San Giuseppe (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione

Il Santuario di San Giuseppe

In Italia, fra i più importanti Santuari edificati in onore di San Giuseppe, senza ombra di dubbio si evidenzia quello di San Giuseppe Vesuviano.
Quali sono le origini di questo Santuario e come nasce la sua consacrazione a San Giuseppe?

Le sue origini risalgono al 1622, anno nel quale viene donato il terreno per l’edificazione di una piccola chiesa, situata nella piazza centrale, intitolata a san Giuseppe, che conferisce di fatto il nome alla località .

Con atto del notaio Altomando di Ottajano, il 4 Settembre del 1622 un cittadino del luogo, Scipione Boccia, molto devoto del santo, fece dono di un appezzamento di terra all’Università di Ottajano per edificavi una chiesa da intitolarsi appunto a San Giuseppe.

Nel 1683 viene convertita in parrocchia e durante il corso del settecento si pensò ad edificare una chiesa più grande per far fronte all’aumento demografico della città.
Fu solo all’inizio del Novecento che si pensò ad un monumentale Santuario da consacrare al Santo Patrono sull’esempio di quello di Pompei.

Il progetto del Santuario di San Giuseppe fu realizzato dall’ing. Francesco Foschini ed è di impianto classico-basilicale, a croce latina e tre navate. Sorprendente è l’imponente facciata e la cupola ardita, mentre all’interno altrettanta maestosità è resa dalle fila di colonne dal prezioso altare maggiore, le vetrate ed i dipinti.

Ma vediamo nel dettaglio i principali elementi ed opere che si possono attualmente ammirare all’ interno ed all’esterno di questo suggestivo Santuario.

La facciata

La bianca e monumentale facciata, realizzata nel 1926 dall’architetto Guglielmo Raimondi, dallo stile neoclassico, è un vero e proprio gioiello. Si resta affascinati dalla sua eleganza che si slancia fino a oltre 30 mt. d’altezza, punto in cui culmina con la statua di San Giuseppe che reca tra le braccia il bambino Gesù.
Sui lati troviamo le statue dei santi Gioacchino ed Anna,  S. Bernardino da Siena e S. Teresa d’Avila. Sono installate inoltre le statue dei santi vescovi della Chiesa campana: a sinistra S. Gennaro (patrono di Napoli, nell’atto di difendere dalle eruzioni del Vesuvio) e a destra S. Paolino di Nola, con mano benedicente. Molto suggestivo è inoltre l’alto rilievo raffigurante la fuga in Egitto, situato nel grande timpano sotto il cornicione: San Giuseppe e I’angelo proteggono Maria e Gesù in cammino verso l’esilio.
Ancora, tra colossali colonne di granitiche, si possono ammirare gli Arcangeli: a sinistra, nella nicchia, San Michele che sconfigge il serpente simbolo del demonio, a destra, San Gabriele mentre annuncia la futura nascita del Salvatore. Nella parte centrale, precisamente sotto I’arco trionfale, è possibile ammirare  il gruppo marmoreo delle nozze tra Giuseppe e Maria, ispirato a Raffaello e di chiaro influsso rinascimentale.

L’ interno

Come già ricordato, è a croce latina a tre navate e si estende su di un’ area di 1500 mq. Innalzate nel 1905, troviamo 14  monolitiche colonne in granito di Baveno, sormontate da capitelli in stile corinzio che suddividono tre navate con ampi archi. La volta è a botte e presenta delle vele che originano dalle ampie e luminose finestre situate sul cornicione. Sulle navate laterali, inoltre, troviamo una serie di otto graziose cupolette. All’interno del Santuario di San Giuseppe è possibile ammirare delle bellissime decorazioni a stucco, opere di Gaetano Cappa (1929).

Al centro, con i suoi 50 mt d’altezza, svetta la cupola, col tamburo di 10 mt di diametro, sulle cui vele sono raffigurati i quattro evangelisti con i simboli tradizionali: Marco e il leone, Matteo e l’angelo, Giovanni e l’aquila e Luca e il toro.
Posta nel finestrone della facciata interna è visibile una vetrata moderna policroma, raffigurante San Giuseppe intento a scendere dal cielo nel suo santuario portando Gesù. Nei pressi dell’entrata principale troviamo il coro con l’organo polifonico a duemila canne.

L’ altare

Si tratta di un capolavoro ideato dall’arch. Mariano Iervolino consacrato nel l955. Arricchito da una sorprendente varietà di preziosi marmi, l’altare maggiore con il Trono di San Giuseppe si erge nel presbiterio davanti ad una graziosa balaustra marmorea.
L’altare è sormontato da un baldacchino sorretto da quattro colonne che accoglie la statua di San Giuseppe, preceduta da due angioletti che porgono frutta e fiori.

Questa stupenda statua lignea, ultimata nel 1894, è opera dello scultore napoletano Raffaele Della Campa: la sua espressività colpisce molto, il Patrono è presentato incamminandosi e sembra venire incontro al suo popolo, tenendo tra le sue braccia in Gesù.

L’ altare, dove viene celebra I’Eucarestia, è impreziosito da splendidi mosaici in oro e smalto che raffigurano decorazioni ornamentali, colombe, putti, e cervi

L’ abside

Posta sulla parete di fondo si può da ammirare una tela di valore del pittore napoletano Angelo Mozzillo realizzata nel 1784. Raffigura la gloria di San Giuseppe mentre viene incoronato in paradiso. Molto decorata è la volta, con al centro il simbolo dello spirito santo, la colomba e tanti voli di angeli festanti e musicanti, dipinti presenti nelle vele .
Nei medaglioni dell’abside sono raffigurati i simboli delle tre virtù teologali: la fede (il velo da cui si intravede il mistero della croce e dell’eucarestia),  la carità (la tenerezza della madre, la sollecitudine verso i piccoli),  e la speranza (con l’ancora la fiducia di arrivare salvi al sospirati porto). Intorno al Trono, in evidente rilievo dalle nicchie, si notano le figure dell’antico Giuseppe (anticipatore del ruolo dello sposo di Maria), di re Davide (alla cui discendenza e pertanto a San Giuseppe è promesso il Messia), del papa Pio IX, che ha proclamato San Giuseppe patrono di tutta la Chiesa e di san Giovanni XXIII, molto devoto al santo.

Il Fondatore del Santuario

Don Giuseppe Ambrosio, fondatore del santuario, è da annoverare nella storia tra i più insigni apostoli di San Giuseppe. Chiaramente della devozione verso il santo, che è il Patrono universale della Chiesa, ma anche di quel paese che ai piedi del Vesuvio ne porta il nome dal Seicento, in particolare di quel santuario ivi innalzato grazie alla sua tenace dedizione per oltre cinquant’anni.

Nasce il 24 Marzo 1871 e muore il 16 gennaio 1957. Le tappe della sua vita, dopo la consacrazione sacerdotale nel 1895 a Nola e l’assunzione della direzione dei lavori per la chiesa di San Giuseppe nel 1899, vengono scandite dalle successive inaugurazioni: le colonne (1905), la cupola (1908), la facciata (1926), l’interno (1935), l’organo (1948), l’altare maggiore (1955). Azione che si estende pure alla realizzazione di un centro per i minori nel 1909 ed uno per gli anziani nel 1935, nonché della “casa del pellegrino” nel 1937. Fonda il periodico “La voce di san Giuseppe” per la diffusione del culto verso lo Sposo di Maria (1902). Innumerevoli i suoi viaggi, specialmente per la Campania e la Puglia, in tutte le regioni d’Italia e all’estero, nell’America del nord (1929) e del sud (1934).

La sua missione è coinvolgere i benefattori nella costruzione del santuario, che deve essere “monumentale”, degno del Custode del Redentore, sulla scia di quello elevato alla sua Sposa nella vicina Pompei. Indubbiamente però il suo compito più profondo è quello di trasmettere l’amore per san Giuseppe, la fiducia agli ammalati, il conforto ai tribolati, la fede ai lontani. Non si contano le grazie e le guarigioni ottenute tramite il suo intervento nel nome del Patrono. Cresce dunque attorno a lui una “famiglia spirituale”, una vasta cerchia di amici, devoti e ammiratori. Conta sulla fede, sull’aiuto di tanti piccoli offerenti, sull’appoggio della povera gente e degli emigrati; tra i suoi grandi sostenitori si segnalano san Pio X e Bartolo Longo.

 

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