Madonnina

Descrizione

Descrizione

Chi proviene da Crescentino o da Chivasso e giunge a Verolengo percorrendo la S.S. 31 bis del Monferrato, nota già in lontananza l’inconfondibile cupola del santuario della “Madonnina”.

Oppure, se si visita prima il paese per ammirare sia il suo impianto urbanistico di “borgo a pettine” medievale, sia le tre belle chiese con il loro patrimonio artistico, non si può non rinunciare di recarsi anche al Santuario del Veuchio, meglio noto appunto come “Madonnina”.

Il lungo viale di accesso, recentemente ripristinato ed abbellito, inizia dal paese, segue in parallelo la strada statale in direzione Casale e conduce al piazzale antistante il sacro edificio. Qui, all’interno di due curatissime aiuole, anch’esse da poco restaurate, si snodano le stazioni della Via crucis e i Misteri del S. Rosario, illustrati su tavole bronzee scolpite e sorrette da eleganti supporti di pietre verdi di Courtil. Anche il visitatore più frettoloso avverte sicuramente la necessità di fermarsi, colpito dalla quiete del luogo e dalla spiritualità che esso emana. L’imponenza della chiesa e la maestosa facciata in stile neoclassico invitano ad entrarvi. Non si rimarrà delusi: l’interno, luminosissimo, sorprende per la solennità delle architetture e per la ricchezza delle opere d’arte. Infatti, la grande cupola è istoriata da rosoni dipinti su soffitto cassettonato che, con sapiente gioco di trompe l’oeil, rendono efficacemente l’effetto della tridimensionalità; le quattro statue colossali, rispettivamente, in senso orario, di Mosè, S. Giuseppe, S. Anna e S. Giovanni Battista, sono lavoro della famiglia Augero, originaria di Verolengo, ma conosciuta ed attiva in tutto il Piemonte nell’Ottocento per la sua produzione. Sono opera altresì di Amedeo Augero i grandi affreschi che ornano la chiesa; in particolare, colpiscono per la loro imponenza quelli situati a destra e a sinistra entrando, raffiguranti rispettivamente l’Assunzione di Maria e la Presentazione di Maria al tempio, entrambi databili al 1850 circa. I sei riquadri immediatamente sotto il cornicione della cupola maggiore, che rappresentano momenti della vita della Madonna, furono dipinti invece dal pittore Mentasti. Sono inoltre augeriani sia l’affresco che orna il cupolino del Sancta sanctorum, con l’Incoronazione di Maria, sia le immagini dei quattro profeti maggiori situate sui peducci

Origine del santuario
Al centro dell’altar maggiore, al di sopra del tabernacolo, si erge un piccolo affresco, raffigurante la Madonna con il Bambino, molto probabilmente la beata Vergine di Oropa, a causa del suo colorito scuro, con a sinistra S. Carlo Borromeo e a destra S. Antonio da Padova. Di autore ignoto, esso già esisteva alla fine del Seicento: a quell’epoca, il dipinto costituiva la parte superiore di uno dei tanti piloni che, ancor oggi, si trovano nelle nostre campagne. Il simulacro è all’origine sia del santuario, sia della sua fama taumaturgica. La tradizione narra infatti che un sacerdote, un certo don Bracco, fu sbalzato di sella dal cavallo imbizzarrito e, con un piede impigliato in una staffa, fu trascinato per un lungo tratto, finchè, proprio dinanzi al pilone, l’animale si bloccò e il prete, rimasto miracolosamente incolume malgrado la brutta avventura, ringraziò la Vergine per lo scampato pericolo; in segno di riconoscenza fece includere il segnacolo all’interno di una cappella. Essa però divenne ben presto insufficiente per il gran concorso di fedeli e devoti e pertanto venne demolita ed ampliata. La necessità di un edificio ancor più capiente si fece pressante alla fine del Settecento, ma i lavori, sebbene iniziati, non procedettero per molti motivi e ripresero soltanto alcuni decenni dopo, a partire dal 1834; proseguirono, con interruzioni, fino al 1851, quando la chiesa fu consacrata da Mons. Moreno, vescovo d’Ivrea e si conclusero definitivamente nel 1861, anno in cui venne collocato il grande portone d’ingresso, costruito a spese dell’allora parroco don Viora.
Gli ex-voto del santuario
Evidentemente, l’episodio occorso a don Bracco ebbe subito immediata diffusione e rinomanza: la lunga serie di ex-voto tuttora conservata nell’abside del santuario, venne inaugurata da un quadretto datato 1690 che ritrae appunto il prodigio narrato poc’anzi e di cui fu protagonista il sacerdote. I numerosissimi dipinti che attraverso i secoli esprimono la gratitudine dei fedeli verso la Beata Vergine, testimoniano la riconoscenza e la devozione di cui fu ed è attualmente oggetto la Madonnina di Verolengo. Un esame degli ex-voto ha permesso di rilevare tre elementi fondamentali:
  • la tipologia delle grazie ricevute
  • la qualità di esecuzione dei dipinti
  • gli offerenti

In merito al primo punto, occupano grande spazio gli incidenti sul lavoro, gli incidenti stradali, le disgrazie e le malattie; in misura minore, troviamo invece pericoli scampati su campi di battaglia, o dall’arrivo di fulmini all’interno delle case; non mancano rappresentazioni di gruppi oranti e immagini sacre. Gli ex-voto più recenti sono costituiti da semplici fotografie che ritraggono automobili distrutte, certamente a causa di incidenti.

Circa il secondo punto, esistono quadretti dipinti da pittori locali (peraltro quasi tutti anonimi), o, nel caso in cui i graziati siano bambini, prodotti dai bambini stessi. Colpisce comunque l’immediatezza con cui si recepisce l’evento sovrannaturale attraverso la disavventura dei protagonisti. Un ristretto numero di quadri è di pregevole e raffinata esecuzione e denota la mano esperta e collaudata del pittore.

Infine, i donatori sono essenzialmente verolenghesi, tuttavia non mancano personaggi forestieri, a testimonianza della rinomanza del santuario anche fuori dall’ambito locale.

Una bella tradizione del paese vuole che la fontana di acqua sorgiva che sgorga a pochi metri dalla facciata del santuario, abbia virtù miracolose per guarigioni di malattie legate agli occhi, come documentano alcuni ex-voto e racconti orali anche recenti.

Attualmente, la chiesa è sotto la stretta sorveglianza dei coniugi Gina e Lorenzo Tessaro, residenti nell’abitazione attigua alla chiesa, ai quali è indispensabile rivolgersi per visitarla.

(F. Spegis)

Nel Santuario viene celebrata la Santa Messa alle ore 9,30 tutte le domeniche e feste dell’anno, ma è soprattutto durante il mese di maggio, ed in particolare la sera dell’ultimo sabato, che diventa centro di devozione mariana per tutta la zona. Altra solenne ricorrenza che vede riunirsi fedeli da tutti i Paesi è l’annuale festa della Madonnina che si celebra la seconda domenica di settembre.

(Don G. Boero)

Contatti

Contatti
  • Indirizzo
     PIAZZA DEL SANTUARIO 1 10038 VEROLENGO TO
  • Telefono
  • Regione
    Piemonte
  • Location
    VEROLENGO

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