Madonna di S. Martino  

Descrizione

Descrizione
Elegante edificio seicentesco a pianta centrale, collocato appena al di fuori dell’antica cinta muraria d’epoca veneta.
La miracolosa scultura in legno policromo raffigurante la Madonna con Bambino è collocata sull’altare maggiore, affiancato da due grandi teche nelle quali sono disposti oltre duecento ex voto che testimoniano la devozione della comunità lonatese per questo Santuario.

LA STORIA

Nel 1614 vescovo di Verona era mons. Alberto Valier. Una cinquantina di anni prima c’era stato il Concilio di Trento e non era facile per la gente gridare al miracolo. La visione della giovane fu presa in considerazione e valutata da una Commissione di teologi; l’arciprete Quinto Segala riferì al vescovo quanto aveva potuto verificare e chiese il permesso di erigere un nuovo luogo di culto, per assecondare la volontà di Maria. L’autorizzazione fu accordata senza ostacoli e una nuova cappella sorse a San Martino. La statua lignea della Madonna in trono con il bimbo Gesù fu così trasferita dalla vecchia alla nuova sede.
Una quindicina di anni dopo, quando ormai la cappella dell’apparizione era officiata regolarmente, la peste e la povertà accrebbero l’attenzione e incrementarono la fede nella “Madonna Miracolosa”, la Vergine protettrice che allontanava le pestilenze. Aumentarono anche le offerte da parte di enti pubblici e di privati che consentirono di progettare un tempio più grande. La chiesa-santuario di San Martino, dedicata a Dio e alla Madonna, fu costruita in circa 35 anni in pieno Seicento barocco, inglobando la cappella dell’apparizione. Verso il 1675 la parte principale era terminata; mancavano solo la sagrestia e il campanile. Si procedette comunque al secondo trasferimento della statua, dalla cappella dell’apparizione alla nuova edicola lignea dell’altare maggiore; questa volta per mano dell’arciprete Pietro Redolfi. Finalmente, l’effigie della Madonna trovò la sua sede definitiva. E verso la fine dell’Ottocento fu sottoposta a un importante restauro: la statua non aveva più veste ricamata e manto, ma legno restaurato trattato e dipinto, come la si vede oggi nella chiesa e nelle processioni. Ai lati dell’altare e in sagrestia sono custoditi gli ex voto di quanti da lei hanno ricevuto grazie.

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