Madonna della Serritella

Descrizione

Descrizione

A Volturino, piccolo centro dei Monti Dauni, il culto della Madonna della Serritella riecheggia nel tempo.

I documenti della Chiesa Badiale la chiamano “chiesa extra moenia” ed anche “cappella rurale”. In origine la chiesa constava di due navate. Fu anticamente Convento dell’Ordine dei Predicatori. Non si ha però memoria della sua antichissima fondazione.

Ridotta in pessime condizioni statiche, nel 1711 il Visitatore Apostolico ordinò la completa demolizione della navata di oriente e una trasformazione di quella restante; fece chiudere la porta maggiore dell’ingresso sita a nord, costruendovi la nicchia per la Statua della Vergine e fece aprire un nuovo ingresso a sud. I documenti, inoltre, affermano anche che, ab immemorabili, fu ufficiata dai frati dell’Ordine di San Domenico, chiamati dal popolo per la conservazione del culto della Madonna della Serritella, largamente diffuso in tutti i paesi della capitanata. La permanenza dei frati di San Domenico in Serritella si protrasse per oltre un secolo(fino al 1653) e restaurarono la chiesa e l’antico monastero ed adattarono ad uso di ricovero i resti del Senadochio, continuando così l’ospitalità tradizionale del Medioevo.

Nel 1718, il Card. Orsini, fece collocare nella parte orientale l’altare della Chiesa di San Domenico di Volturino e l’anno seguente la aprì al culto. In seguito la chiesa venne conservato per interessamento del Pio Stabilimento di San Domenico per la pubblica Beneficenza. Fin dal secolo XVII, vi ha dimora l’eremita, una volta frate poi laico, per la custodia della chiesa.

La festa tutta campestre, della Madonna della Serritella, affonda le sue radici verso la fine del ‘700, e che, grazie agli studi storici portati avanti dall’Abate Don Gaetano Schiraldi, è stato possibile riportare alla luce. Correva l’anno 1772 quando vi era l’uso nella terra di Volturino che il Clero riscuotesse annualmente su tutti i territori seminativi del tenimento comunale una decima pari ad un tomolo su dodici. Questa situazione, dato il reale disagio della popolazione causato da terremoti, epidemie e carestie, creò subbuglio e si verificarono litigi ed episodi di sangue. Giovanni Coccoli, vescovo di Volturara Appula, intavolò un vero e proprio discorso diplomatico tra il Clero ed i rappresentanti della popolazione. Il Coccoli cercò di trovare una soluzione alla situazione non senza affidarsi alla provvidenza divina. Volle fortemente invitare ,per questa ragione, il popolo di Volturino a confidare nella protezione della Madonna di Serritella. La sospirata soluzione arrivò il 1 Maggio 1774. La decisione unanime fu che ogni anno la popolazione avrebbe dovuto versare al Clero le decime sacramentali pari ad un tomolo “a barra” per versura seminata a grano, orzo e fave. Era l’8 maggio 1774 e la decisione fu resa nota dinanzi alla Chiesa Badiale; tutti acclamarono al concordato. I Volturinesi, data la risolta situazione, attribuirono la risoluzione del problema all’intercessione ed all’intervento materno della Madonna di Serritella. Così lo stesso 8 maggio 1774, ad unanimità la Madonna fu proclamata Patrona di Volturino. In questa stessa occasione, in segno di eterna riconoscenza e gratitudine, si deliberò che ogni anno nella prima domenica di Maggio la statua della Madonna fosse portata processionalmente con grande solennità dalla chiesa di Serritella alla chiesa Badiale. Un tempo uomini e giovani, con coppie di buoi o cavalli, tracciavano i solchi, che partendo da Serritella tiravano dritto verso la chiesa di Volturino. La processione era aperta dalla “cavallereccia”,seguivano poi tutti gli animali bardati a festa. Ed è proprio questa tradizionale usanza che viene rievocata dall’attuale Associazione turistica Pro Loco nella prima domenica di Maggio. Oggi, in seguito all’evolversi della tecnologia, si possono ammirare carri allegorici, riccamente addobbati, che precedono il simulacro della Vergine.

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