Madonna di Monterosso

Descrizione

Descrizione

Da Terricciola percorrendo la strada che conduce a Chianni si giunge al santuario della Madonna di Monterosso, su un delizioso colle.

Sin dalla metà del ‘400 in tale luogo esisteva un oratorio in cui si venerava l’immagine di una Madonna col Bambino su tavola datata 1409, considerata opera giovanile di Masolino da Panicale.

L’attuale struttura architettonica di questo importante luogo di culto è collocata in corrispondenza o nei pressi dell’antico “Castrum Vetere”. Sembra infatti abbastanza probabile che il Santuario della Madonna di Monterosso, opera che nonostante i vari rifacimenti conserva ancora un fascino particolare ed un perfetto inserimento ambientale, possa avere origini molto antiche e sorgere nel luogo ove fu collocata l’antica chiesa di “Castelvecchio”.

Un indizio di remote origini infatti è una pietra, conservata sul lato destro della facciata ovest dell’attuale fabbricato del santuario, ben squadrata con sopra scolpita una croce di tipo longobardo, riconducibile probabilmente, sia per forma che per stile, alla croce di Aginulfo o a certe croci del medesimo periodo conservate in grande numero negli antichi territori del patriarcato di Aquileia e Cividale.

Per la devozione popolare di cui ha sempre goduto tale luogo, già nel 1576 si dovettero avviare i lavori di ripristino dei muri esterni, e, nella prima metà del 1700 invece, si dovette realizzare il bel porticato ancora esistente, poiché l’unica navata del Santuario non era capace di accogliere la numerosa popolazione, che, giungendo dalle campagne e dal vicino abitato di Terricciola, vi si riuniva ogni volta che si officiava una funzione religiosa in quella chiesa.

Di pregevolissima fattura (secondo alcuni esperti sarebbe infatti da ascriversi all’esperienza artistico-giovanile del noto Masolino da Panicale), oggetto di devozione nei tempi passati e datata 1409. I marmi che compongono l’altare in cui si incastra l’immagine della Madonna, sono opera del Solari di Carrara, mentre i restanti decorativi e quelli che rappresentano l’arme dei nobili Gherardi Del Testa sono stati realizzati, sempre nella seconda metà del ‘700, da Pietro Franzoni anch’esso di Carrara. L’interno dell’edificio è generosamente affrescato da decorazioni ottocentesche del Martelli

 

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