Abbazia Santa Maria di Vallombrosa

Descrizione

Descrizione
L’Abbazia di Vallombrosa si trova nell’omonima località del comune di Reggello, in provincia di Firenze e diocesi di Fiesole. Nel novembre del 1950 papa Pio XII elevò la chiesa abbaziale alla dignità di basilica minore.

La Storia

La congregazione dei Vallombrosani sorse per impulso di San Giovanni Gualberto, nato da un’illustre famiglia fiorentina, che nel 1036 si ritirò con pochi seguaci in un luogo chiamato allora Acquabella sul Pratomagno. La riforma monastica che era alla base della nuova comunità era destinata a svolgere un ruolo di primo piano nelle vicende religiose, civili e sociali del suo tempo e oltre: nella sua lotta contro la simonia che lo indusse ad inserirsi nella contesa per le investiture tra papato e impero, San Giovanni Gualberto promosse la riforma del clero convinto che la vita in comune e il ritorno a una povertà evangelica avrebbero condotto al rinnovamento della Chiesa.
Il primo documento che parla di Vallombrosa è quello che parla di una donazione del chierico Alberto alla comunità alla quale si era unito, importante perché menziona, ancora prima di un edificio, una comunità di monaci che doveva riunirsi in un primo oratorio in legno, costruito ancora prima che la Badessa Itta del Monastero di Sant’Ellero donasse il 3 luglio 1039 il terreno sul quale già viveva la Comunità dato che l’anno prima, nel 1038 il vescovo di Paderborn aveva consacrato l’altare dell’oratorio, l’unica parte costruita in pietra. Vent’anni più tardi, il 9 luglio del 1058, il Cardinale Umberto di Silva Candida consacrò invece l’intera chiesa in pietra che doveva avere un piccolo monastero annesso.
La comunità vallombrosana crebbe e si rese necessario l’ampliamento del monastero e la costruzione di una nuova, più ampia chiesa, iniziata nel 1224 e conclusa nel 1230, periodo al quale risale anche la torre campanaria. Nella seconda metà del secolo XV, l’abate Francesco Altoviti procedette a grandi lavori che realizzarono il chiostro grande, la sacrestia, la torre, il refettorio con la cucina, lavori conclusi nel 1476. Il successore dell’Altoviti, Biagio Milanesi fu uno dei più importanti abati di Vallombrosa, uomo di grande cultura che dotò l’Abbazia di una biblioteca e di preziose opere d’arte, la pala di Perugino per l’altar maggiore, la tavola di Raffaellino del Garbo, la terracotta di Luca della Robbia, solo queste ultime due ancora in abbazia. Nel 1584-85 viene realizzato il Chiostro del Mascherone, su disegno di Alfonso Parigi.
Dopo una lunga serie di incendi e ricostruzioni, è nel Seicento, con ulteriori perfezionamenti nel primo Settecento, che l’Abbazia assume l’aspetto omogeneo e sontuoso che possiede ancora oggi. Nel 1634 l’abate Averardo Niccolini consultò Gherardo Silvani per la ristrutturazione del noviziato, che l’architetto ricostruì ex novo, quello che costituisce oggi la facciata principale dell’Abbazia. Nel 1644, dopo il crollo del portico sulla facciata della chiesa, venne costruito al suo posto la loggia tuttora esistente, su progetto dell’abate Guglielmo Rasi. In questo periodo si procede anche ad un importante rinnovamento decorativo della chiesa e più tardi si inizia ad intervenire anche sulle strutture di essa, ristrutturandola in senso moderno, demolendo nel 1695 l’antica abside per far posto al nuovo coro e realizzando accanto la Cappella del santo fondatore, entrambe su disegno di Michele Domenico Magni. Tali lavori si conclusero nel 1755 con la costruzione della Cappella dei Dieci Beati, o del Sacramento.
L’imponente patrimonio artistico accumulato nel corso dei secoli ha subito un notevole depauperamento a seguito della soppressione napoleonica dei conventi (1808) e alla demanializzazione della proprietà in epoca sabauda (1867); solo dal 1949, infatti, i Vallombrosani sono tornati a prendere possesso del monastero.

Fonte: Wikipedia

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