettere.

1992 – 3 giugno – Paolo Rivaroli, professore di musica, presenta a don Ettore un frate della Comunità di San Giovanni, padre Bruno Marie. Il sacerdote francese, celebrando la S. Messa in duomo, vede l’immagine della Madonna degli Obici, momentaneamente lì, in occasione del decimo anniversario del ritrovamento. Incuriosito padre Bruno Marie chiede la storia del quadro a Stefano, che dopo la spiegazione gli propone la fondazione di un priorato agli Obici, dicendo: “La Madonna cerca dei monaci per il suo santuario”.

1992 – luglio – Antonio Pincelli e Mario Goldoni si recano a Medjugorje ed incontrano la veggente Marija Pavlovic, invitandola a venire agli Obici, visto la coincidenza di date tra la prima apparizione a Medjugorje e il dono dell’oratorio ricevuto da Stefano.

1992 – 25 settembre – Giornata di preghiera agli Obici, per la pace nella ex Jugoslavia, alla quale partecipano Alberto Bonifacio e padre Mannes, domenicano. Vengono distribuite 1200 comunioni.

1992 – 30 ottobre – Primo pellegrinaggio umanitario della caritas di Finale Emilia, a Medjugorje, in collaborazione con l’associazione ARPA. Dagli Obici partono ben 13 furgoni. Alberto Bonifacio, responsabile dell’ARPA scrive: “Tredici furgoni vengono da un’unica cittadina, Finale Emilia, dove evidentemente la Madonna, attraverso il Santuario degli Obici, sta lavorando alacremente”.

Da questo momento, quasi ogni mese ci sarà un pellegrinaggio umanitario da Finale Emilia a Medjugorje.

1993 – 20 gennaio – Incontro di preghiera nel duomo di Finale Emilia con Marija Pavlovic e padre Leonard Orec, già parroco di Medjugorje e responsabile della caritas della Bosnia Erzegovina. Vengono distribuite 1800 comunioni. Marija Pavlovic tornerà varie volte.

1993 – 27 febbraio – Visita di Padre Marie Dominique Philippe, fondatore della Comunità San Giovanni agli Obici. Arrivato in inverno, a causa della nebbia e del degrado del luogo, il padre si mostra molto contrariato. Don Ettore lo invita ad entrare nell’oratorio ed a pregare. Dopo quindici minuti di preghiera, padre Philippe si alza, parla con i presenti, ed afferma: “Questo è il nostro posto. Penso che la Madonna ci chieda di fondare qui!”.

1993 – 25 giugno – Padre Bernardo Paganelli, appartenente all’ordine dei Padri Bianchi, rientrato forzatamente dal Ruanda, residente presso il seminario di Finale Emilia, decide di fare un pellegrinaggio personale alle ore 5:30 del mattino, in occasione del terzo anniversario delle apparizioni a Medjugorje, camminando dal seminario all’oratorio degli Obici. In seguito tale iniziativa si ripeterà ogni mese divenendo la “Marcia della pace”, con la partecipazione di numerosi fedeli.

1993 – 2 agosto – Poiché l’oratorio è intitolato a “Santa Maria degli Angeli” si decide di celebrare come solennità il “Perdono di Assisi”. Da questo momento diventerà una delle feste più importanti.

1993 – 10 novembre – Padre Slavko Barbaric, francescano di Medjugorje, presiede una giornata di preghiera nel duomo di Finale Emilia e si reca in visita agli Obici.

1995 – 1 gennaio – Con decreto Arcivescovile l’oratorio di “Santa Maria degli Angeli”, viene elevato a Santuario mariano.

1995 – estate – Arrivo, a Finale Emilia, dei primi fratelli della Comunità San Giovanni: Padre Marie Jérome (Francia) priore, con lui ci sono fr Elie (Francia) e padre Carlo (Canada). Da allora vari fratelli della Comunità San Giovanni vivranno agli Obici, con numerose attività apostoliche.

2012 – 20 maggio – ore 4:03 – In occasione della “Festa del Mai”, durante l’adorazione notturna, la terra trema a causa di un forte terremoto di magnitudo 5.9, con epicentro Obici. Crolla una torre medioevale, adibita ad abitazione, adiacente il santuario ed una bambina di cinque anni rimane sepolta sotto le macerie. Viene salvata due ore dopo completamente illesa, tra lo stupore generale.

2012 – 22 maggio – Constatando i danni subiti dal convento e dal santuario, Roberto Zaccarelli, costruttore di Mirandola, si offre generosamente con la sua ditta per rafforzare e sostenere le parti più danneggiate, impedendo così che il successivo terremoto del 29 maggio provochi il crollo delle strutture. In seguito provvederà alla ristrutturazione di tutte le parti danneggiate, così da rendere possibile il rientro dei fratelli in convento e l’utilizzo del santuario per le funzioni religiose. Sarà la prima chiesa riaperta al culto in tutta la diocesi di Modena.

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