Descrizione
Il Quadro raffigura una variante della “Madonna di Costantinopoli” (Vergine che offre il suo seno al Bambino il quale volge, assieme alla madre, al popolo il Suo sguardo: fissando gli occhi della Madonna e del Bambino è possibile constatare che essi seguono, da ogni angolazione esso si pone, l’osservatore) che, a seguito del suo radicamento miracoloso, nella tradizione locale venne chiamata “Madonna di Porto”. La genesi che portò alla modifica da “Madonna di Costantinopoli” a “Madonna di Porto” è fatta risalire ad oltre due secoli addietro, quando la vergine apparve in sogno ad un brigante – tale Pietro Gatto -, che stazionava nella contrada Porto di Gimigliano, e gli chiese la costruzione, in loco, di una “CONA”, indicandogli il luogo cui poter prelevare della calce in pietra; Pietro Gatto, non trovando riscontro favorevole da parte dei muratori locali, costruì personalmente la “CONA” e si convertì a vita migliore.
Di seguito, intorno alla “CONA” sorse una piccola chiesetta, ancora ben conservata e aperta al pubblico). La tradizione, plurisecolare, elenca una lunga serie di miracoli della “Madonna di Porto” e la vuole miracolosa sin dalla sua riproduzione pittorica (Achiropita; per tradizione si racconta che il pittore Marcangione aveva delineato una bozza dell’immagine della Madonna di Costantinopoli, pervenuta da Napoli al parroco di Gimigliano, rimandando, dopo un digiuno di ispirazione, il prosieguo del lavoro al giorno successivo e che con grande sorpresa il mattino seguente trovò il dipinto splendidamente completato da mani angeliche; venuti a conoscenza dell’evento i compaesani del pittore cercarono di trattenere il quadro nella loro terra, ma le autorità di allora, adite dai gimiglianesi, decretarono che esso doveva essere consegnato alla parrocchia di Gimigliano che l’aveva commissionato), nonché in vicende legate sia a calamità naturali e belliche (es. epidemie di peste, terremoti, occupazione dei francesi: durante l’occupazione la bellezza dell’immagine indusse il generale che guidava le truppe francesi ad asportarla dal trono della Chiesa e trasportarla nell’accampamento di Catanzaro; venne quindi riposta in un armadio, ma durante la notte una luce intensa illumino l’armadio cui era stato riposto il dipinto della Madonna ed il generale impressionato dall’evento decise di riportare in processione solenne l’effigie a Gimigliano – l’avvenimento è dato risalire all’anno 1807; infatti nel 2007 è stato celebrato il bicentenario) sia alla soluzione radicale di problemi di salute ai credenti. Il Quadro è stato oggetto di due restauri ad opera di massimi esperti romani e in tutte e due i viaggi a Roma è stata benedetta da Paolo VI (27 febbraio 1974) e Giovanni Paolo II (26 febbraio 1997). Nel 1984 (6 ottobre) Papa Woytila durante il suo viaggio in Calabria l’aveva incoronata nello stadio di Catanzaro.