Descrizione
Santa Maria e San Siro in Sale è un’antica chiesa dalla segreta bellezza e rappresenta uno dei più interessanti monumenti di questa area, ai confini tra il Piemonte e la Lombardia, a breve distanza da Tortona.
Il visitatore che si rechi a Sale, nell’accostarsi alla chiesa, resterà stupito innanzi tutto dalla splendida facciata interamente in cotto, vera espressione dello spirito del luogo e non a caso riconosciuta monumento nazionale sin dal 1908.
La storia
La fondazione della chiesa di S. Maria all’interno del borgo di Sale viene fatta risalire all’XI secolo, quale chiesa dipendente dalla pieve di S. Siro situata fuori dalla cinta del castrum del borgo stesso. La carenza di fonti d’archivio rende però difficile una ricostruzione attendibile delle sue vicende in quel torno di tempo.
All’interno del borgo S. Maria fu riconosciuta subito come la chiesa del pretorio cioè del Comune. La semplice intitolazione a S. Maria è confermata almeno sino a metà XV secolo (nei documenti compare la dizione plebem Sancti Syri cum ecclesia S. Maria cum capella). La doppia intitolazione a S. Maria e S. Siro compare per la prima volta nel 1460, quando l’antica pieve fuori le mura era ormai abbandonata: ancora nel 1576 erano visibili i suoi ruderi.La troviamo comunque già menzionata in documenti del XII e XIII secolo, al centro di importanti avvenimenti: qui si firmò la pace tra Tortona e Pavia il 24 giugno 1165 alla presenza dei consoli delle città e nel 1223 ivi venne siglato un trattato fra il Comune di Tortona e i conti di Langosco e di Sparvara circa i diritti su Cassano. E’ quindi appurato che doveva godere di un notevole “prestigio” politico, riconosciuto in un’area molto vasta tra pavese e tortonese. Va precisato che S. Maria e la pieve di S. Siro appartenevano alla diocesi di Pavia e di fatto rappresentavano, unitamente alla pieve di Bassignana, la testa di ponte pavese oltre Tanaro, alle porte di Tortona. Sale era allora “municipio pavese” e tale rimase sino al 1744 quando, ultimo lembo di terra lombarda, venne ceduto al Piemonte insieme all’Oltrepo pavese. S. Maria verrà invece inglobata nella diocesi tortonese solo nel 1817 durante la Restaurazione.
La particolare rilevanza della chiesa anche all’interno del borgo è confermata nel corso della storia: ivi si svolgevano le cerimonie e gli atti solenni della Comunità. Nel 1630, durante la tragica pestilenza che sconvolse tutta la Lombardia, ebbe luogo in questa chiesa un solenne giuramento collettivo, rievocato dallo storico locale P. Stramesi. Il 25 luglio, alla presenza di tutti i “Capi di Casa” del paese, venne pronunciato infatti il voto di dedicare il paese a S. Anna, affinchè, per grazia della sua intercessione, cessasse il flagello della peste. Il che avvenne e da allora S. Anna divenne la patrona di Sale.
Il legame di S. Maria con le principali famiglie del luogo fu sempre molto forte ed esso si riconosce, come di consueto, in molteplici episodi di committenza artistica. Ben visibili risultano ancor oggi i nomi o gli stemmi delle famiglie Maggi, Ricci, Cantoni, Cavalli, Calcaprina, Boveri che acquisirono il juspatronato di altari e cappelle e hanno arricchito la chiesa di preziose opere d’arte.
La chiesa però visse anche avvenimenti traumatici, dovuti soprattutto alle guerre che tra il XVI secolo e la prima metà del XVIII, sconvolsero queste zone di confine tra Lombardia e Piemonte; fu talvolta trasformata in alloggiamento militare con tutte le relative conseguenze facilmente immaginabili. Ancora nel 1799, in occasione di tumulti durante l’occupazione francese, andò a fuoco l’archivio della chiesa, causando la perdita irreparabile di preziosi, antichi documenti. Nel 1821, per l’ultima volta, dovette ospitare un reggimento austriaco inviato a reprimere i moti di Alessandria.
Questi avvenimenti e le conseguenti, profonde trasformazioni politiche e sociali connesse, furono causa di una lenta decadenza dell’edificio tra l’Ottocento e i primi del Novecento: le relazioni parrocchiali ci parlano di una chiesa in stato di degrado, umida e malsana. Tuttavia, proprio in quegli anni, essa ricevette un primo importante riconoscimento: nel 1908 infatti la facciata venne dichiarata Monumento Nazionale.
Nel 1936, venuto a mancare l’arciprete, fu tuttavia soppressa la parrocchialità, che venne trasferita alla chiesa dei Gerbidi, una frazione di Sale, allora in espansione demografica. S. Maria e S. Siro divenne allora Santuario dedicato alla Madonna della Guardia. Per uno dei paradossi provvidenziali della storia, mentre perdeva i suoi titoli, S. Maria ritrovò i propri tesori da tempo dimenticati.
Il primo rettore, don Franzosi, dopo attenti studi sui pochi documenti disponibili, diede inizio nel 1938 a quella spettacolare campagna di restauri che si sarebbe conclusa con la riscoperta degli affreschi scomparsi e con il ripristino dell’assetto originario della chiesa. Nel dopoguerra visse un altro periodo di abbandono; solo nel 1984, con la costituzione del Comitato Amici di S. Maria, la chiesa tornava nuovamente a rivivere, grazie ad una cura quotidiana e alla messa in opera di un vasto e serrato piano di restauri.
fonte: https://santamariaesansiro.it/chiesa/la-storia/
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