Beato Antonio Vici (Convento S. Francesco)

Descrizione

Descrizione
È situato poco fuori le mura della città, tra oliveti e boschi, in un luogo che domina la vallata circostante.
La tradizione vuole che il convento sia stato fondato dal poverello d’Assisi nel 1213, nel corso di una sua visita a Stroncone, nello stesso posto in cui esisteva una piccola edicola della Madonna cui il popolo era molto devoto. Altri sostengono, invece, che il convento sorse subito dopo la morte di S. Francesco. In ogni caso la sua costruzione risale al XIII secolo, come prova lo stile umile e arioso.
Il 5 giugno 1291 il pontefice Nicolò IV, con breve dato da Orvieto, concesse una indulgenza plenaria a chi visitava la chiesa e papa Pio II alloggiò nel convento intorno all’anno 1460, lasciandone traccia nei suoi scritti.
All’inizio il convento era dedicato alla Madonna Assunta e solo nel 1550 prese il nome del Santo di Assisi.
La chiesa del Monastero, anche se modificata nel corso dei secoli, è un angolo tra i più suggestivi di vita francescana e anche questa si vuole fondata nel 1213 quando il Santo era ancora in vita.
Si tratta questa di una ipotesi che trova sostegno nel quadro della Santissima Concezione nel quale Francesco appare con l’abito che indossava nei primi tempi della Regola (approvata verbalmente da Papa Innocenzo III nel 1210).
Che il monastero e la chiesa esistessero da tempo lo afferma anche il Beato Bartolomeo Pisano, il quale nel 1300 scriveva che “locus Stronconii habuit semper fratres devotos populum verbo et exemplo assidue informantes“.
Una conferma indiretta dell’esistenza di questa chiesa fin dal tempo di Francesco è data dall’indulgenza di Nicolò IV sessant’anni dopo la morte del Santo, a chi la visitava insieme al convento.
Nel XVII secolo divenne un importante centro di studi teologici, storici ed eruditi.
Fra i dotti che operarono in questo secolo si ricorda il teologo frate Costanzo Malvetani, frate Arcangelo Contessa e frate Agostino Mattielli che, con la sua “Umbria serafica” e il “Discorso sopra la terra di Stroncone“, è considerato uno dei maggiori cronisti ed eruditi umbri del Seicento.
Il fervore per gli studi spinse gli studiosi del Convento alla costituzione di una biblioteca, che si arricchì di numerosi lasciti e donazioni, così da creare una fra le più ricche raccolte francescane in Umbria.
Con le soppressioni napoleoniche e gli incameramenti post unitari la chiesa e i beni del Convento, per breve tempo, diventarono proprietà demaniale.
In seguito la proprietà passo all’Ordine dei frati Minori della Provincia serafica di San Francesco di Assisi che, ancora oggi, occupano il convento.
Il Convento custodisce al suo interno inestimabili codici miniati.
In una descrizione che abbiamo di fine XVI secolo, la chiesa presenta un’unica navata e al posto dell’attuale navata minore (quella nella cui abside si trova l’urna santuario del beato Antonio), si trovava una sola cappella esterna alla chiesa, dedicata a San Sebastiano con una statua quattrocentesca in legno (ora conservata nella cappella di Sant’Antonio di Padova). Agli inizi del XVII sec la chiesa subì forti  rimaneggiamenti: venne abbassato il pavimento, alzato il tetto, ricostruita la volta e venne aperta sulla destra una nuova navata di dimensioni minori. In questa seconda navata vennero sistemati: sulla parete laterale l’affresco venerato della Madonna con San Francesco e
la cappella del Terz’Ordine Francescano, sull’abside venne aperta la Cappella attualmente dedicata al beato Antonio Vici (all’origine dedicata a San Diego).Descrizione: L’oggetto del culto è costituito dal corpo mummificato del Beato Antonio (Stroncone 1381, Assisi 1461), custodito in un’urna di vetro.
Ubicazione originaria del Santuario: Nella cappella del beato Antonio. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Fotografie Conservazione attuale: Nella cappella del beato Antonio.
I miracoli sono raccolti nella ‘positio’ del beato conservata nell’archivio del Convento di Assisi.
Il beato Antonio Vici morì nel 1461 (7 febbraio) ad Assisi nel convento di San Damiano: l’anno successivo apparve sulla sua tomba una fiamma prodigiosa. In seguito a questo evento si decise di eseguire la ricognizione del corpo che venne trovato intatto e flessibile: le spoglie vennero allora sepolte davanti all’altare maggiore in San Damiano. Nel 1599 venne effettuata una seconda ricognizione del corpo in seguito alla quale venne collocato in un’urna con cristalli e posto sopra un altare in San Damiano. Nel 1680 venne abbellita la sua urna; il fondo della cassa su cui riposava venne donata al padre Giovanni Salvati da Stroncone (paese natale di Antonio Vici) per la chiesa di San Francesco del suddetto paese. La venerazione per il beato Antonio, iniziata subito dopo la notizia della sua morte, si era sempre mantenuta viva a Stroncone dove cresceva sempre più il desiderio di poter custodire il corpo del ‘proprio’ beato. A coronamento di tale speranza, nel 1809 (dal 24 al 27 agosto) un gruppo di venti stronconesi, guidati da padre Angelico Coletti riuscirono a riportare le spoglie del beato nel suo paese natale con un atto di forza (realizzando una spedizione ad Assisi che ha quasi il sapore di un ‘rapimento’). Con un pellegrinaggio imponente e avventuroso, il corpo del santo venne finalmente ricondotto nella chiesa di Stroncone, dove numerosissimi ex voto testimoniano come la profonda venerazione popolare non lo abbia mai abbandonato.
Il beato è più volte rappresentato mentre si cuce la pianta del piede in memoria delle mortificazioni a cui sottopose in vita il suo corpo.

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