Al Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago (Lecco), la Festa dell'Apparizione e del Miracolo l'8 e il 9 maggio 2022.

Apr 25 2022

Al Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago (Lecco), la Festa dell’Apparizione e del Miracolo l’8 e il 9 maggio 2022.

Festa del Santuario 2022.

“Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo!”

Pensando alla festa, ormai imminente, mi viene alla mente l’inno composto dai Padri Oblati Missionari per il Santuario di Rho che, proprio, cita questo passo. In molte chiese e santuari, legati a eventi miracolosi, il turista curioso, e ancor di più il fedele attento, può leggere la prima esclamazione della citazione posta in apertura. Frase sconosciuta, quanto enigmatica. È tratta dal libro della Genesi. Giacobbe, quello che poi verrà identificato come il terzo patriarca del popolo eletto, sta scappando a gambe levate. Ha imbrogliato il padre Isacco al fine di sottrarre la benedizione della primogenitura al fratello gemello Esaù. Il quale, accecato dalla sete di vendetta, cerca Giacobbe per ucciderlo. Una donna, la madre di entrambi i gemelli, Rachele, suggerisce al figlio minore Giacobbe di incamminarsi per raggiungere un parente lontano, oltre il deserto.

Nel luogo solitario, tanto assolato di giorno quanto oscuro e freddo di notte, Giacobbe ha una visione: una scala congiunge cielo e terra, e gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. All’immagine segue una parola di Dio: “Si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra”. Quella benedizione, strappata con l’inganno al padre Isacco, cieco e anziano, ora diventa un dono divino, anzi: il dono promettente di una vita piena. Cosa a che fare, penserete, questo con le celebrazioni per l’apparizione di Maria Vergine e Madre, nei pressi di Imbersago, e venerata con il titolo di Madonna del bosco?

Un figlio, una donna, un deserto, una promessa e una certezza. Immagine escatologica del mondo che verrà! Ecco gli elementi comuni che ci aiutano a penetrare il mistero grazioso della festa che celebriamo.

I santuari, come si sa, non sono parrocchia. Non costituiscono, cioè, un punto canonico e organizzativo di un determinato territorio amministrato dalla Chiesa. Piuttosto, sono deserti, luoghi ai margini dei grandi centri abitati, luoghi in cui è possibile uscire dall’ordinario, per fare un’esperienza stra-ordinaria. Ma attenzione: la straordinarietà dell’esperienza religiosa non è simile o paragonabile a quella propinata dalla attuale società dei consumi e dello scarto. No, è di tutt’altra pasta! Corrisponde alla straordinaria capacità di rileggere la propria esistenza, limitata, affaticata, piena di peccati se volete, sotto una nuova luce: quella del dono grazioso dello Spirito del Signore Risorto!

Nulla può allontanarci dall’amore che è Dio, nemmeno i nostri peccati più sordidi. Tutta la nostra esistenza è accompagnata, sostenuta e risolta in Dio: basta lasciarsi amare! Impresa ordinaria? No di certo! Impresa da Dio, e quindi straordinaria. Ma, non basta un luogo per acquistare quella sapienza: sono necessari la dedizione e la compagnia che solo una madre può offrire.

Ecco, allora, che la Vergine e Madre Maria, nuova Rachele, ci invita, sulle note festose dei suoi infiniti e incantevoli inni, ad uscire dalla nostra quotidianità … per guadagnarla meglio e più di prima. La promessa, tangibile nella traboccante qualità del vino alle nozze di Cana, e sensibilmente palpabile nel sangue e nell’acqua sgorgati dalla Croce, prende forma: tu sarai una benedizione per gli uomini e le donne della terra.

Questa è il messaggio, il cuore, la meta della festa che, ormai, celebriamo. Non cantiamo a Maria Vergine e Madre per tradizione; neppure per pia devozione imparata da fanciulli. Lodiamo ed esaltiamo in Lei i prodigi dell’amore che Dio ha compiuto, e che Lei, prima tra tutti i viventi, ha gustato nel dono gratuito e fedele di un Dio Padre, Figlio e Spirito.

Ecco, perché il luogo è terribile. Non spaventoso, tetro e che incute tremore, come magari la traduzione italiana fa intuire! Piuttosto, nell’accezione ebraica del termine, il luogo è terribile perché sacro: luogo del timore di Dio. Ricordate Mosè sul Sinai, Elia sul monte Oreb? Ecco, luogo terribile, ossia luogo in cui riscoprire il timore di Dio. San Benedetto da Norcia, il padre del monachesimo occidentale, lo pone come primo e indispensabile gradino della scala per raggiungere l’umiltà, giunti nella quale, possiamo comprendere pienamente il mistero di un Dio che non ha avuto orrore del grembo di una Donna, e che, incarnatosi per potenza di Spirito Santo, a tutti si è donato nel Corpo Crocifisso e Risorto del Figlio.

Sarebbe bello, in questa festa contemplare Maria Vergine e Madre, attraverso la lente del timore di Dio. Del resto, la Bibbia lo dice chiaramente: principio della sapienza è il timore del Signore!

Come troviamo indicato nel programma, sono diversi i giorni in cui il Santuario vuole ricordare l’evento santo dell’Apparizione. In particolare segnaliamo la novena (da lunedì 02 a venerdì 06 maggio) con la recita del Rosario sulla Scala Santa ogni sera e la Messa, appunto della novena, celebrata alle ore 16.00 affidata ai Padri Oblati Vicari.

Infine, lunedì 09 maggio, giorno liturgico della festa, diverse celebrazioni solenni tra cui il Pontificale delle ore 16.00 presieduto da Sua Eccellenza il Vicario Generale della nostra Diocesi di Milano.

Maria, Madonna del bosco, e Scrigno dei sette doni dello Spirito, prega per noi!

I Collaboratori del Santuario

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