Madonna di Casale e del Beato Pio Campidelli

Descrizione

Descrizione

Il santuario Madonna di Casale e beato Pio Campidelli sorge lungo la via Emilia vecchia, tra le due frazioni di Santa Giustina e San Vito di Romagna. Lungo questa via, che un tempo era la principale Emilia, fu eretta agli inizi del 1500 un’edicola dedicata alla Madonna. Al suo interno, un affresco raffigurante la Vergine con il Bambino accoglieva i viandanti che si fermavano per una sosta sul loro percorso e per fare una preghiera.

Alcuni particolari eventi miracolosi, avvenuti a partire dal 1596, suscitarono l’entusiasmo e la devozione di tante persone. Tanto che, per accogliere i pellegrini in numero sempre crescente, nel 1602 vi si costruì una nuova grande chiesa. Di stile basilicale a croce latina e con 6 cappelle laterali, la chiesa fu insignita del titolo di Santuario ed Abbazia.

Dal 1609 al 1877 il santuario fu officiato da rettori diocesani, nominati dal vescovo di Rimini. Il numeroso susseguirsi dei pellegrini vi richiedeva però un servizio religioso più ampio, così il vescovo Luigi Raffaele Zampetti vi chiamò una comunità di sacerdoti passionisti che giunsero a Casale nel 1878.

LA MADONNA DEL CASALE

Nel 1593 i devoti di Casale restaurarono l’edicola dedicata alla Madonna che era lungo la via principale del borgo, e vi chiamarono un pittore locale, Baldassarre Pasolini di Longiano, per dipingervi una nuova immagine della Madonna. Le vaste dimensioni dell’affresco originario – 130 cm per 110 – fanno pensare ad una cella capace di accogliere almeno alcune persone.

L’affresco purtroppo è andato quasi totalmente distrutto nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, ne è rimasta solo la parte centrale con il volto della Madonna e del Bambino.

Tre anni dopo il restauro, nel giugno del 1596, la Madonna di Casale cominciò ad operare miracoli. Il primo fu quello a favore di una signora Caterina, moglie di Sebastiano del Duro. Essa era in casa afflitta per il marito imprigionato ingiustamente. Le fece visita una pellegrina che, saputa la vicenda, le consigliò di recarsi ad accendere una candela davanti all’immagine della Madonna e di pregare con fede affinché suo marito fosse liberato. Caterina seguì il buon consiglio. La sera stessa il marito ritornò a casa. Grande fu la meraviglia e la festa. Caterina cercò la donna che l’aveva visitata e consigliata, chiese a tutti se l’avessero vista, ma nessuno la conosceva ne l’aveva mai incontrata. La misteriosa pellegrina fu subito associata alla Madonna stessa.

Al seguito di questo primo evento miracoloso ve ne furono molti altri e ancora oggi l’immagine della Vergine Maria reca conforto e grazie a chi si rivolge a lei. Il santuario edificato sul luogo fu dedicato alla Madonna della Visitazione, proprio in memoria della miracolosa visita ricevuta dalla signora Caterina.

BEATO PIO CAMPIDELLI

Pio Campidelli nacque a Poggio Berni (RN) il 29 aprile 1868, figlio di Giuseppe e Filomena Belpani. Quarto di sei figli, manifestò fin da ragazzo un animo incline alla preghiera e una forte attrazione per la celebrazione della messa.

Conobbe i passionisti a 12 anni, durante una missione popolare. Ascoltando i missionari restò affascinato dal loro entusiasmo per la Parola di Dio.

Desideroso di entrare in convento, attese il compimento dei quattordici anni richiesti. Nel 1882 fece il suo ingresso tra i passionisti di Casale. Dopo il noviziato emise i voti il 30 aprile 1884.

Giovane esemplare, diede testimonianza di vita coerente e gioiosa. Si distinse per la straordinaria devozione verso l’ Eucaristia e alla liturgia in genere. Purtroppo ammalatosi di tubercolosi morì il 2 novembre 1889.

Considerato da tutti un giovane santo, nel 1923 i suoi resti mortali furono trasportati nel santuario di Casale e deposti in un urna.

Il 17 novembre 1985 fu dichiarato «beato» nella cornice maestosa della basilica di San Pietro. Era l’anno internazionale della gioventù e il Papa Giovanni Paolo II propose Pio Campidelli a tutti i giovani quale modello di santità, di amore per le cose semplici e per la società.

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