Madonna del Sacro Monte di Viggiano Basilica Pontificia – Santuario Regionale

Descrizione

Descrizione

VIGGIANO E IL SUO SANTUARIO

  

 

  • La storia

 

Situato nella verde valle dell’Agri, su uno dei più alti monti dell’Appennino Lucano, a 1725 metri s.l.m., nella Provincia e nell’Arcidiocesi di Potenza, il Santuario del Sacro Monte di Viggiano costituisce, sin dagli inizi del secondo millennio, il più importante centro mariano della regione.

Dalla valle del Sele alla piana di Metaponto, dal Vallo di Diano a quello del Basento, dalle coste del Tirreno a quelle dello Jonio, migliaia e migliaia di pellegrini provenienti da centinaia di paesi di oltre dieci diocesi, specialmente da maggio a settembre, in una ininterrotta tradizione che si perde nei secoli, raggiungono la sacra vetta del Monte per venerare la dolcissima Madonna Nera, il cui sguardo insieme materno e regale ha affascinato da sempre i figli della terra lucana.

Le origini del Santuario di Viggiano, come quelle di tanti altri santuari mariani, restano avvolte nel mistero.

L’ipotesi più accreditata lo fa risalire all’XI secolo e ne collega la nascita alla caduta di Grumentum, attaccata a più riprese dai Saraceni sin dal IX secolo e definitivamente rasa al suolo intorno al 1050. Il simulacro della Vergine, infatti, sarebbe stato custodito inizialmente proprio nella cattedrale di Grumentum. Di qui sarebbe stato trasferito e nascosto sulla vetta del Monte di Viggiano per evitare che venisse distrutto dagli invasori saraceni.

A questo punto entra in campo la leggenda, la quale narra come alcuni pastori della valle sottostante, attirati da strani fenomeni luminosi osservati sulla sommità del monte, vi rinvennero, miracolosamente intatto, il sacro simulacro, subito trasportato a Viggiano e collocato nella cappella di Santa Maria fuori le Mura, che da allora fu detta del Deposito e che successivamente divenne la sede urbana del Santuario, al centro del paese dei nostri giorni.

Sempre la leggenda interviene a spiegare, con una traslazione miracolosa, l’origine del duplice pellegrinaggio che ormai da secoli scandisce la vita del Santuario: la prima domenica di maggio, quando il simulacro della Madonna  viene ricondotto sulla vetta del Monte, nel luogo del ritrovamento, dove ben presto venne edificata una cappella;  e la prima domenica di settembre, quando una folla immensa lo riaccompagna a Viggiano, per la lunga sosta invernale.

Cuore del Santuario, come si intuisce a questo punto, è proprio la preziosa scultura lignea che esso custodisce, un manufatto artistico di rara bellezza, che la venerazione secolare della gente lucana ha arricchito di valore e significato, fino a farne l’emblema della sua storia travagliata e della sua fede: “Nella Madonna del Sacro Monte di Viggiano la Lucania  si riconosce e si riflette. In Lei rivive una storia che parla di distruzioni e di persecuzioni, di faticosa ascesa e di difesa della fede, di pellegrini oranti verso la luce e la sacra montagna, che è Cristo ” (Mons. Aurelio Sorrentino). “La Basilicata è terra di Maria. E’ nel suo nome, presso i suoi santuari, sotto lo sguardo dolcissimo delle icone, che il nostro popolo si aggrega e ritrova la sua sua entità e identità storica ” (Mons. Giuseppe Vairo).

La composizione attuale del simulacro – che è fondamentalmente di stile bizantino, anche se influenzato da correnti romaniche – è opera di vari rifacimenti, ispirati, tra l’altro, allo stile della Madonna del celebre santuario spagnolo di Montserrat, con il quale, del resto, il nostro Santuario è gemellato.

La Madonna è ritratta seduta in trono; le sue stesse ginocchia, a loro volta, fungono da trono al fanciullo Gesù benedicente, secondo lo schema classico della Sedes Sapientiae.

Sia il volto della Madre che quello del Figlio sono di colore olivastro (cosa, anche questa, che rimanda alle suggestioni orientali e basiliane del simulacro), mentre l’intera scultura è rivestita in oro zecchino, sì da descrivere un forte contrasto tra la povertà e la semplicità del volto ligneo e la ricchezza grecizzante del panneggio che ricopre i corpi.

Oltre che un capolavoro di bellezza e di proporzioni, l’immagine è un autentico condensato di teologia mariana. A chi sappia leggerla, Maria apparirà di volta in volta come la Madre di Dio, la Regina del mondo, la Sede della Sapienza, la Donna vestita di sole del capitolo 12 dell’Apocalisse, la Vergine offerente, la Odigitria che indica Cristo, via della salvezza.

A partire da quel lontano e misterioso giorno del rinvenimento della sacra immagine, la devozione alla Bella Signora del Monte è andata via via crescendo, fino a maturare in quelle forme di religiosità popolare e di pietà mariana autentica che, ancora oggi, sono patrimonio indiscusso della gente lucana. Le pie carovane di pellegrini per monti e balze della regione dietro agli stendardi portati dai giovani e ai “cinti” portati dalle ragazze, accompagnate da zampogne e organetti; il salire la vetta a piedi scalzi; il girare per tre volte intorno alla cappella del Monte prima di entrare ginocchioni per terra al cospetto della sacra immagine; il toccare l’urna della Madonna con rami o fiori raccolti nel bosco; il contendersi l’onore di portare a spalla il dolce peso del simulacro da Viggiano al Monte e viceversa, da parte di centinaia di giovani di ogni condizione sociale e di ogni paese, sono stati e restano segni di una fede semplice e sincera, che nemmeno il passare dei secoli è riuscito a scalfire.

La devozione e l’affetto dei fedeli non hanno costituito, però, l’unica nota di privilegio del Santuario di Viggiano. Accanto ad essi, infatti, hanno fatto eco non pochi riconoscimenti ufficiali da parte delle autorità ecclesiastiche, tanto dei  Vescovi di Marsico e Potenza, quanto della Sede Apostolica.

E’ certo che sin dal Medioevo il Monte di Viggiano e il Monte di Novi Velia, anch’esso di origine basiliana, furono i due poli della religiosità mariana dei lucani. Occorre attendere, però, gli inizi del XVI secolo perché i pontefici Giulio II e Paolo V diano personalità giuridica al Santuario, autorizzando tra l’altro l’erezione di un ospedale e di una confraternita presso la chiesa situata in paese.

Sotto il pontificato di Clemente XII, e precisamente il 12 giugno dell’anno 1740, il Santuario viene incorporato dal Capitolo Liberiano alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, con facoltà di usufruire degli stessi diritti e privilegi spirituali.

Il 4 settembre 1892 Mons. Tiberio Durante, Vescovo di Marsico e Potenza, su decreto di Papa Leone XIII e del Capitolo di San Pietro, ottiene e realizza l’incoronazione della venerata immagine, davanti ad una folla impressionante, giunta a Viggiano da ogni angolo della regione quasi interamente a piedi.

All’indomani dei Patti Lateranensi del 1929, Mons. Ignazio Monterisi ottiene che torni finalmente alla Diocesi di Potenza la gestione del Santuario, caduta paradossalmente già nel secolo precedente nelle mani della Massoneria, presente a Viggiano con una loggia tra le più importanti del Meridione

A conclusione del Concilio Vaticano II, l’11 dicembre dell’anno 1965, con la Bolla Lucanae genti  Papa Paolo VI eleva il Santuario di Viggiano alla dignità di Basilica Pontificia, proclamando la Madonna del Sacro Monte Patrona e Regina delle genti lucane: “E noto che nel territorio delle diocesi di Potenza e Marsico esiste un tempio sacro, quasi augusta reggia, carissimo a tutto il popolo della Lucania, dedicato alla Beatissima Madre di Dio Maria Santissima “del Sacro Monte di Viggiano”. Ivi infatti si trova il Simulacro venerando, insigne per antichità e bellezza, dell’Augusta Vergine, reggente il Fanciullo Gesù; tale Simulacro, come viene assicurato, fu trovato prodigiosamente, indicato da una fiamma celeste, sul vicinissimo Monte, che è tra i più alti monti della Lucania; e Maria Santissima, sotto lo stesso titolo, dato a Lei ed insieme al tempio ed al luogo, fu sempre proclamata e venerata  come  Patrona e  Regina di tutta la regione.

 

Non meno gloriose alcune pagine della storia più recente.

Il 28 aprile dell’anno 1991, Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua storica visita alle Chiese di Basilicata, rinnovava a Potenza il rito dell’incoronazione della venerata immagine, mentre l’8 dicembre 1995, nel trentennale dell’elevazione del Santuario a Basilica Pontificia, Mons. Ennio Appignanesi, Arcivescovo di Potenza, su richiesta del locale Consiglio Municipale, conferiva a Viggiano il prestigioso titolo di “Città di Maria”. A conclusione, poi, del Grande Giubileo del 2000, i Vescovi lucani riconoscevano al Santuario la dignità di “Santuario Regionale della Basilicata”, confermandolo così come il più importante luogo mariano della regione.

 

Infine, due tra gli eventi più belli della storia recente del Santuario.

A cavallo tra il 31 Dicembre 2010 e il primo Gennaio 2011 la venerata immagine della Madonna veniva solennemente esposta in Vaticano, ai piedi dell’altare della Confessione, per le celebrazioni papali in onore della Maternità Divina di Maria, evento straordinario che la diretta televisiva ha permesso di seguire in ogni parte del mondo. Al termine dell’omelia di Capodanno, in particolare, Papa Benedetto XVI, indicando l’immagine della Madonna, con queste parole ha affidato a lei la causa della pace: “In questa celebrazione eucaristica abbiamo davanti agli occhi, per la nostra venerazione, l’immagine della Madonna del Sacro Monte di Viggiano, così cara alle genti della Basilicata. La Vergine Maria ci dona il suo Figlio, ci mostra il volto del suo Figlio, Principe della Pace: sia lei ad aiutarci a rimanere nella luce di questo volto, che brilla su di noi, per riscoprire tutta la tenerezza di Dio Padre; sia lei a sostenerci nell’invocare lo Spirito Santo, perché rinnovi la faccia della terra e trasformi i cuori, sciogliendo la loro durezza davanti alla bontà disarmante del Bambino, che è nato per noi. La Madre di Dio ci accompagni in questo nuovo anno; ottenga per noi e per il mondo intero il desiderato dono della pace. Amen”.

 Lo stesso atto di devozione avrebbe rinnovato, sempre nella Basilica Vaticana, Papa Francesco, tra il 31 Dicembre 2018 ed il primo Gennaio 2019, ancora una volta per la ricorrenza della Solennità della Maternità Divina di Maria. Nella sua ispirata omelia, in particolare, Papa Francesco, facendo riferimento all’immagine della Madonna di Viggiano posta alla sua destra, sotto il colonnato del Bernini, ha detto: “La statua che abbiamo davanti mostra la Madre e il Bambino così uniti da sembrare una cosa sola. E’ il mistero di oggi, che desta uno stupore infinito: Dio si è legato all’umanità per sempre. Dio e l’uomo sempre insieme, ecco la buona notizia d’inizio anno”.

Infine, nella lettera autografa del 16 Gennaio 2019 indirizzata al Rettore del Santuario, così si esprimeva ricordando l’evento: “Abbiamo iniziato il cammino del nuovo anno sotto lo sguardo di Maria “vita nostra”. La preziosa effigie della Madonna “bruna” di Viggiano ci ha aiutato a cogliere questo sguardo che proviene dagli occhi misericordiosi della Madre di Dio sulle nostre miserie… Mi fa bene al cuore pensare che il popolo della Lucania possa trovare in codesto Santuario il dono della consolazione… Quando nella fede c’è posto per la Madre di Dio, non si perde mai il centro, perché Maria non indica mai se stessa, ma Gesù e i fratelli… Assicuro la mia spirituale vicinanza a quanti giungono in pellegrinaggio a codesto Santuario di Viggiano e benedico tutti di cuore”.

La tradizione secolare di ricondurre in Viggiano la venerata immagine della Madonna per una sosta di otto mesi (da settembre a maggio) spinse i fedeli ad innalzare nella cittadina mariana un tempio imponente, che fosse degna reggia per la celeste Regina.

Distrutto dai diversi terremoti cui è stata soggetta nei secoli la terra lucana (il più disastroso fu quello del 16 Dicembre 1857, che fece oltre novecento vittime nella sola Viggiano), il Santuario si presenta oggi con un impianto fondamentalmente settecentesco: una lapide ne ricorda la consacrazione il 31 Maggio del 1735 ad opera del Vescovo di Marsico Alessandro Puoti.

Il primo accenno ad una cappella di Santa Maria del Monte, tuttavia, si trova già in una pergamena del 1393, anche se occorre attendere il XVI secolo per seguirne con maggior precisione la storia. Lo stile baroccheggiante risente non poco di quello della vicina e famosa Certosa di Padula, con il suo carico di stucchi, marmi, oro a foglie, tele pregevoli. I lavori di restauro eseguiti tra il 2001 ed il 2003 ad opera del Santuario hanno riportato alla luce, tuttavia, importanti tracce dell’edificio cinquecentesco, edificato probabilmente su una struttura a pianta centrale di derivazione bizantina.

Estremamente più semplice, invece, la cappella cinquecentesca che, da maggio a settembre, ospita il simulacro della Madonna sulla vetta del Sacro Monte, a 1725 metri di altitudine, nel punto esatto dove oggi cadono i confini dei comuni di Viggiano, Marsicovetere e Calvello.

L’asprezza del luogo e del clima ha qui reso impossibile qualsiasi intervento artistico di nota, anche se nel suo complesso l’edificio risulta, proprio a motivo della sua semplicità, armonioso e raccolto. Più volte restaurato (l’ultimo restauro è del 1995), il tempietto custodisce al suo interno la buca dove, secondo la leggenda, sarebbe stata ritrovata, miracolosamente intatta, la scultura raffigurante la Madonna.

 

* Il culto

Per quanto riguarda il culto alla Regina e Patrona della Lucania, il pellegrinaggio al Monte, con la sua fatica ed insieme con la sua suggestione, costituisce senz’altro la forma di culto più praticata e significativa.

Ancora oggi, nel periodo estivo, decine di migliaia di persone, provenienti non solo dalla Basilicata ma da tutto il Sud Italia, raggiungono a piedi la vetta del Sacro Monte per far visita alla Madonna Nera, ma soprattutto per confessarsi e comunicarsi. Il fascino della montagna; l’asprezza del sentiero che mena alla cappella; il silenzio magico dei boschi, interrotto soltanto dal cinguettio degli uccelli; l’estensione surreale del panorama, che spazia dalla Calabria alla Campania fino al golfo di Taranto; l’aria sempre fresca e frizzante, conferiscono all’esperienza dell’ascesa al Monte un carattere naturalmente religioso, favorendo, anche nel cuore dello scettico, la possibilità di scorgere Dio nella bellezza delle cose create.

A partire dal Sacro Monte il culto  alla Madonna di Viggiano si è diffuso, come attraverso mille echi, in ogni dove.

Cappelle dedicate a Lei sorgono in numerosi paesi vicini, da Caggiano a Senise, da Pisticci a Savoia di Lucania, e non è raro imbattersi un po’ dappertutto in edicole votive a Lei consacrate.

Il drammatico fenomeno dell’emigrazione cui la nostra terra  è stata soggetta già a partire dall’Ottocento ha fatto sì, poi,  che il culto alla Madonna Nera varcasse i confini angusti dell’antica Lucania per raggiungere le terre più lontane. Dovunque vi è una comunità lucana, lì la devozione alla Madonna di Viggiano continua ad essere praticata e diffusa, a volte con accenti di struggente nostalgia. Così, veri e propri santuari dedicati a Lei sono stati eretti ad Olavarria e ad Azul in Argentina, ma copie autentiche della nostra Madonna sono venerate anche a Melbourne (dove esiste una comunità di circa tremila viggianesi), a Joannesburg, a San Paolo e Fortaleza in Brasile, a Toronto e nella missione cattolica di Gemena, nello Zaire, dove il Santuario sostiene, ormai da anni, lo sforzo di evangelizzazione e di assistenza dei padri cappuccini della provincia salernitano-lucana.

Un fenomeno di culto relativamente recente, ma di grande efficacia pastorale e impatto popolare, è invece la Peregrinatio Mariae, ovvero la visita dell’immagine della Madonna (o, in alcuni casi, di una sua copia) ai vari centri della regione.

La prima storica Peregrinatio  fu compiuta tra il 4 settembre e il 30 ottobre dell’anno 1949 e interessò oltre settanta paesi sparsi tra le province di Potenza, Matera e Salerno.

Le ultime, anch’esse memorabili perchè rifatte con l’immagine originale, sono quelle realizzate tra il 1998 e il 1999 in preparazione al Grande Giubileo dell’Anno 2000 e che ha toccato circa 70 parrocchie sparse tra la Basilicata, la Campania e la Calabria, e quella del 2012, a ricordo del 120° Anniversario dell’Incoronazione. Non meno memorabile, però, anche la Peregrinatio Mariae dell’Ottobre 2018, che ha portato la Madonna a visitare le due città capoluogo della Basilicata: Matera, eletta “capitale europea della cultura” per l’anno 2019, e Potenza, in occasione del nono centenario della morte del suo Patrono, San Gerardo vescovo (1119-2019).

Dal 2008, infine, il Santuario di Viggiano è gemellato con quello spagnolo di Montserrat, la cui immagine della “Moreneta” deve aver influito non poco sulla composizione attuale del simulacro della Madonna di Viggiano. Per l’occasione fu ospite del Santuario, oltre al Rettore P. Josep-Enric Parellada osb, anche la celeberrima Escolania dell’Abbazia di Montserrat, la più antica scuola di musica d’Europa, risalente addirittura al XIII secolo.

 

 

* Le ricorrenze

Centro della vita mariana del Santuario è la festa che si svolge ogni anno la prima domenica di Settembre, quando una pittoresca e variopinta processione accompagna la venerata immagine della Madonna dalla vetta del Sacro Monte alla cittadina di Viggiano, lungo un suggestivo itinerario di circa 11 chilometri.

Celebrata la Messa dell’aurora, mentre il sole inizia a riemergere dal suo sonno lungo la linea del golfo di Taranto, il devoto corteo lascia la cappella alpina per incanalarsi, lento e solenne, lungo i tornanti della montagna. Come un fiume che il cammino lentamente ingrossa, la processione si fa via via imponente, addirittura traboccante quando affronta l’ultimo tratto, quello tra il torrente Alli e l’ingresso del paese. In un tripudio di applausi e di canti, accompagnata dal suono ancestrale delle zampogne e da quello festoso degli organetti, preceduta da una serie interminabile di stendardi, bandiere, cinti di candele, contesa da centinaia di uomini organizzati in squadre (le cosiddette catene) a seconda dei paesi di provenienza, salutata lungo il passaggio dallo sparo di infiniti mortaretti, la settecentesca urna dorata che contiene la Madonna avanza a fatica tra due ali impressionanti di folla, il cui entusiasmo a stento le forze dell’ordine riescono a contenere.

Contemporaneamente, un altro corteo, quello composto dal clero e dalle autorità di tutta la regione, discende dalla Basilica fino alla piazza dove sorge il monumento bronzeo a Papa Giovanni XIII, luogo dell’incontro e della suggestiva celebrazione eucaristica con la quale, ogni anno, non solo Viggiano, ma l’intera regione da’ il suo saluto alla Bella Signora che scende dal Monte. Si calcola che nei giorni della Festa non meno di centomila pellegrini, provenienti da quasi 200 paesi della Lucania e delle regioni vicine, affollino il Santuario.

La festa settembrina è anche l’occasione per la visita, oltre che di tutte le Autorità della Regione, anche di eminenti personalità ecclesiastiche. Solo per citarne alcune tra le ultime, ricordiamo i nomi dei Cardinali Virgilio Noè, Angelo Comastri, Giovanni Canestri, Ersilio Tonini, Pio Laghi, Michele Giordano, Crescenzio Sepe, Silvano Piovanelli, Paolo Sardi, Luis Ladaria Ferrer, Alfonso López Trujillo, José Saraiva Martins, Francesco Coccopalmerio, nonché quelli di tanti Arcivescovi e Vescovi, da Georg Gänswein a Corrado Lorefice, da Giuseppe Mani a Santo Marcianó, solo per citare i più recenti.

Capitolo a parte meriterebbero anche i festeggiamenti civili, che ogni anno vedono esibirsi sul palco di Piazza Papa Giovanni XXIII i maggiori esponenti del panorama musicale italiano ed internazionale (dai Pooh a Francesco De Gregorio, da Gigi D’Alessio a Fiorella Mannoia, da Angelo Branduardi ad Antonello Venditti, da Massimo Ranieri ad Alvaro Soler) e che richiamano puntualmente decine di migliaia di spettatori, in una delle feste popolari più caratteristiche ed accorsate dell’intero Meridione d’Italia.

Molto più intimo e raccolto, invece, il clima che si respira la prima domenica di Maggio, quando la statua della Madonna compie l’itinerario inverso, da Viggiano al Sacro Monte.

Dopo un solenne novenario di preghiera, nella serata del Sabato la Madonna viene trasferita nella chiesa di San Sebastiano, nella piazza del paese, dove centinaia di persone passano a salutarla.

Appena l’alba domenicale comincia ad illuminare il paese, inizia la faticosa processione verso il Monte, caratterizzata dalla malcelata mestizia dei fedeli viggianesi, sempre tristi per questo temporaneo distacco, che pur si ripete ormai da secoli.

Una storia, insomma, quella del Santuario Regionale di Viggiano, fatta di momenti gloriosi, ma soprattutto di testimonianze semplici e nascoste da parte di gente povera, avvezza alla fatica e al dolore, ma al tempo stesso dotata di una fede generosa e forte.

Tale storia, che le cronache ufficiali ignorano, è stata e rimane senza dubbio la vera gloria di Viggiano e del suo Santuario.

 

* Notizie utili

 Il Santuario del Sacro Monte è aperto dalla prima Domenica di Maggio alla prima Domenica di Settembre, dalle ore 08.00 alle ore 18.30 di ogni giorno.

Santa Messa domenicale alle ore 11.00.

La Basilica in paese è aperta tutto l’anno dalle ore 07.00 alle ore 19.00 (20.00 nel periodo estivo). Sante Messe domenicali alle ore 08.30, 11.00 e 18.30 (19.00 nei mesi da Maggio a Settembre). Sante Messe feriali alle ore 08.00 e 17.30 (18.30 nel periodo estivo).

Per l’ospitalità, rivolgersi in paese alla Casa di Accoglienza del Santuario, l’Albergo “Theotókos”, dotato di circa cento posti letto e situato in Piazza Papa Giovanni XXIII, telefono 0975.61409.

Per rimanere in contatto con il Santuario, ci si può iscrivere – telefonando alla Direzione – a L’Aurora Lucana, il periodico che il Santuario stesso edita dal lontano 1950 e che costituisce un prezioso strumento di collegamento con tutti i devoti della Madonna.

Per offerte e richieste di Sante Messe sono a disposizione dei fedeli il conto corrente postale n. 12821856 ed il conto bancario IT17 D054 2442 3200 0000 2400 282, intestati entrambi a: Santuario Regionale della Madonna del Sacro Monte di Viggiano – 85059 VIGGIANO “Città di Maria” (PZ).

Escursioni consigliate nelle vicinanze: il Lago del Pertusillo; la zona archeologica di Grumentum; la Certosa di San Lorenzo a Padula; la civitas medievale di Marsico Nuovo.

 

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