Santa Maria delle Grazie

Descrizione

Descrizione

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie o Santa Maria delle Letizie ad Artena.

Il santuario di Santa Maria delle Letizie è la chiesa che custodisce la statua della Madonna delle Grazie. L’edificio attuale è stato costruito tra il 1984 e il 1986 dopo che la vecchia chiesa, simile a quella adesso presente, è stata distrutta nel bombardamento del 31 gennaio 1944, durante gli scontri della Seconda Guerra Mondiale.
La chiesa è composta di due navate, una centrale e più ampia, di fronte all’altare maggiore, e una, più piccola e posta a sinistra dell’ingresso, davanti la cappella della Madonna delle Grazie. Sopra l’altare maggiore è posizionato un grande crocifisso in legno, acquistato nel 2019, e posizionato in loco dopo che il trittico dell’artista valmontonese Piero Casentini – raffigurante, al centro, la Madonna delle Grazie vestita a festa e, nei lati, la tradizione del ritrovamento e un’immaginaria processione – è stato spostato, dall’abside, nella cappella della Madonna delle Grazie, anche a custodia della venerata statua. Infatti, la pala centrale del trittico chiude la nicchia in cui è riposta la statua della Madonna delle Grazie, che viene esposta pubblicamente al culto solo durante i festeggiamenti di Maggio e di Settembre.

La storia del santuario

Santa Maria delle Letizie è stata la prima Chiesa costruita nel nostro territorio. La prima menzione è del 1182, anche se i molti reperti storici ritrovati – colonne, mosaici e plutei – testimoniano che la sua data di costruzione è certamente anteriore all’undicesimo secolo. Le ultime ricerche effettuate collocano, infatti, l’edificazione di un primo edificio tra il secolo VIII e il XII. Una bolla di Papa Giovanni XXII, del 1329, menziona, tra le altre chiese, un archipresbiter di Santa Maria prope Montefortinum, segno evidente che a quel tempo la Chiesa era una collegiata, tenuta, cioè, da un regolare collegio di canonici.
Tra le ipotesi, suggestive, ma mai confermate definitivamente, una racconta che la Chiesa fosse stata costruita sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla dea Giunone, tanto che il titolo di Madonna delle Letizie deriverebbe proprio dalla dea Giunone che, nell’iconografia classica, assomiglierebbe all’immagine della Vergine delle Letizie.
La Chiesa è posta su un pianoro a 495 m. s.l.m., oggi occupa una posizione isolata rispetto all’abitato contemporaneo, ma al tempo della costruzione l’edificio si trovava ampiamente circondato da abitazioni che componevano il primo nucleo della comunità conosciuta poi come Montefortino.
Fino al XVI secolo la Chiesa restò un punto importante per la Comunità di Montefortino, ma proprio in quel secolo Stefano Serangeli la descrive come un luogo fuori mano rispetto allo sviluppo della Città, difficilmente raggiungibile perché collegata da una strada impervia, in forte pendenza che passava tra la selva, tanto che era scomodissima anche per officiare la Messa.
Per questi motivi i canonici ne chiesero l’abbattimento ma la popolazione, che era particolarmente legata alla Chiesa, spinse affinché la Chiesa fosse restaurata e più vissuta. Del restauro si occupò personalmente Camilla Borghese, autorizzata da Papa Alessandro VII.
La struttura delle Chiesa vecchia è semplicissima. L’interno è diviso in due navate, una maggiore che è centrale rispetto alla struttura e una laterale, divisa dalla precedente da un muro con tre arcate che immettono ad altrettante cappellette e alla sagrestia. All’interno della Chiesa vecchia vi erano cinque altari. L’Altare maggiore conteneva la Statua della Madonna delle Letizie a sedere, con il bambino ugualmente a sedere sul suo grembo. La Statua era fatta di legno, colorata, e posta in una nicchia ornata da marmi antichi, nei quali erano scolpiti quattro Angeli in piedi. Il secondo Altare era dedicato alla Madonna del Carmine, mentre il terzo era intitolato alla SS.ma Trinità. La cappelletta che conteneva questo altare era conosciuta anche come quella dello Spirito Santo. Il quarto Altare era dedicato a San Giacomo Maggiore. Il quinto e ultimo Altare era subito dopo l’ingresso della Chiesa, ed era dedicato a San Lorenzo martire, poi divenne l’Altare della Madonna delle Grazie, che fu collocata nella Chiesa dopo che per tanti anni era stata contenuta nelle Chiese del Convento di San Michele Arcangelo e poi era andata perduta. All’interno della stessa Chiesa, subito dopo l’ingresso a destra, vi era una piccolissima cappelletta che era stata dedicata al Crocifisso, ed era senza Altare.
La vecchia Chiesa non aveva un suo campanile, ma una piccola costruzione insisteva sul tetto dove veniva fissata la campana.
La struttura della Chiesa nel corso degli anni ha subito notevoli cambiamenti. Fu restaurata una prima volta certamente dopo il 1663, quindi nel 1713, quando fu realizzata una nuova cappella per la Beata Vergine, Madonna delle Grazie. Fu restaurata anche nel 1806, quando un forte terremoto fece crollare il tetto e la volta della Cappella della Madonna delle Grazie.
Nel 1944, però, la Chiesa fu completamente ridotta a un cumulo di macerie dal bombardamento più cruento subito dalla città di Artena, durante la seconda guerra mondiale. Era il 31 gennaio 1944, alle due del pomeriggio i Liberator alleati sganciarono una grande quantità di bombe sulla Città, colpendo in pieno anche la Chiesa di Santa Maria. All’interno dell’edificio s’erano rifugiati sacerdoti, fratini e civili: morirono tutti!
Al posto della Chiesa, dopo due anni, fu costruita una piccola Cappella solo per contenere la Sacra Immagine della Madonna delle Grazie che era rimasta illesa dopo il bombardamento. La Statua della Vergine delle Letizie, invece, andò distrutta.
Per la ricostruzione della Chiesa bisognò attendere ben 37 anni, quando fu istituito un comitato per la ricostruzione il cui leader era Don Amedeo Vitelli, parroco di Santa Croce e reggente di Santa Maria per oltre quarant’anni. Nel 1984 fu posta la prima pietra e, due anni dopo, il 2 febbraio 1986, fu consacrata la nuova Chiesa di Santa Maria delle Letizie, la cui struttura attuale ricalca, in gran parte, quella distrutta dal bombardamento.

Per gentile concessione di Vittorio Aimati, dal sito internet: https://www.confraternitamadonnadellegrazie.it/il-santuario/

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