Santuario del S. Corporale (Duomo di Orvieto)

Descrizione

Descrizione
Il Santuario del Sacro Corporale, posto nel Duomo di Orvieto, è legato al miracolo di Bolsena. Nel 1263, un sacerdote boemo, Pietro da Praga, che nutriva dubbi sulla verità della transustanziazione, mentre celebrava la Messa presso la tomba di S. Cristina in Bolsena, vide delle gocce di sangue stillare dall’ostia consacrata, che si posarono sul corporale e sul pavimento. Corse dal Papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, il quale, verificato il prodigio, l’anno seguente istituì la festa del Corpus Domini. A Orvieto, per celebrare il prodigio, fu innalzato un tempio, sul luogo più elevato della città (1290), al quale si aggiunse la cappella del Corporale (1350) e la cappella Nuova (1408).
Il Duomo fu iniziato nel 1290 in forme tardo romaniche su disegno di Arnolfo di Cambio e proseguito dopo il 1300 in forme gotiche da Lorenzo Maitani, a cui successero tra gli altri Andrea e Nino Pisano, Andrea Orcagna (autore del rosone), Antonio Federighi nel primo Rinascimento, Antonio da Sangallo il Giovane, Michele Sammicheli e Giuseppe Valadier (1797-1806). La facciata, terminata nel ‘600, forma un monumentale trittico gotico ogivale, ornato di preziosi mosaici (rifatti nel ‘600-’700), che rivestono tutta la facciata, e di sculture, I quattro grandi pilastri sono rivestiti di tavole marmoree con bassorilievi del Maitani con la collaborazione di scultori senesi e pisani, e rappresentano scene del Vecchio e Nuovo Testamento e del Giudizio universale. Tra i pilastri di base si aprono tre portali, con imposte di bronzo; in quello centrale sono raffigurate le Opere di misericordia, rilievo di Emilio Greco (1964-70). Sulla lunetta Madonna con Bambino di Andrea Pisano. Nella parte superiore un magnifico rosone, inscritto in un quadrato, ornato di statue, e una decorazione musiva che occupa tutta la facciata. L’interno è a tre navate, con archi a tutto sesto, divise da colonne con ricchi capitelli, in stile romanico, mentre il transetto e il presbiterio sono in forme gotiche. Tutta la Chiesa è rivestita di preziosi affreschi.
Nella navata destra si apre la cappella Nuova o cappella di S. Brizio, vero capolavoro dell’arte italiana affrescata in parte dal Beato Angelico e da Benozzo Gozzoli, e completata da Luca Signorelli con il famoso Giudizio Universale, che costituisce uno dei migliori cicli di pittura del Rinascimento.
Nel presbiterio, dietro l’altare, si trova un grande Crocifisso ligneo di scuola del Maitani, e dietro un grande coro ligneo a tre ordini di stalli, intagliato e intarsiato. In fondo al braccio sinistro del transetto si apre la cappella del Corporale, con affreschi di Ugolino di Prete Ilario e aiuti, con simboli dell’Eucaristia e storie del Miracolo di Bolsena.
Sull’altare si trova il tabernacolo marmoreo (1358) contenente il reliquiario del Corporale che viene esposto il pomeriggio di Pasqua e nella festa del Corpus Domini. Il reliquiario, opera di Ugolino di Vieri, è ornato di metalli preziosi e smalti con scene della Vita di Cristo. All’inizio della navata sinistra si trova un affresco della Madonna con il Bambino, di Gentile da Fabriano, del 1425.
Si celebra con solennità la festa del Corpus Domini.

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