PASQUA 2022
“Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un
po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete
via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché
siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato
immolato! Celebriamo dunque la festa non con il
lievito vecchio, né con lievito di malizia e di
perversità, ma con azzimi di sincerità e verità” (1Cor. 5, 6-8)
Carissimi Rettori e Operatori dei Santuari,
dopo quaranta giorni di intensa preparazione quaresimale siamo giunti all’evento salvifico della nostra fede, la Pasqua di Risurrezione, la Pasqua di Redenzione operata da Dio, attraverso il suo Figlio, per tutta l’Umanità. Giunga a ciascuno di voi il mio augurio di pace e di gioia nel Signore Risorto, con sentimenti di speranza e di carità.
L’apostolo Paolo, nel brano sopra citato, evoca la Pasqua del Signore, richiamando coloro che sono membri della Comunità cristiana a rinnovarsi, in quanto Gesù è l’agnello immolato, e coloro che sono discepoli di Gesù devono vivere abitualmente nel clima della Pasqua, e quindi eliminare ciò che può rovinare la vita di santità ricevuta nel battesimo.
Abbiamo un urgente bisogno di rinnovamento, non possiamo celebrare la festa di Pasqua con il lievito vecchio, ma con il lievito nuovo della sincerità e della verità. La Chiesa accoglie i peccatori e li riconcilia con se stessa e con Dio. Essa stessa è frutto della grazia salvifica del Cristo, di cui è stata fatta depositaria e dispensatrice. Paolo sa di essere chiamato a svolgere questo servizio di perdonare e riconciliare, e per questo invita la Comunità a fare altrettanto.
Dobbiamo essere convinti che la potenza di Cristo Redentore può trasformare la vita di ciascuno di noi, di ogni battezzato. San Paolo ci paragona a dei pani azzimi. A volte manca davvero il lievito che fermenta il pane; dobbiamo immettere un nuovo lievito, abbandonare il vecchio lievito che non fermenta, cioè eliminare il peccato e la malizia, e accogliere il lievito nuovo dell’amore, della gioia e della riconciliazione, perché il Cristo, il vero Agnello pasquale è stato davvero immolato. Celebriamo dunque la festa pasquale come uomini nuovi, poiché siamo stati redenti e salvati da Gesù, maestro di vita e compagno di cammino.
In questi giorni di grande sofferenza e dolore a causa della perdurante guerra “sacrilega” nell’Ucraina, siamo impegnati ad annunciare e caldeggiare credibili messaggi di pace e di speranza ai nostri fedeli e pellegrini. Non stanchiamoci di invitare tutti alla riconciliazione, di fare e testimoniare il bene, di pregare perché si raggiunga un tempo nuovo di pace e di armonia tra i popoli. Iniziamo dal nostro quotidiano, dalle nostre comunità, dalle nostre famiglie, dal nostro saper stare insieme, dal sentirci veri fratelli gli uni verso gli altri.
Papa Francesco afferma: «La Risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza. Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.»
Non stanchiamoci di pregare. Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno di Dio.
Accettiamo che Gesù Risorto entri nella nostra vita, accogliamolo come amico, accogliamolo con fiducia: Lui è la Vita! Se fino ad ora siamo stati indifferenti o distanti da Lui, facciamo un piccolo passo in avanti: Lui ci accoglierà a braccia aperte. E allora con il nostro atteggiamento, con la nostra testimonianza, con la nostra vita, possiamo dire con forza e fede che Gesù è veramente Risorto!
Buone Feste Pasquali! Padre Mario Magro RCJ
presidente CNS
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