Santa Maria al Paradiso

Descrizione

Descrizione
La prima pietra dei complesso conventuale e della Chiesa di S. Maria al Paradiso fu posta il 27 giugno 1590 durante l’episcopato di Gaspare Visconti, immediato successore di San Carlo Borromeo.
Il progetto si deve all’architetto Martino Bassi(1542‑1591) e di questo restano quattro disegni (Biblioteca Ambrosiana). Pur con modifiche non sostanziali, si tenne fede al suo iniziale orientamento.
Le origini del complesso monumentale sono però più antiche e gli svolgimenti successivi abbastanza articolati.

Nota storica:

L’ordine religioso dei frati Servi di Maria ebbe nel 1280 il suo primo convento a Milano fuori della Porta Orientale (Porta Venezia). Da questo si trasferirono all’interno delle mura cittadine circa dieci anni dopo e rimasero fino ai nostri giorni in S. Maria dei Servi, in Corsia dei Servi (ora Corso Vittorio Emanuele).
Verso la fine del XV secolo i Serviti avevano però promosso anche la costruzione di una nuova chiesa nel sobborgo Quadronno, dedicata a S. Maria del Paradiso. La costruzione venne iniziata il 31 marzo 1481, ma ebbe vita breve perché i lavori di ampliamento delle mura e delle fortificazioni (cerchia delle mura spagnole) ne imposero la demolizione.
I Serviti costruirono allora una piccola Chiesa, nel Borgo di Porta Vigentina con medesima denominazione, ma la soluzione definitiva per l’ordine avvenne con il trasferimento nel Convento e Basilica di S. Dionigi a Porta Orientale.
Nel frattempo i religiosi dell’Ordine Regolare dei Terziari Francescani avevano avviato progetti ed intese per un loro insediamento in Diocesi e proprio a loro fu data la possibilità di costruire nel Borgo Vigentino.
Ad un primo adattamento subentrò il progetto vero e proprio del Convento e della Chiesa, alla quale rimase il nome della piccola Chiesa servita (Santa Maria del Paradiso), demolita per far posto al complesso progettato da Martino Bassi: Santa Maria al Paradiso.
I Francescani rimasero quivi fino al 1782, quando per decreto imperiale austriaco dovettero essere chiusi sei monasteri maschili.
Per non lasciare la zona priva di Chiesa, i Frati Serviti furono autorizzati a ritornare al Vigentino, in concomitanza con la demolizione di quella loro Abbazia per l’ampliamento dei Giardini Pubblici. I Serviti portarono con loro opere d’arte, ricordi, reliquie. Tra queste ricordiamo la festa del “tredesin de marz” e il Crocefisso di Ariberto, che nel 1872 venne collocato in Duomo, sulla tomba dell’Arcivescovo Ariberto da Intimiano fondatore dell’Abbazia di S. Dionigi e ora collocato nel Museo del Duomo.
Durante la dominazione napoleonica i Serviti furono costretti ad abbandonare la sede di Porta Vigentina e a riunificarsi con i Fratelli di Santa Maria dei Servi.
La Chiesa di S. Maria al Paradiso diventò sussidiaria della Parrocchia di S. Calimero e gran parte del terreno divenne proprietà privata, poi ceduta, con più della metà dei chiostro, al Pio Istituto dei Rachitici divenuto ora Istituto Gaetano Pini.
Per questi avvenimenti S. Maria al Paradiso ebbe a subire varie trasformazioni, fortunatamente non tali da danneggiarla seriamente. Elevata a Sede Parrocchiale nel 1970, s’iniziò il suo ripristino nel rispetto della tradizione e delle opere d’arte in essa custodite. I restauri del 1982 e hanno portato al recupero di decorazioni ed affreschi secenteschi, al restauro dei dipinti, al consolidamento e rivalorizzazione dei locali rimasti dell’ex – convento, del campanile, della facciata.

Breve descrizione della Chiesa.

L’architettura nel suo complesso attuale è sostanzialmente quella edificata a cura dei Francescani, su progetto dì Martino Bassi nel 1590. La Facciata fu ridisegnata nel 1896 da Ernesto Pirovano, autore anche dei due rilievi (Nozze della Vergine e Natività) sopra i portali laterali.
L’interno è a navata unica di ordine ionico con otto cappelle laterali intercomunicanti. Sulla volta a botte della navata vi è un affresco raffigurante l’Assunta originariamente dipinto da Andrea Pellegrini, rifatto da Ferdinando Porta nel 1737.
Nel pavimento a metà navata è collocata una pietra rotonda forata, quivi portata dai Padri Serviti e proveniente da S. Dionigi. La tradizione vuole che sia servita da basamento per la croce di S. Barnaba, alle origini della predicazione cristiana in Milano.
Sulla controfacciata troviamo due tele raffiguranti la Nascita e la Presentazione di Maria al Tempio di Giuseppe Leva (attivo a Milano alla metà del XVII secolo). In mezzo ad esse la cosiddettaEstasi di S. Teresa attribuita ad Andrea Lanzani (1650 ‑ 1712).
Prima cappella a destra: all’Altare: S. Isidoro confessore, di Girolamo Chignoli (Milano, sec. XVII), sulla parete sinistra: Predicazione di San Barnaba a Milano, anonimo, sec X VII.
Seconda cappella a destra: all’Altare S. Bonaventura di Girolamo Chignoli.
Terza cappella a destra, ricostruita nel 1733 – 37, all’Altare: Crocifisso ligneo quattrocentesco.
Quarta cappella a destra: all’Altare Educazione della Madonna, di Francesco Fabbrica (da Milano, att. sec. XVII).
Nel presbiterio: Altare maggiore neoclassico in marmo bianco con statua lignea dell’Addolorata, Coro ligneo datato 1590 – 1600. Alle pareti: da destra: Sacra Conversazione di scuola bolognese del sec. XVII; Natività di Camillo Procaccini (1551 – 1629), Angelo Custode, di Carlo Cane (1618 – 1688).
Prima cappella a sinistra: Fonte battesimale secentesco proveniente da San Calimero, all’Altare: S. Carlo comunica gli appestati attribuito ad Andrea Porta (1656 – 1723); alle pareti due tele: a destraS. Carlo vende il principato di Oria e distribuisce il ricavato ai poveri, a sinistra Papa Pio IV consegna a S. Carlo la bolla di nomina ad Arcivescovo. Recentemente sono stati rinvenuti affreschicon decorazioni e simboli della gloria di S. Carlo e suoi miracoli.
Seconda cappella a sinistra: all’Altare: S. Agata, S. Fermo, S. Carlo attribuito al Duchino (primo decennio del sec. XVII)
Terza cappella a sinistra: all’Altare: Annunciazione (scuola di Girolamo Chignoli) ‑ affreschi relativi alla Vita della Vergine e all’Infanzia di Gesù attribuiti alla scuola di Andrea Pellegrini (Milano, fine sec. XVI).
Quarta cappella a sinistra: ora passaggio verso il cortile tela sopra la porta: Crocifissione di anonimo lombardo della cerchia del Magatti (1687 – 1768) affreschi decorativi del sec. XVII.
Nella sagrestia sono conservati pregevoli tele del ‘600 e arredi sacri.

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