Descrizione
SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE FONTI SPILINGA
Ennesimo esempio di presenza basiliana e di romiti eremitici nella nostra Calabria. Siamo a Spilinga cittadina che sorge su una collina alle falde del Poro nell’immediato retroterra di Capo Vaticano. Secondo gli storici l’etimologia del toponimo Spilinga deriva dal greco “Spelunga”, grotta; oppure “Spelaion-ghe” terra ricca di grotte e ancora da “Spelinka”, caverna.
Qui, tutto parla del legame tra questa terra ed i culti di romiti basiliani. Infatti, nelle immediate vicinanze si trovano, ancora oggi, delle grotte nelle quali trovarono rifugio i superstiti alla frana sull’abitato di “Condrochilone” che sorgeva nei pressi dell’attuale centro.
In queste grotte ripararono, molti anni dopo, anche gli abitanti delle zone limitrofe nascondendosi in seguito alle scorrerie dei pirati saraceni. Zona quella Calabra ricca di grotte non è un mistero vista l’orografia della Regione, montuosa ed impervia alcune però risultano essere Basiliane altre invece hanno riportato alla luce reperti neolitici.
Il Santuario che ad oggi risulta poco conosciuto al grande pubblico, ma amato dalla gente del posto per la sua leggenda miracolistica, immerso infatti in una amena vallata ricca di folta vegetazione la Madonna della Fontana o delle Fonti è venerata a dedita all’agricoltura ed alla pastorizia.
Non è un mistero che l’area di Spilinga poggi le sue basi sull’ allevamento e perchè no anche sui prodotti tipici, non a caso la n’dujia di Calabria trova in questa cittadina la sua Capitale.
Tutto però nasce da una testimonianza orale che si tramanda di padre in figlio da secoli, secondo la leggenda, la Madonna apparve ad una vecchia contadina la Ciciresjia, chiedendole di cercare la sua statua, la donna ignorò il sogno e la Madonna le apparve nuovamente chiedendole di cercarla e far innalzare un Santuario nel luogo del ritrovamento.
Il giorno dopo la donna vide la statua della Madonna mentre si recava a lavare i panni alla fontana e nei dintorni trovò anche la grotta che le era apparsa nella visione.
Il Simulacro infatti narra la tradizione fu portata in paese e ospitata nella chiesa parrocchiale, ma l’indomani fu ritrovata di nuovo vicino al corso d’acqua. La gente del luogo decise, quindi, di costruire proprio in quel posto una cappella dedicandola alla Madonna della Fontana.
La grotta che senza ombra di dubbio era già un’antico romito non che la più importante di queste grotte, oggi è adibita a santuario, circondata da sorgenti d’acqua, meta continua di pellegrinaggi, soprattutto a Maggio, mese in cui si festeggia la statua.
Una bellissima statua con bambinello che rappresenta per il comprensorio di Spilinga un punto di riferimento religioso, è custodita in una nicchia che sovrasta la grotta in cui è custodita. Attraverso i colori dell’azzuro, del verde e dell’oro l’effige incanta in tutta la sua maestosità.
La Vergine delle Fonti si festeggia da allora il 21 di maggio. In quella giornata, dopo la Processione che parte dal santuario per risalire verso l’abitato, la statua della Vergine è esposta nella Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista.
In serata, con una fiaccolata attraverso una caratteristica scalinata che dal paese giunge al santuario, la statua è riaccompagnata sul suo altare nella grotta.
Maria Lombardo
Consigliere Commissione Cultura Cds
Centro Studi e Ricerche
Comitati Due Sicilie.
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