Beata Vergine del Portone o Portae Paradisi

Descrizione

Descrizione
L’immagine venerata in Santuario, raffigurante la beata Vergine con Bambino tra i santi Secondo e Marco, venne affrescata da Gandolfino da Roreto (fine XIV – inizio XV sec.) sopra l’architrave dell’antica porta della cinta muraria di borgo San Marco.
Divenuta ben presto oggetto di devozione e meta di pellegrinaggio da tutto il Piemonte, sotto l’affresco venne collocato un balcone di legno, per mezzo del quale i devoti potevano avvicinarsi maggiormente. Nel 1689, il Comune di Asti pensò di costruire un tempietto che racchiudesse la porta, lasciando libero il sottopassaggio, come è visibile in una delle foto a fianco.
Il grande Santuario è stato edificato a partire dal 1902 su disegno dell’architetto bolognese Giuseppe Gualandi. L’8 novembre 1946, papa Pio XII acconsentì che la beata Vergine del Portone diventasse compatrona insieme a San Secondo della città e della diocesi di Asti.
Il nuovo edificio ingloba quel che resta del santuario di fine seicento, visibile esternamente come innestato nell’abside del santuario novecentesco. Internamente, appare come un sacello, ospitante la venerata immagine della Madonna con Bambino.
Edificato tra il 1902 e il 1912, su progetto del bolognese Giuseppe Gualandi, in stile romanico-bizantino, a tre navate, più due grandi cappelle laterali, fronteggianti e simmetriche a forma di coro, a crociera latina, il cui braccio trasversale misura 35,25 metri.
La cupola si innalza sul tamburo salendo a 41 metri dal livello del pavimento; è sormontata da un cupolino su cui poggia la statua di rame dorato della Vergine, alta 3,70 metri, opera di Augusto Milani. L’altezza totale è di 50,20 metri.
L’atrio è imponente, formato di colonne bizantine di granito e chiuso da una cancellata armoniosa in ferro battuto. Si accedere mediante una scalinata ampia quanto la facciata. Per avere un’effetto suggestivo dell’interno entrare per la porta centrale, e già dalla soglia l’occhio del visitatore rimane colpito dall’ampia apertura che si osserva subito dopo l’abside, la quale inquadra ciò che rimane del santuarietto seicentesco insieme con l’antica icona della Vergine Porta Paradisi.
La navata centrale, lunga 45,50 metri, s’impone per la sua grandiosità, nel suo romanico slanciato e armonioso, ricchissimo di volute e fogliami per quanto riguarda i capitelli in stucco, che unitamente ad altre parti vennero rivestiti di oro sul finire degli anni ‘40 dal decoratore astigiano Nino Bosio. Quattro enormi pilastri conferiscono imponenza davvero basilicale alla cupola.
Particolare attenzione meritano gli affreschi, eseguiti da Giovanni Bevilaqua tra il 1974 e il 1950, ognuno della ragguardevole dimensione di 70 mq. circa. In alto a sinistra della navata centrale è raffigurato lo Sposalizio di Maria e nella parete di fronte le Nozze di Cana.
Le vetrate policrome sono opera pregevole di Attilio Fabbri di Bologna. La Via Crucis è opera dello scultore milanese Nardini.

Il sacello

l sacello è quanto rimane del piccolo santuario seicentesco. Qui si trova la venerata immagine, contornata da una cornice barocca, in forma di trittico: accanto alla Beata Vergine con Bambino, al suo lato destro è raffigurato San Marco mentre sulla sinistra vi è il patrono della città San Secondo.
Il primo recinto di mura (XIII sec.) della città di Asti venne munito di porte fortificate da permettere le comunicazioni con l’esterno. Un tratto di queste antiche mura è visibile qui vicino, nei pressi della Torre Rossa, e poi ancora nelle adiacenze del Santuario. Oggi, l’unica porta ancora presente in Asti è quella di San Giuliano, chiamata poi Porta San Marco; è in parte riconoscibile esternamente (guardando dal giardino della Grotta di Lourdes) mentre di fronte è stata inglobata qui all’interno del Santuario. Quest’immagine di Madonna con Bambino – attribuita a Gandolfino da Roreto (XIV secolo) – è stata via via oggetto di particolare venerazione da parte degli astigiani tanto che, nell’anno 1650, sotto l’affresco, venne installato una sorta di balcone in legno al quale si accedeva per mezzo di due scalette laterali. Questo affinché i fedeli che qui sostavano non ostacolassero la libera circolazione. Successivamente, tra il 1689 e il 1690 venne costruito l’antico santuario con lo scopo di includervi tutta la porta, lasciando ancora libero il passaggio sottostante.
Gli affreschi del sacello
Sulle pareti sono visibili gli affreschi fatti eseguire nel 1705 dal vescovo Milliavacca. Alcuni di essi sono ovviamente dedicati alla vita di Maria: sulla parete di destra la Nascita; di fronte, la Presentazione al Tempio; sopra l’affresco della Madonna del Portone, l’Assunzione; sulla volta, l’Incoronazione. Sulle pareti, sopra il cornicione accanto alle finestre sono rappresentati (in senso orario): Isaia, Elia, il re Davide e Mosè. Agli angoli della volta, troviamo i quattro evangelisti.

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