Madonna del Rosario del Furi

Descrizione

Descrizione

STORIA

La contrada del Furi si trova a circa due chilometri dal Comune di Cinisi.Il luogo e’ posto tra due gole in prossimità’ di un antico casale musulmano.Qui sorge il Santuario della Madonna del Furi, costruito in seguito ad un miracolo avvenuto nell’anno domini 1718. Gia’ dal 1616, i pastori del luogo si riunivano in preghiera nei pressi di un antico edificio, dove era dipinta nel muro un’immagine della Madonna del Rosario. Da qualche tempo pero’, la devozione era andata scemando. Secondo una antica tradizione, un certo Antonio Briguglio, passando per una via che porta presso contrada Gifina, venne colpito dalla visione di una donna molto bella, che gli apparve dall’alto di una roccia vicina. Dopo i primi momenti di stupore, il pastore si avvicino’ a lei dicendole:”Andate indietro e fate sapere al vostro arciprete che la mia immagine si trova da piu’ anni in un canto di questo campestre casamento e che piu’ non mi si presta culto, lasciandomi nella dimenticanza. Abbia cura il parroco di risvegliare nei fedeli la devozione”. Ubbidiente alla splendida visione, sconvolto e turbato, l’uomo torno’ indietro e si recò immediatamente dal parroco. Dopo essere riuscito a fatica farsi udienza, visibilmente commosso, spiegò quanto accadutogli. Il parroco, meravigliato ma felice della notizia della visione, che misteriosamente coincideva con ciò che egli stesso, durante la notte, aveva sognato, chiamò a raccolta il popolo di Cinisi, e, insieme, si avviarono verso la contrada Furi. Giunti sul posto, trovarono facilmente, sulla parete del casamento campestre utilizzato dai pastori, il dipinto della Madonna e il parroco, insieme al popolo, venerarono l’immagine sacra. La speranza di ottenere le grazie della Madonna del Furi, servendosene e curandone il culto, spinse Don Cesareo da Palermo, parroco cassinese di Cinisi, a fare erigere una chiesetta al fine di custodire l’immagine sacra e consentire la pubblica venerazione e devozione. Egli pensò di realizzare la costruzione e mantenerne il decoro, grazie alle offerte e alle elemosine dei fedeli raccolte da un eremita, alla cura del quale fu affidata la piccola chiesa. Nel 1758, la costruzione fu ultimata e le preghiere dei fedeli non mancarono di essere accolte. Per alcuni anni il culto fu continuamente alimentato, ma, come accade a volte, l’oblio era in agguato, e per ben tredici anni, nessuno si occupò del santuario, né di ciò che faceva l’eremita, tale Bartolomeo Storace. Nel 1773, il nuovo parroco di Cinisi salì al Santuario del Furi e, constatata la devastazione e la desolazione del luogo sacro, decise di nobilitarlo restituendogli l’antico decoro. Con l’aiuto del notaio Salvatore Palazzolo e del Sacerdote Vincenzo Cucinella, fece venire da Carini un tale Giuseppe Biundo, un uomo di sani principi, per dedicarsi ad una vita eremitica al servizio del Signore e nella devozione alla Vergine Madre di Dio. Il Biundo, dopo alcune difficoltà’ dovute alle minacce dei malviventi del luogo, incoraggiato e rincuorato dal parroco, accettò di vestire l’abito eremitico il 26 luglio 1778. La condotta del vecchio frate fu esemplare per tutti. Sottoposto e ubbidiente ai comandi del parroco, vestì la sua anima di umiltà e semplicità come la tonaca che indossava. Nel giro di cinque anni, le somme elargite dai fedeli furono sufficienti a permettere il restauro e la nuova espansione del culto. L’amore dei cinisensi per la loro Madonna, da allora non si è mai più spento. Il Santuario è sempre meta di pellegrinaggi in occasione delle ricorrenze religiose ed anche luogo di accoglienza per coloro che vengono a pregare nella speranza di essere esauditi.

L’IMMAGINE DELLA MADONNAMadonna furi icona

L’ immagine, olio su ardesia, raffigura la Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Rosa, secondo la tradizione e secondo un antico manoscritto, l’immagine è stata realizzata da un anonimo monaco benedettino. La cittadina infatti, è stata fondata dai padri benedettini intorno all’anno 1100 e i monaci hanno retto la chiesa fino alla fine del 1860, quando la cura delle anime è passata al clero secolare.

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