S. Michele di Mezzo

Descrizione

Descrizione
Il santuario diocesano di san Michele arcangelo fa parte dell’Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno, è situato in via San Michele a Fisciano (SA) a 598 m s.l.m., l’intero complesso risale al XVII secolo.
Il Santuario di San Michele di Mezzo si trova nella frazione di Carpineto Fisciano, a circa 500 metri sul livello del mare, e risale al 600. All’epoca offriva rifugio ai pellegrini che attraversavano il monte lungo il sentiero di devozione, che si firmava tra il luogo che fungeva da ostello con pitture rupestri piuttosto grossolane, disposto in triplo cerchio, chiamato “quadrilli” perché poi incorniciato da piccole pitture per mantenere memoria e testimonianza. Le grotte Michele sono state utilizzate per l’incubatio, pratica curativa che serviva per incanalare visioni o sogni benefici.
L’eremo originario si trova in una grotta naturale dove è stata ricavata una cappella sotterranea dove si praticava il culto dell’Arcangelo Michele, il santo guerriero, patrono prima dei Bizantini e poi dei Longobardi e protettore delle acque, di cui è ricchissimo il territorio dei Monti picentini. S. Grotta di Michele, sicuro carsismo, sembra forse il più antico luogo di culto dedicato all’Arcangelo della nostra zona: si compone di due cavità, la prima delle quali elevata rispetto alla seconda e più recente assegnazione, mentre una bella scala tortile consente l’accesso al secondo sito, che ospita un’icona di Maria Hodegetria (Lei che indica la strada), chiara immagine di origine bizantina doveva essere come i monaci bizantini che praticavano i primi culti in questa grotta, probabilmente dopo essere fuggiti gli arabi che avevano invaso la Sicilia. Ecco perché alcuni storici locali hanno avanzato l’ipotesi che la fondazione possa risalire al periodo bizantino-normanno. Certamente doveva esistere già nell’anno Mille, perché lì visitò Papa Gregorio VII durante il suo esilio a Salerno.
Il complesso di San Michele di Mezzo data la semplicità e le ridotte dimensioni della sua cavità, suggerisce che si trattasse di un piccolo oratorio di campagna intorno al quale viene poi costruito il santuario per garantire il controllo dei beni agricoli e produttivi della valle. La chiesa fu iniziata tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800: una scritta del 1822 documenta i lavori ancora in corso nel santuario e un’iscrizione incisa sulla facciata della chiesa testimonia la data di completamento: MAGNE amabo 1843. l’attuale chiesa è intitolata “Sant’Angelo in Panicola”, il nome deriva dal fatto che la zona era probabilmente coltivata a miglio, o Speltra, che rappresentava il più importante potere piatto del territorio. La panicola proviene dal latino “panicum” o “panicium” che indica con precisione il tipo di coltura “panicum miliaceum”, meglio conosciuto con il nome di miglio, ora utilizzato per l’alimentazione animale, ma che in passato era stato ampiamente utilizzato per l’alimentazione umana ed è ora utilizzato in qualche tradizionale o rituale, conosciuto con il nome di “budino”. Con l’arrivo dei Longobardi, l’Angelo di Panìco si fuse con l’Arcangelo Michele, diventando S. Michele Basso, venerato nella grotta sotterranea.
Attraverso la rampa che conduce alla chiesa si diventa poi S. Michele di Mezzo, così chiamata per distinguerla dal santuario di S. Michele Cima, situato a 1567 metri s.l.m. formato da una cappella di origini remote, alla quale intorno al 1950 si affiancò una chiesa più grande. All’interno si trova anche un riparo con camino e depositi sempre aperto ai fedeli che vengono in pellegrinaggio. Questo percorso tra i tre luoghi in cui si onora l’Arcangelo Michele è stato una sorta di viaggio purificatore per i pellegrini che scendevano nella grotta (S. Basso Michele) che simboleggiava la discesa negli inferi, poi saliti alla chiesa superiore (S. Michele medio) che rappresentava uno stato intermedio di purificazione, e infine raggiungere la cima del Monte (S. Michele Cima), purificare il loro spirito e si sentivano decisamente più vicini a Dio.
Dopo un periodo di declino che ha portato all’abbandono quasi totale dell’intero complesso, nel 2011 il Santuario è stato restaurato e riaperto al pubblico. Lungo la strada che porta al santuario si trovano i 12 santuari della Via Crucis che segnavano il vecchio sentiero. La tradizione vuole che la salita al santuario avvenga 2 volte l’anno: il lunedì di Pasqua e il 29 settembre, quando il santuario è meta di una processione che ha visto i fedeli camminare fino al Santuario portando la statua del santo con il dorso di un dito.

Fonte: https://www.itinari.com/it/location/santuario-san-michele-di-mezzo

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