Santa Maria delle Grazie

Descrizione

Descrizione

La chiesa di Santa Maria delle Grazie è il santuario mariano della diocesi nato dal fatto prodigioso della guarigione di un fanciullo paralitico, avvenuta il 25 marzo 1609, giorno dell’Annunciazione. Va ricordato che, a differenza delle altre chiese, un santuario sorge in un luogo scelto non dagli uomini, ma dal cielo.
Non molti lo conoscono come santuario: il periodo carmelitano portò la chiesa ad essere identificata come Santa Teresa, in onore della fondatrice dei Carmelitani Scalzi.

A fine Ottocento il vescovo Riboldi chiamava qui i Salesiani per fondare un Oratorio stile Don Bosco, il grande devoto di Maria Ausiliatrice.

La speranza è che il santuario venga sempre più conosciuto e recuperato anche a livello diocesano, con incontri di preghiera, magari proprio nel mese di maggio, tradizionalmente mariano.

E’ uno dei più suggestivi templi pavesi, situato fuori dal centro storico, lungo viale Cremona, antico tratto della Via Francigena; era un tempo affiancato dal suo convento, costituito da un grande chiostro quadrato su due piani, realizzato nel 1627 su un terreno di 60 pertiche. Si trattava di un vero e proprio santuario venerato dai fedeli e sovvenzionato da molti cittadini pavesi.

Del complesso religioso si sono conservati la chiesa ed il campanile. L’interno è ricco di colonne e stucchi e decorato da affreschi di epoca seicentesca. Esternamente la facciata si presenta incompiuta perché la muratura in mattoni è priva del rivestimento. E’ mossa da lesene di ordine gigante e da arcate cieche e nicchie. Orizzontalmente è divisa da un’alta fascia marcapiano ornata da triglifi in marmo.

L’impianto planimetrico ricorda quello della chiesa del Gesù del Vignola con impianto ad aula unica con 34 colonne in granito legate da una ricca fascia a stucchi, che reggono una copertura a volte a botte unghiate. Lungo la navata si aprono due cappelle per parte, collegate tra loro e adorne di stucchi e altari barocchi. Il coro è curvilineo.

Lo stile barocco della chiesa risulta particolarmente sovrabbondante di decori.

La navata e il presbiterio sono decorati con affreschi dei fratelli Giovanni Mauro e Giovanni Battista della Rovere, detti Fiammenghini (1629-36), raffiguranti i Profeti recanti motti allusivi alle glorie di Maria Vergine ed episodi della vita della Vergine, risalenti al 1636.

Il grande affresco sull’arco dell’altar maggiore raffigura l’Assunzione di Maria Vergine ed è realizzato dal Montalto nel 1641.

Notizie storiche

Il santuario di S. Maria delle Grazie fu edificato per volere del Vescovo Giovan Battista Biglia con le offerte dei cittadini sul luogo (fondo dei fratelli Bubbini) di un’edicola con una Vergine in trono con Bambino, affresco votivo miracoloso del 1578, a seguito della guarigione di un paralitico. La fama di questa immagine miracolosa si diffuse, cominciarono ad accorrere numerosi fedeli, tanto che il Vescovo decise di costruire un santuario al posto della cappelletta.

La posa della prima pietra avvenne il 5 agosto 1609. Il progetto originale della chiesa, steso da un “virtuoso Architetto da Candia o sia da Gandia” fu, secondo fonti settecentesche, riformato dal pittore e architetto pavese Giovanni Battista Tassinari. Per Bartoli il primo progetto della chiesa è di Pellegrino Pellegrini. Per Zatti l’architetto “virtuoso da Candia o sia da Gandia” è presumibilmente da identificare con Pietro de Marchi da Mandria, documentato a Pavia nel 1581 o con Bernardino de Marchi, della stessa famiglia è anche Marcantonio che nel 1611 fa domanda per essere ammesso alla carica di ingegnere.

La chiesa fu concessa dal Vescovo Biglia in uso perpetuo ai Padri Carmelitani Scalzi o Teresiani che vi erano entrati nel 1621 e fu affiancata da un convento, consistente in un grande chiostro quadrato su due piani, edificato nel 1627 su un terreno di 60 pertiche acquistato nel 1621 dai Carmelitani stessi. Questa comunità religiosa officiò la chiesa dal 1621 al 1799 ed ottenne anche il privilegio di spostare una strada pubblica che ne intralciava la costruzione. Era un vero e proprio Santuario venerato dai fedeli e sovvenzionato da molti cittadini pavesi, rimasto incompiuto nella facciata e nell’annesso porticato che con intento funzionale e ornamentale, doveva unire il santuario alla città favorendo il cammino dei viandanti. Il 20 maggio 1627 l’affresco miracoloso raffigurante la Vergine col Bambino (dipinto nel 1578 su di un muricciolo davanti al quale nel 1609 uno storpio fu guarito), fu trasferito dalla seconda cappella a sinistra all’altare maggiore. A sua volta l’altare maggiore disegnato nel 1743 da Gio. Antonio Veneroni e scolpito dal marmorino Giuseppe Ferrari fu spostato nell’ottocento nella chiesa di Villaregia.

Nel 1748 il campanile fu ultimato, adeguando il primitivo disegno alle esigenze esposte dall’ingegnere militare Michelangelo de Blasco in quanto disturbava le fortificazioni vicine. Secondo Maiocchi il Veneroni avrebbe progettato nel 1748 anche il campanile (notizia non documentata).

Soppresso l’Ordine Carmelitano nel 1799, la chiesa fu profanata e quindi ridotta a polveriera, a stalla e a deposito di salnitro, mentre il convento e il terreno annesso fu venduto ed il fabbricato demolito. Nel 1824 fu acquistata dal Vescovo Mons. Luigi Tosi che, volendo riaprirla al culto, la fece restaurare (come ricorda un’iscrizione posta all’interno della chiesa), sia per evitare che fosse definitivamente abbattuta, sia per essere utilizzata come chiesa propria del Cimitero monumentale di S. Giovannino, allora privo di una Cappella.

Nel 1886-1890 Mons. Riboldi fece eseguire lavori contro le infiltrazioni d’acqua che minacciavano la stabilità e fece costruire il nuovo pavimento e due altari, rispettivamente quello della Beata Vergine e quello di S. Teresa.

dal sito internet “Regione Lombardia, Lombardia beni culturali”

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    Lombardia
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