Santuario diocesano Santa Teresa di Calcutta

Descrizione

Descrizione

Chiesa di Santa Maria delle Grazie, ora Santuario diocesano di Santa Teresa di Calcutta

Aspetto storico

La chiesa di Santa Maria delle Grazie, ora Santuario di Santa Teresa di Calcutta, era  la chiesa della Confraternita di San Michele Arcangelo, ma non nella costruzione odierna.

La prima chiesa esisteva già “ante” 1400; la seconda, ricostruita sul sedime della prima, all’inizio del 1700 si mostrava inidonea a svolgere le proprie funzioni, a motivo delle ridotte dimensioni, delle precarie condizioni di stabilità e, soprattutto, in considerazione del fatto che aveva assunto le funzioni di chiesa parrocchiale, quando fu abbattuta la chiesa di Santa Maria di Piazza, che fungeva da parrocchia.

Urgeva l’ampliamento, ma ciò creava un notevole problema, in particolare per l’ampliamento, perché l’edificio sacro esistente era limitato da ambo le parti laterali e nella lunghezza, rispettivamente dalla piazza antistante, il campanile che si voleva mantenere, la via e la piazzetta posteriore, di proprietà del conte Francesco Ottavio Magnocavalli, abile architetto, proprietario del Palazzo di Famiglia attiguo alla chiesa.

I Confratelli si rivolsero al Conte per il progetto del nuovo edificio, ma, inizialmente i contatti furono piuttosto burrascosi. I primi rifiutavano di concedere al  Magnocavalli l’autorizzazione ad appoggiare l’innalzamento del “voltane” al muro esterno della chiesa. Il Conte rifiutava di cedere parte della piazzetta di sua proprietà, indispensabile all’ampliamento, in lunghezza.

Finalmente, con l’intervento delle Autorità civili e religiose, termina la diatriba, le due parti si accordano e collaboreranno efficacemente.

Il Magnocavalli redigerà il progetto, seguirà personalmente i lavori per la nuova costruzione, rispetterà il divieto di superare in altezza la sopraelevazione del suo palazzo, disegnerà l’altare maggiore, provvedendo anche il marmo “fino” per la sua concretizzazione.

I lavori iniziano nel giugno del 1756 e procedono celermente.

L’assidua presenza del Conte, il suo diretto interessamento, la supervisione a tutti i lavori da lui progettati, comprese le cornici delle ancone, sono di notevole giovamento per i Confratelli.

E’ prodigo di consigli, è pure pienamente consapevole dei costi che si dovranno sostenere; per risparmiare sulla spesa suggerisce di inoltrare richiesta al Re, al fine di poter utilizzare i massi giacenti nel fossato del castello, di raccogliere legna nei boschi, per alimentare le fornaci e risparmiare sulla spesa per i mattoni. Tutta la popolazione collabora, offrendo giornate lavorative, perché saranno poche le persone abbienti che elargiranno offerte in denaro.

In soli due anni la costruzione della chiesa è ultimata: sarà aperta al culto il 21 aprile 1568.

Il risultato è sorprendente! A detta di esperti, la chiesa costituisce un “unicum progettuale” di particolare rilevanza nell’ambito dell’evoluzione artistica del conte Francesco Ottavio Magnocavalli, sempre più orientato ad abbandonare lo stile tardo barocco per un’apertura al “Classicismo Palladiano”

La chiesa di Santa Maria delle Grazie rappresenta anche l’unico progetto del Conte portato a compimento nella sua completezza. Dopo il 1760, infatti, gli altre progetti di architettura religiosa, con buona probabilità attribuiti a lui sono rimasti incompiuti o marcatamente alterati rispetto al progetto iniziale.

Al suo interno le eleganti linee architettoniche, i raffinati decori in stucco, gli arredi connotati da un moderato rococò, l’idonea illuminazione diurna e notturna, quest’ultima rinnovata da un ammodernato impianto elettrico, accentuano il desiderio di sostare, osservare, contemplare, godere tanta meraviglia, e soprattutto di affidarsi anche alla protezione di Santa Teresa di Calcutta, che  è presente con la sua effige statuaria e con la delicata attraente simbologia espressa nell’affresco a lei dedicato.

La Madonnina quattrocentesca con il Bambino attrae con il suo dolce, celestiale volto, pare che desideri ringraziare l’arcangelo San Michele che la sostiene con l’ausilio di graziosi putti.

Il poderoso Crocifisso (altezza metri 3, peso q. 2), realizzato in Perù da scultori locali formati da artisti di Ortisei), attrae per le sue connotazioni artistiche, richiama i crocifissi dipinti su tavole del XlII secolo, le opere di Cimabue e forse anche di Giotto.

 

Contatti

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  • Indirizzo
    Via IV Novembre, 1, 14036 Moncalvo AT
  • Telefono
  • Regione
    Piemonte
  • Location
    MONCALVO

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