Santa Maria della Vittoria (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione
Breve storia del Santuario di Santa Maria del Rosario in S. Maria della Vittoria.
Il 1917 fu un anno terribile per l’Italia, ma soprattutto per la marca trevigiana. I soldati italiani a Caporetto furono battuti dall’impero Austro-Ungarico e si rivelarono incapaci di frenarne l’avanzata.
In quei giorni il vescovo di Treviso mons. Andrea Giacinto Longhin (proclamato beato da Giovanni Paolo II il 20 ottobre 2002), intravedendo il grave pericolo che incombeva su tutta la pianura veneta, promise che se la Madonna avesse risparmiato la sua diocesi e l’Italia, arrestando i nemici all’aldilà del Piave, avrebbe eretto sulla cima del Montello una chiesa dedicata alla Vergine. Fu proprio su questo colle che si combatterono le battaglie decisive, da quella del solstizio (17-22 giugno del 1918) a quella della riscossa (fine ottobre 1918).
Per il supremo valore dei soldati italiani, animati da grande fede e con l’aiuto di Colei che invochiamo S. Maria della Vittoria , gli invasori furono dapprima fermati all’aldilà del Piave, e poi fatti arretrare fino a Vittorio Veneto e sconfitti: l’Italia fu salvata. Terminata la guerra, il vescovo, constatato il palese l’intervento di Maria, cominciò a studiare come attuare ciò che desiderava nel suo cuore: “Erigere sulla cima del Montello una chiesa dedicata alla Madonna”.
Lui stesso benedì la posa della prima pietra e prima di morire ebbe la gioia di sapere che il suo desiderio era compiuto.
Nell’autunno del 1923 le autorità diocesane salirono sul Montello e scelsero per la costruzione della chiesa il Collesel della Val dell’acqua, la cima più alta. Tagliati gli alberi si spianò il terreno. Si portò sul luogo una vecchia e rustica baracca, residuato bellico; all’interno si costruì con sassi e pietre un altare sul quale fu posto un Crocefisso e quattro vecchi candelieri.
Il vescovo mandò un suo quadro in tela raffigurante la Madonna del Rosario. Sopra due pali in legno si posero due campane. La baracca venne benedetta e dedicata alla Madonna del Rosario, con il titolo di Santa Maria della Vittoria. Il vescovo stesso volle che il paese si chiamasse S. Maria della Vittoria (e non Martignago Alto come suggerivano altri).
Nell’ottobre 1923 si celebrò la prima Messa. Per il servizio religioso alla domenica e nelle festa di precetto veniva un cappellano. Nel 1925 si costruì una bella casa canonica per il futuro parroco. Il vescovo, giunto in visita pastorale a Volpago, salì sul Montello a vedere la località con la baracca. Nel 1926 la località di S. Maria fu canonicamente eretta in curazia indipendente. Nel 1929 generose offerte permisero l’erezione di una nuova decorosa sala-cappella.
Siccome la sala-cappella non era sufficiente per la popolazione, il parroco pensò di erigere una vera e propria chiesa dedicandola alla Vergine del Rosario in S. Maria della Vittoria. Tale intento trovò incoraggiamento da parte del vescovo, al quale stava a cuore l’adempimento della promessa fatta durante l’ultimo conflitto.
Ma i mezzi e le risorse? “Abbiamo bisogno assoluto della nuova chiesa, vi propongo perciò di fare un appello pressante alla Madonna: venite tutti alla novena dell’Immacolata dal 29 novembre al 7 dicembre (1934). Venite ogni mattina portando anche i bambini, venite tutti e speriamo che la Madonna si commuova e ci aiuti” Con questa fede e con queste parole Don Angelo Fraccaro, primo parroco della neonata curazia, invitò i fedeli alla preghiera.
Il miracolo avvenne presto. Dal 12 al 22 maggio 1935 si gettarono le fondamenta per la nuova chiesa. Più di 80 uomini e giovani lavorarono con amore per diversi mesi.
Domenica 26 maggio ci fu la posa della prima pietra. La cerimonia riuscì solennissima con la presenza del vescovo Longhin, che benedisse la prima pietra, del vicario generale, del prefetto di Treviso e dei tre sindaci di Volpago, Montebelluna e Crocetta del Montello assieme ad altre autorità civili e militari. La sera del 25 settembre 1935 la chiesa era già al coperto. “Non ci fu nessuna disgrazia e andò tutto nel migliore dei modi, perché la Madonna voleva la sua chiesa”.
Avvicinato in quei giorni dal parroco Angelo Fraccaro, il vescovo Longhin, felice perché la promessa era compiuta, esclamò: “ora posso morire contento!”. Dopo pochi giorni si ammalò e rimase infermo. Morì il 26 giugno 1936.
Il 7 ottobre 1935, festa del Rosario, di buon mattino il parroco, circondato da quasi tutta la popolazione, con solenne processione portò la statua dell’Immacolata nella nuova chiesa, impartì la benedizione e quindi celebrò la prima Messa cantata. La statua fu poi riportata nella sala-chiesa.
L’ 8 giugno fu portata in chiesa l’immagine della Madonna del Rosario di Pompei, titolare della chiesa, che venne collocata sull’altare maggiore nell’apposito trono.
La benedizione e la solenne inaugurazione della nuova chiesa e dell’immagine della Vergine ebbe luogo il 14 giugno 1936, tra grande folla e alla presenza di autorità religiose, civili e militari.
Nell’agosto del 1937 si iniziò la costruzione del campanile, su disegno dell’architetto Fausto Scudo, tutto in roccia e cemento, terminato in un solo mese e mezzo. Dalle fondamenta partono quattro colonne in cemento armato, che arrivano alla sommità del campanile.
Il 27 ottobre sopra di esso fu collocata una croce in ferro alta sette metri e le campane della ditta Morellato di Falzè di Trevignano.
Domenica 7 novembre 1937 si festeggiò la gioiosa giornata dell’inaugurazione di tutta l’opera, annunciata da cinque giorni consecutivi in cui le campane suonarono a festa. Nel pomeriggio, sul piazzale di fronte alla chiesa erano presenti le maggiori autorità religiose, civili e militari: il vescovo Antonio Mantiero, il vicario generale, il prefetto di Treviso con i sindaci dei comuni di Volpago, Montebelluna e Crocetta del Montello, il Gen. Giuseppe Vaccari, alcune autorità civili, politiche e militari, tutti i combattenti del Veneto e una moltitudine di fedeli. Oratore ufficiale fu Mons. Costante Chimenton, che consegnò la nuova chiesa nelle mani del nuovo vescovo. Inoltre parlarono il vescovo, il Gen. Vaccari e il prefetto. La cerimonia terminò in chiesa con il canto del Te Deum e inni alla Vergine.
Il 12 agosto 1939 il vescovo Mantiero consacrò la chiesa, che nel 1940 da curazia indipendente venne elevata a parrocchia.
I primi anni del secondo conflitto mondiale furono abbastanza sereni fino al 25 luglio e all’ 8 settembre, quando cominciarono i guai della guerra.
In una domenica di fine settembre il parroco, con il consenso di tutta la comunità parrocchiale, davanti al Santissimo esposto fece voto di incoronare l’immagine della Vergine del Rosario e di erigere un monumento a S. Giuseppe se la parrocchia fosse stata preservata dagli orrori della Seconda guerra mondiale.
Così fu, e a guerra conclusa furono proclamati tre giorni di festeggiamenti, il 3,4 e 5 maggio 1946. La popolazione venne preparata spiritualmente al grande avvenimento: testimonianze dell’epoca raccontano che la chiesa venne addobbata in modo stupendo. Le campane suonarono a festa cinque volte al giorno per otto giorni consecutivi. Venerdì 3 maggio celebrò la Messa prelatizia Mons. Chimenton e alle ore 10 il solenne pontificale fu celebrato dall’abate di Castelfranco Veneto Mons. Mattarucco.
Sabato 4 maggio arrivarono circa tremila ragazze dell’A.C. da tutta la diocesi. Fu celebrata la Messa da Mons. Chimenton e nel pomeriggio, dopo i vespri si snodò la processione con l’immagine della Madonna della Vittoria. Era la prima volta che l’immagine usciva dalla chiesa. La processione fu un vero spettacolo al quale parteciparono molte persone, animata dai canti a più voci.
Domenica 5 maggio 1946 fu il giorno radioso dell’incoronazione della Vergine. Al mattino arrivarono circa tremila giovani dell’A.C. della diocesi provenienti da vari paesi, cantando inni alla Vergine. Verso le 10 arrivò Mons. Mantiero vescovo di Treviso assieme ad altri monsignori. Partì quindi dalla canonica il corteo che accompagnava il vescovo al palco preparato per la S. Messa e per il solennissimo e commovente rito dell’incoronazione della Vergine del Rosario e del Bambin Gesù.
Terminato il canto del Gloria il vescovo benedì le corone d’oro, poi, accompagnato da un surreale silenzio in tutto il piazzale, pose la prima corona sul capo del Bambin Gesù e la seconda sul capo della Vergine. Improvvisamente la moltitudine di gente, oltre 10 mila persone, esplosero nel grido “Viva Maria”, seguito da un applauso interminabile.
Nell’importante discorso il vescovo Mantiero rivolgendo accalorate parole alla folla, esortò tutti a ravvivare la fede in Dio tramite filiale devozione alla Vergine, Regina del Rosario e della Vittoria, affinché un nuovo periodo di pace e serenità scendesse su tutta l’umanità. Tra le altre cose il vescovo disse: “ E’ cosa unica al mondo che un’ immagine venga incoronata dopo soli 10 anni, ma sono così numerosi i miracoli e le grazie che dispensò, specie durante la guerra, che mi spinsero a questo atto solenne”.
Nel pomeriggio vennero celebrati i vesperi, con un altro discorso del vescovo susseguito dalla processione con l’immagine della Madonna incoronata. In questo giorno si compì il voto emesso prima della guerra e questo resta tutt’oggi l’avvenimento più grande della cima del Montello.
Nei mesi successivi la parrocchia volle adempiere anche al voto fatto a San Giuseppe: si ordinò la statua in marmo di Carrara che fu terminata nell’autunno del 1947 e provvisoriamente fu collocata nel retro del coro in chiesa.
Nella primavera successiva furono proclamati 8 giorni di festa, iniziando la preparazione spirituale per tutti i fedeli. Domenica 4 aprile celebrò la S. Messa il vescovo Mantiero con la processione con la statua di San Giuseppe. Giunti davanti al luogo dedicato, il vescovo benedisse solennemente la statua e il monumento.
Con decreto vescovile del 7 ottobre 1949 la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Vittoria sul Montello fu canonicamente elevata alla dignità di santuario mariano.
La chiesa che ha meritato questo onore, è meta di continui pellegrinaggi, provenienti anche da parrocchie fuori diocesi. La devozione alla Vergine della Vittoria crebbe sempre più , specie dopo i solenni riti dell’incoronazione.
Nell’anno 2000 il Santuario fu elevato a chiesa giubilare dal vescovo di Treviso Paolo Magnani. In quell’anno fu metà di molti pellegrinaggi da parte di migliaia di fedeli da ogni dove.
La chiesa-santuario mariano, di stile novecentesco, fu eretta su disegno dell’architetto Fausto Scudo; la pala della Madonna del Rosario in tela fu eseguita dal prof. Borsato di Treviso.
Questi sono estratti ricavati dalla “Breve storia” a cura di P. Pietro Marcello Candeo, O.F.M. (1999).
Da alcuni anni invece , sentivamo la necessità di mettere su carta i ricordi e le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona , la nascita e la crescita di questa parrocchia e del suo santuario.
Per tutti i giorni della scorsa sagra paesana (2012) dedicata a S. Maria del Rosario è stata allestita una mostra pittorico – fotografica a cura di Giancarlo Poloni inerente la storia della costruzione della chiesa, dove già traspariva la grande fede dei nostri avi. Numerose persone hanno visitato la mostra e si sono anche commosse .
E’ incredibile come, pur non essendosi verificate apparizioni miracolose, con la grande fede degli abitanti sia stato possibile costruire questo santuario. Un popolo che si sentiva solo e isolato, diviso tra più comuni e quindi bisognoso di sentirsi parte di una comunità.
Se pensiamo che mancavano strade, luce e acqua, capiamo che quello di cui noi godiamo è frutto di grandi sacrifici dei nostri nonni e bisnonni.
Ecco che allora è stato contattato il prof. Giuseppe Pagotto, storico, che già aveva pubblicato altri lavori riguardo l’area del Montello. Il risultato, dopo due anni di lavoro tra archivi e biblioteche, è un magnifico libro, dal titolo “Santa Maria della Vittoria. Storia di una comunità e di un santuario”, di 352 pagine, editrice San Liberale, Treviso.
Nell’opera sono riportate inoltre diverse testimonianze di grazie ricevute e le biografie dei parroci che hanno accompagnato la comunità a crescere nella fede , nella devozione mariana e nella cura del Santuario fino ai giorni nostri.
Se qualcuno è interessato, alcune copie del libro sono disponibile in canonica.
A noi resta una magnifica realtà da custodire , sostenere e promuovere. Resta il credere che la fede smuove le montagne , che la preghiera è il canale prediletto di Dio e la Madonna madre di Gesù Cristo nostro Signore, ci ascolta e ci protegge con il suo manto.

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