Nata a Foligno nel 1248 da famiglia agiata, di cui si ignora il casato, non compì studi, ma nonostante la sua poca conoscenza della scrittura e la modesta esperienza della lettura, giunse a comprendere perfettamente la lingua latina. Della sua giovinezza narrò essa stessa gli errori, le intemperanze, le colpe che devono essere comprese all’interno della successiva esperienza ascetica. Nel 1285 iniziò la sua rinascita morale attraverso una confessione integrale dei suoi peccati a fr. Arnaldo da Foligno, frate minore suo parente e consigliere spirituale. Iniziò così una vita di austera penitenza, vivendo nella povertà dalle cose, dagli affetti e da se stessa. Tuttavia, a motivo della radicale conversione, dovette affrontare ostilità e vessazioni da parte della famiglia. Dopo la sua conversione nel 1288 circa, Angela fu colpita in poco meno di due anni dalla morte del marito, dei figli e della madre. Nella solitudine disperata trovò la via che Dio le stava mostrando, vendette quasi tutti i beni e cominciò a passare ore in ginocchio davanti al Crocifisso, nutrendosi quotidianamente di una solida vita di preghiera.
Per verificare le sue esperienze mistiche iniziò a confidarsi e a confrontarsi con fr. Arnaldo. Il frate iniziò a seguirla analizzando le sue esperienze mistiche che in un primo tempo, da fatto personale e privato, divennero pubbliche. Infatti si diffusero le notizie dei suoi rapimenti mistici, dei quali uno tra i più famosi, avvenne durante il pellegrinaggio ad Assisi nell’autunno del 1291 e dove le apparve la SS. Trinità. Altri fenomeni mistici da ricordare, anche perché particolarmente importanti, furono le estasi della Porziuncola (2 agosto 1300) e quello che ebbe durante una grave malattia tra il 29 settembre 1300 e il 2 febbraio 1301.
Tra la fine del 1290 e gli inizi del 1291 entrò nell’Ordine francescano secolare, vivendo la sequela di Cristo sull’esempio di Francesco d’Assisi in penitenza e nella radicale imitazione di Gesù, meditando soprattutto la sua passione. Arnaldo ebbe l’incarico dai superiori di riferire in una particolareggiata relazione sui contenuti delle rivelazioni di Angela, da cui poter stabilire se fossero ispirate, oppure di diversa origine. Egli redasse un Memoriale, da sottoporre ad una commissione composta da otto teologi francescani ed alcuni esperti, tra cui il cardinale Giacomo Colonna, che l’approvò prima del 1297.
È stata costruita nel XIII secolo, inglobando la più antica chiesa di San Matteo, della quale si hanno notizie a partire dal 1095.
Fu completamente trasformata alla fine del Settecento (1796), su disegno dell’architetto Andrea Vici, allievo del Piermarini. I lavori furono completati soltanto a metà dell’Ottocento. Riaperta al culto l’8 giugno 1856, la chiesa fu completata nel 1886, con l’allestimento dell’attuale
facciata, progettata dall’ingegnere Giovanni Bertuzzi. La chiesa, oggi santuario della Beata Angela da
Foligno, per secoli ha svolto la funzione di dimora dei minori conventuali, che tuttora la officiano.
L’interno, in stile neoclassico, custodisce le urne contenente i corpi della beata Angela e della beata Angelina da Montegiove.
Degna di menzione è la Cappella di San Matteo, che presenta numerosi affreschi, definiti da Giordana Benazzi “il più cospicuo gruppo di dipinti di primo trecento esistente nella città”. A partire dal lato sinistro si vedono due apostoli, serafini (frammenti), figure di astanti (frammento), due santi diaconi (frammento), angelo entro cornice polilobata, due santi francescani, Crocifissione, santo vescovo. Nel vano attiguo, in comunicazione con la cappella, altri affreschi più tardi, con Estasi di una santa; Santa Caterina; Andata al calvario; San Sebastiano e San Rocco; un piccolo ciclo con Sposalizio mistico di Santa Caterina, Annunciazione (frammento), San Pietro.
Nella
sacrestia è il simulacro-reliquiario ligneo della Beata Angela (XVI secolo) e inserita in una monumentale struttura in pietra una
Visione di San Bonaventura del
perugino Anton Maria Garbi, proveniente dall’altare maggiore dell’oratorio del Gonfalone.
All’interno del convento, San Giuseppe da Copertino e San Pasquale Baylon, opera del folignate Enrico Mattei; Madonna col Bambino e i santi Anna, Antonio da Padova, Francesco, Chiara, Elisabetta d’Ungheria, del perugino Benedetto Bandiera, ed alcuni dipinti di epoche diverse raffiguranti la beata Angela, tra cui è degno di nota un olio su masonite, del 1932 ca., opera di Ugo Scaramucci.
Sopra il portale di accesso al chiostro, era collocata una lunetta affrescata da Pierantonio Mezzastris nel 1499, Madonna col Bambino e santi, staccato e conservato nel Museo della città.
La sistemazione attuale del chiostro risale al XVII secolo. Nella parete di sinistra dall’ingresso sono visibili elementi architettonici appartenenti alla struttura medievale della chiesa, mentre in quella di destra alcune lapidi sepolcrali.
Con il recente restauro delle lunette, affrescate nel 1688, sono riemersi, insieme alle scene illustrate, anche numerosi stemmi di famiglie gentilizie, legate alla chiesa per il giuspatronato di altari, diritto di sepoltura, acquisizione di altre benemerenze, famiglie quasi tutte residenti nell’ambito parrocchiale della chiesa tra XVII e XIX secolo.