Madonna dei Miracoli

Descrizione

Descrizione
Il Santuario della Madonna dei Miracoli o Madonna Bella di Cantù è il simbolo principale della fede Canturina e della protezione divina. Nel 1543, secondo la tradizione popolare, fuori della porta di Campo Rotondo vi era un pilastro su cui era dipinta l’immagine di S. Maria Bella, oggetto di devozione da parte dei viandanti e degli abitanti delle cascine del luogo.
In tale periodo la gente non aveva di che sostentarsi a causa di una tremenda carestia e verso maggio, la popolazione era stremata e disperata. Angiolina della Cassina Novello, impietosita per i genitori e la famiglia indigente ed affamata, andò a pregare presso l’immagine di Maria Bella. Al termine della preghiera, alla fanciulla apparve una donna bellissima coperta da una bianca veste che le disse: “Ritorna alla tua famiglia e dì ai tuoi che vengan fuori a mietere la segale che è tutta matura”. Angiolina corse a casa e narrò piangendo l’accaduto. La segale, improvvisamente maturata in un tempo in cui “grano maturo non doveva essere”, fece vivere comodamente tutta la gente del posto e così terminò la miseria.
Tale strepitoso miracolo si divulgò nel territorio circostante ed iniziò il culto di S. Maria Bella. Un manoscritto di quei tempi ricorda ben cento e più miracoli operati per intercessione dell’immagine di S. Maria Bella, chiamata per questo Madonna dei Miracoli.
Eretto direttamente sul luogo a testimonianza del prodigio (l’apparizione della Vergine ad una contadinella nella vicina Cassina Novello), fu benedetta la prima pietra nel 1554 dal nobile reverendo Don Andrea Sola, Vice preposto di Galliano.
Il Santuario fu ultimato e consacrato nel 1555. Sull’altare maggiore conserva l’immagine di Santa Maria Bella: così era chiamata dal popolo quando la pregava dipinta su di un rozzo pilastro che era situato fuori della Porta di Campo Rotondo.
San Carlo Borromeo, in visita pastorale nell’ottobre 1570, volle l’edificio affrescato nella Cappella grande e soltanto nel biennio 1637-1638 Giovan Mauro della Rovere (1570-1640), uno dei fratelli detti i Fiammenghini, pose data e firma della cupola, del presbiterio e del coro, praticamente sua ultima opera.
La cupola, impostata sopra una pianta rettangolare di circa m. 7 x 8, è dedicata al tema dell’Assunta in un ambiente – osiamo dire – di scenografia teatrale: un porticato ad anello, visto dal basso, apre al cielo dove la Vergine troneggia in mezzo ad un coro di nubi e di angeli musicanti; negli otto scomparti del porticato e tra gli spazi giocati nella sottostante balaustra, si alternano figure solenni di biblici re,10 profeti e sibille mescolate insieme a putti festanti.
Di grande interesse le due pareti del presbiterio dove l’autore volle, a sinistra, La visita dei Magi e, a destra, Le nozze di Cana.
La volta del coro si presenta ricca di stucchi, disposti a crociera e risolta al centro, nell’area dominante, con la figura del Padre Creatore che si affaccia ancora ad angeli musicanti.
Sulle pareti di sinistra, del fondo e di destra sono rappresentati episodi che esaltano (eccezion fatta per il riquadro dedicato alla Strage degli innocenti) Maria protagonista: La visita a Santa Elisabetta, La presentazione al Tempio, I pastori alla Grotta, La fuga in Egitto, Il sogno di Giuseppe e La chiamata dei pastori. Particolarmente meritevoli di segnalazione sono pure due opere pittoriche tuttora presenti: L’Incoronazione della Vergine, di Camillo Procaccini (1551-1629, alla cui bottega sicuramente imparò Giovan Mauro) e L’Apparizione di Cristo a Santa Teresa, di Carlo Grandon (sec. XVIII), donato al Santuario dal Canonico Torriani nel 1777. Il Santuario crollò nel 1837, ma venne subito riedificato sotto la direzione dell’arch. Giacomo Moraglia, così da esser nuovamente inaugurato nel 1863. La facciata attuale è del 1900 per disegno dell’arch. Italo Zanolini .
Ogni anno il 15 e il 16 agosto ci sono le celebrazioni religiose della Madonna Assunta con l’indulgenza plenaria, accanto alle quali si svolge l’omonima fiera.

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