Beato Angelo da Furci

Descrizione

Descrizione
Il Beato Angelo nacque a Furci nel 1257 da Albazia e Adalipto. Non molti i dati biografici a noi arrivati, desunti più che altro dalla tradizione. Molte discordanze anche per la sua data di nascita: c’è chi parla del 1246 e chi del 1257.
Vestì l’abito agostiniano già ventenne, nella Chiesa agostiniana di Vasto, oggi San Giuseppe, la Cattedrale.
Si distinse come teologo e oratore; diede prova di grande umiltà e di devozione a Gesù Crocifisso e all’eucarestia. Ricusò i vescovadi di Melfi
e Acerra.
Morì il 6 febbraio 1327 nel convento di S. Agostino Maggiore di Napoli. Il suo culto, subito diffusosi in Furci e altrove, fu approvato dal Papa Leone XIII il 20 dicembre 1888.
Le sue ossa giunte a Furci il 13 agosto 1808 sono venerate in Furci nel santuario a lui dedicato. Il Santuario, da poco restaurato e abbellito, è un luogo di pace e di preghiera. Ogni anno tantissimi pellegrini si riversano a Furci per onorare il Beato Angelo, specie dal vicino Molise.
Le sue ossa sono custodite nell’ Urna che si trova nella chiesa nuova a Lui dedicata “Santuario Beato Angelo“.
13 Settembre
F
esta del Beato Angelo da Furci
Una festa non indifferente per i vastesi, per un legame che dura da oltre settecento anni. Infatti, proprio a Vasto il Beato Angelo è entrato in convento, si è formato spiritualmente ed è stato ordinato sacerdote. Inoltre, nella cattedrale di San Giuseppe si conserva la reliquia del braccio e poi come non ricordare la peregrinatio del 2004 con il ritorno del Beato Angelo proprio “nella sua chiesa”.
Secondo la tradizione, Angelo è nato da genitori agiati, ma sterili, i quali lo ottennero per intercessione di San Michele Arcangelo, dopo che si erano recati in pellegrinaggio presso il Santuario di Monte S. Angelo sul Gargano. Tornati a Furci, una notte apparve loro San Michele, in compagnia di Sant’Agostino, il quale disse: “Non temete, miei devoti, l’Altissimo ha esaudito le vostre preghiere; avrete un figlio che nominerete Angelo; sarà grande agli occhi di Dio, prenderà posto tra i seguaci di questo Luminare della Chiesa e diverrà gran Santo”.
Educato esemplarmente dai genitori, fu in seguito affidato a uno zio materno, abate benedettino di Cornaclano, presso Furci, con cui fece rapidi progressi sia nella scienza che nella santità. Morto lo zio, Angelo tornò nel paese natìo. Dopo la morte del padre, si recò a Vasto, dove entrò nel convento degli Agostiniani (oggi chiesa di San Giuseppe). Quando il giovane si presentò davanti al Priore chiese 
di prendere subito i voti: “Era tanto preso da fervore divino da desiderare questo al più presto”, si legge nelle memorie di P. J. Bolland riportate sull’Acta Sanctorum, tradotte dal compianto Giuseppe Pietrocola, “A questa parte del suo desiderio il Priore non acconsentì perché in contrasto con le regole del Convento e la legge e le istituzioni dei Santi Padri, e per informarsi dei costumi della sua vita. Ma quando capirono che i suoi costumi corrispondevano alle parole, con ancor maggiore devozione lo accolsero già professo. In lui il tempo del noviziato giunse a tanto compiacimento divino che tutti i frati decisero che poteva essere già annoverato fra i professi”. Compiuto un anno di noviziato, nel 1280, Angelo “fece la solenne professione con pienezza di voti e con plauso universale di quei Religiosi”. Il giovane agostiniano rimase nel convento vastese cinque anni.
Venticinquenne fu mandato a studiare alla Sorbona di Parigi, dove si trattenne per cinque anni. Tornato in Italia, insegnò in vari conventi, finché fu destinato allo studio agostiniano di Napoli, da dove non si mosse più fino alla morte.
Morì a Napoli, il 6 febbraio 1327, nel convento di S. Agostino alla Zecca dove ebbe sepoltura.

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