Santa Maria dei Miracoli di Monte Albino

Descrizione

Descrizione
Il santuario di Santa Maria dei Miracoli è un complesso religioso mariano sito a Nocera Inferiore posto a 300 metri s.l.m., a mezza costa del Monte Albino. Inizialmente l’area ospitava una cappella dedicata alla Madonna dei Pigni. Nel 1530 l’edificio fu trasformato in convento dal condottiero nocerino Giambattista Castaldo dedicato all’ordine degli olivetani.
Nel XVIII secolo, dopo una frana, il complesso conventuale fu spostato a valle e il complesso andò in decadenza. Fu ristrutturato nel corso dell’Ottocento.
Nel 1973 fu elevato a Santuario Diocesano Mariano dal vescovo Jolando Nuzzi. Meta di pellegrinaggi in primavera, lo si raggiunge da una strada cementata, che arriva alla base del santuario, da dove parte una scalinata che arriva all’edificio.
In origine l’area ospitava l’antica cappella, detta dei tre Pigni o delli Pigni, che recava un’immagine della Vergine ritenuta miracolosa. Fu in origine meta di riposo per i contadini dell’Agro nocerino che si recavano verso il mercato di Amalfi per vendere i frutti della propria terra. Si trattava di un punto di ristoro per le bestie da soma che si abbeveravano presso le fonti dette Bocca di mare, Musceo e Fontanelle. La custodia della cappella era affidata alle cure della Confraternita di Santa Maria a Monte presso la Cappella di San Nicola nel rione Casolla. Al culto dell’immagine miracolosa fu aggiunto quello dei santi Eligio ed Emidio. Nel 1530 la piccola cappella fu completamente trasformata per opera del condottiero nocerino Giambattista Castaldo che vi realizzò un convento in ossequio a un ex voto. Si narra che il Castaldo fosse inseguito da alcuni briganti e si rifugiò nella grotta dedicata alla Madonna. Promise alla Vergine che se si fosse salvato, avrebbe ristrutturato e ampliato al cappella realizzando un convento dedicandolo all’ordine degli olivetani. Primo abate della neonata struttura fu Cipriano Castaldo, nipote del fondatore. Nel 1715 Raimondo de Mata fu eletto ultimo abate della struttura. Il convento fu seriamente danneggiato da una frana il 2 dicembre del 1745, in seguito alla quale i monaci si spostarono a valle, fondando la chiesa ed il convento di San Bartolomeo. La ricchezza di Giambattista Castaldo, che raggiunse il grado di generale dell’esercito di Carlo V d’Asburgo fece sì che il complesso da lui fondato fosse riempito di opere d’arte (che furono tutte traslate contestualmente al trasferimento della struttura).
Ospitò fin dall’origine uno dei pochi dipinti originali di Raffaello presenti nel Mezzogiorno, la Madonna del duca d’Alba, oggi a Washington. Vi erano tre dipinti di Marco Pino, la Madonna con Bambino e santi (oggi ospitata presso la chiesa di San Bartolomeo a Nocera Inferiore); la Resurrezione di Lazzaro (oggi a Napoli); la Conversione di san Paolo (oggi a Palermo).
Vi erano un tempo anche i monumenti funerari della famiglia Castaldo, tra cui spiccava il busto marmoreo di Giovan Battista Castaldo, opera di Leone Leoni[1]. Era presente, infine, un ritratto commemorativo del fratello di costui, l’olivetano Giovan Matteo Castaldo, vescovo di Pozzuoli dal 15 febbraio 1542 al 1586, anno della sua morte

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