Madonna del Bailino  

Descrizione

Descrizione
Levate è una parrocchia della pianura bergamasca. Ha un santuario nei campi, fra gagliardi e ombrosi ippocastani. Si tratta di una devozione a una statua molto antica che raffigura la Madonna seduta che allatta il Bambino. La chiesa è dedicata al mistero della maternità della Vergine Maria: «Maternitas tua gaudium annuntiavit universo mundo», si legge nel cartiglio sopra l’arco del presbiterio. Già dal 1820 il Maironi da Ponte la ricordava come «una chiesa in onor di Maria Vergine Lattante»; e opere d’arte rappresentanti la Madonna in questa funzione quanto mai santa e umana ve ne sono parecchie.
C’è un equivoco circa il nome. In passato si riteneva che “Bailino” o “Baglino” derivasse da “balia”, che, in bergamasco, era la madre che prendeva in affidamento il neonato di un’altra donna per allattarlo. Costei era detta “balia” (o baglia) perché prendeva un bambino “a baglino”.
Uno studioso locale, Vincenzo Marchetti, nel 1975 scriveva: «Niente di tutto questo perché, almeno sul nome, la storia è chiara: “Bailino” è il toponimo della zona su cui sorgeva l’antica cappella sostituita dall’attuale santuario. Ne sono prova le numerose pergamene conservate nella biblioteca civica e che parlano del luogo, a cominciare dalla prima metà del marzo del 1008, in cui è citato un luogo detto “Balio”». Il santuario, attesta un cartiglio, è stato ampliato nel 1774 e decorato nel 1953, e un’altra iscrizione dice che è stato terminato nel 1779.
Chi percorre la strada che conduce nella bassa bergamasca dal popoloso paese di Stezzano verso l’antico borgo di Verdello, ha la piacevole visione, sulla destra, di un santuarietto immerso nel verde e attorniato da recenti costruzioni: è quello della Madonna del Bailino, sito nel paese di Levate, a circa 10 Km da Bergamo.
Una deviazione è opportuna per visitare questo grazioso santuario dedicato alla Beata Vergine Maria. E la motivazione non è solo perché una sosta è salutare per tutti i devoti della Madonna, e la visione di alcuni pregevoli affreschi recentemente portati alla luce può appagare artisticamente anche i palati più raffmati, ma soprattutto per renderci conto del significato profetico che ispira la statua cinquecentesca della Madonna nel gesto umanissimo di allattare il Figlio. Grandissima è la devozione delle gestanti e partorienti verso questa Madonna. Esse invocano la Madre del Signore perché le accompagni nel travagliato percorso della loro maternità.
È bello vedere queste mamme, spesso accompagnate dallo sposo e da altri bambini, che si confidano a Maria, la Mamma per eccellenza. Ed è ancora più bello rivederle con il neonato che hanno generato ritornare al santuario per ringraziare la Madre di tutte le madri.
Chiaramente questi fatti non solo ci rendono orgogliosi del nostro santuario, e festeggiamo la prima settimana di settembre con una festa fondamentalmente spirituale che dura otto giorni, ma ci fanno anche pensare con una punta di orgoglio che, in un contesto culturale di denatalità diffusa, è prezioso e profetico possedere un santuario che ricorda a tutti come la maternità è un po’ un raggio di Maria, che abbraccia e benedice ancora oggi ogni maternità umana.

Tratto dall’articolo di “FAMIGLIA CRISTIANA” a cura di Vincenzo Marchetti (nr. 37/2003)

Photo© Nessi Alessandro

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