Santa Maria di Fornò (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione
Il santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò sorge nella frazione di Fornò, ad est di Forlì, verso la zona industriale e in direzione Forlimpopoli.

Storia e descrizione

Il santuario all’inizio del Novecento e come appare nel dopoguerra. Il campanile è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale.
La costruzione, che risale alla seconda metà del XV secolo, ebbe come fondatore Pietro Bianco (Pjetër Bardhi) da Durazzo che nel 1448, dopo aver fatto il pirata, ormai zoppo giunse come eremita biancovestito (da cui il soprannome Bianco) a Forlì, dove dimostrò grandissima devozione.
Edificato in città un piccolo oratorio intitolato a santa Maria delle Grazie, noto come la Madonna del Pianto o, per evidenti motivi, la Celletta dello Zoppo, Pietro si spostò nella zona di Fornò, allora boscosa, dove, avendo trovato un’immagine di Maria, decise di costruire il santuario.

Descrizione

È stato definito da Mariacristina Gori “il monumento più singolare del territorio forlivese, anzitutto perché a date assai precoci adotta, in modo totalmente inconsueto per un edificio dedicato alla Vergine, una pianta centrale. L’ampiezza della fabbrica, inoltre, appare sicuramente eccezionale”: la pianta circolare risulta, infatti, di 34 metri di diametro.
Il santuario va annoverato fra le più significative chiese circolari d’Italia. Riccardo Lanzoni lo definisce “un’opera d’arte, pressoché unica in Italia, se non nell’Europa occidentale.
Per la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Fornò, Agostino Di Duccio eseguì due interessanti lavori:
  • nel 1454-1455, una Madonna col Bambino, pregevole statua ad altezza naturale (cm 174), ora conservata nel Vescovado (già Palazzo Marchesi) di Forlì; una copia della medesima è stata ricollocata nel marzo 2016 nella stessa nicchia, in alto sul portale d’ingresso, dove c’era la precedente;
  • probabilmente nello stesso periodo La Santissima Trinità adorata da Pietro Bianco, bassorilievo in marmo con un impianto simile a quello della Trinità di Masaccio.
Attribuito a Leone Cobelli è invece l’affresco con la Deposizione dalla Croce ed un ritratto dell’eremita Pietro Bianco.

Fonte: Wikipedia

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