S. Caterina – Basilica di S. Maria sopra Minerva

Descrizione

Descrizione

La basilica di Santa Maria sopra Minerva (latino: basilica Sanctae Mariae supra Minervam) è una basilica diRoma situata nel rione Pigna, in piazza della Minerva, nelle vicinanze del Pantheon.

La basilica ospita inoltre le spoglie di Caterina da Siena, proclamata dottore della Chiesa nel 1970, e del pittore mistico Beato Angelico, proclamato «Patrono universale degli artisti» nel 1984, nonché un pregevole affresco di Melozzo da Forlì.

Fu nel convento adiacente alla chiesa che, il 22 giugno 1633, il padre dell’astronomia moderna Galileo Galilei, sospettato di eresia, abiurò le sue tesi scientifiche.

Nell’VIII secolo esisteva un oratorio dedicato alla Vergine con il toponimo di Minervum[1]. L’oratorio fu prima dato alle monache basiliane provenienti da Costantinopoli, poi, nel 1266, passò ai frati predicatori, ma il possesso definitivo della chiesa fu dato loro soltanto nel 1275[2] ed entrò a far parte di un complesso conventuale domenicano noto anche come insula sapientiae[3].

Nel 1280 fu iniziata la costruzione della grande chiesa gotica a tre navate da parte dei Domenicani, grazie ai finanziamenti donati da Bonifacio VIII e da molti fedeli. Gli architetti si ispirarono alla basilica di Santa Maria Novelladi Firenze, tuttavia semplificando molto gli elementi dell’esempio fiorentino[4]. I lavori continuarono fino al 1453, quando la navata maggiore fu coperta a volta, mentre quelle laterali lo erano fin dal Trecento. Sempre nel 1453, il conte Francesco Orsini ordinò la costruzione a spese proprie della facciata. Tuttavia essa rimase incompiuta fino al1725, quando la sua costruzione fu terminata per volere di papa Benedetto XIII. La chiesa è titolo cardinalizio dal1557. Il primo cardinale titolare fu Michele Ghislieri, che poi divenne papa con il nome di Pio V nel 1566, anno in cui elevò il suo vecchio titolo a basilica minore. Tra il 1848 e il 1855 Girolamo Bianchedi diresse importanti lavori di restauro, nel corso dei quali fu demolita la maggior parte delle aggiunte barocche, mentre le spoglie pareti furono arricchite di affreschi neogotici. Nel 1909 fu realizzato il grande organo a trasmissione pneumatica dalla ditta di Carlo Vegezzi Bossi, restaurato nel 1999.

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