Beata Vergine del Carmine

Descrizione

Descrizione

Fondato il monastero della Purificazione dalla Duchessa di Pesaro Vittoria Farnese nel 1527, la Chiesa della Purificazione della Beata Vergine, meglio nota come chiesa del Carmine, rappresenta all’interno della città di Pesaro l’unico edificio sacro di tipo claustrale ancora officiato.

La struttura, originariamente annessa al monastero delle Serve di Maria, fu realizzato tra il 1738 e il 1773 in sostituzione della chiesa originaria posta all’angolo dell’attuale via Mengaroni – Corso XI Settembre, che era totalmente in rovina per la grande umidità proveniente dal vicino vallato.
I lavori furono eseguiti su progetto del frate conventuale Padre Giuseppe Tranquilli, che proprio in quegli anni collaborava con Luigi Vanvitelli nella ricostruzione del non lontano monastero benedettino di Santa Maria Maddalena.

La chiesa del Carmine ha subito negli anni tante vicissitudini: chiusure, passaggi di proprietà, abbandoni fino ad essere usata come officina da fabbro ferraio.

Nel 1982 la struttura, curata per 35 anni con dedizione dal rettore Mons Aurelio Ferri, fu chiusa per pericolo di crollo. Solo il 16 luglio 1986 fu possibile riaprirla al culto grazie all’interessamento di un comitato civico che in tre anni, con la collaborazione del comune di Pesaro, promosse importanti lavori di restauro.

La struttura si sviluppa su una pianta a croce greca. L’interno, in perfetto stile tardo barocco marchigiano, è il risultato di una eccellente armonia di archi, cornici capitelli e festoni culminanti nella maestosa cupola ottagonale in mezzo al quale campeggia così come nelle gelosie di legno intagliato e dorato, il monogramma dell’ordine dei Servi di Maria. Tutti i capitelli gli ornati i festoni che oggi sono ricoperti da uno strato di calce bianca erano in origine dorati come gli angeli e le cornici degli altari laterali .
L’altare maggiore di marmo e stucco, addossato alla parete di fondo del presbiterio attualmente reca un ovale rappresentante la Madonna del Carmelo, mentre originariamente vi era collocato il dipinto della presentazione al tempio titolare di questa chiesa attribuito alla scuola del Veronese ora collocato all’altare di sinistra.
All’altare di destra è collocato una grande crocifisso ligneo del XVII secolo proveniente dalla vicina chiesa del Pio Suffragio, ora non più officiata.
In origine questo altare era dedicato alla Beata Vergine Addolorata e davanti ad esso il 19 giugno 1800 vi sostò in preghiera il sommo pontefice Pio VII e alcuni decenni dopo, nel maggio 1857, la chiesa ebbe l’onore di accogliere un altro papa, Pio IX, il marchigiano Giovanni Maria Mastai Ferretti. Il pontefice, in visita alla città di tre giorni, chiese di visitare la chiesa e il monastero della purificazione dove lasciò in dono alle monache una borsa con 60 scudi.

La devozione e il culto alla Madonna del Carmine nel quartiere del borgo e della città si può collocare al 1628 e in questa chiesa ai primi del secolo XIX, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, i padri carmelitani lasciarono la città affidando a fedeli laici congregati sotto il titolo di Pia Unione del Carmine la custodia del quadro e dell’antica statua della Beata Vergine.

La Pia Unione del Carmine trovò presto la propria sede nella chiesa della Purificazione, dove rimase anche in seguito all’indemaniazione dell’edificio (1860), alla soppressione del monastero (1886) e alle numerose e diverse destinazioni che la chiesa subì nell’ultimo secolo.
Ancora oggi la Pia Unione continua a dedicarsi alla venerazione e alla diffusione del culto della Beata Vergine del Carmine, che annualmente trova il suo culmine nella festa del 16 luglio preceduta da una novena.

Nel 1999, per volontà di Mons. Angelo Bagnasco allora Arcivescovo di Pesaro, la chiesa del Carmine è tornata al suo status di Rettoria autonoma e fu affidata alle cure del rettore don Giuseppe Scarpetti che con passione e dedizione custodisce gelosamente l’edificio.

In questi anni sono stati eseguiti diversi restauri, tra cui quello del campanile, nonché la benedizione delle vecchie e nuove campane che raggiunsero così il numero di 9, costituendo l’unico concerto campanario della Provincia di Pesaro e Urbino.

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