Madonna di Strada

Descrizione

Descrizione
Il Santuario è uno dei più antichi del Friuli Venezia Giulia; presso la chiesa passava l’unica via di comunicazione pedemontana; il guado del torrente Colvera era effettuato con l’aiuto del cavallo (chiamato allora “marcadellus”). La fama del Santuario si diffuse molto nei secoli scorsi, anche per le numerose guarigioni miracolose che vi avvenivano. L’edificio fu ricostruito più volte lungo i secoli, in seguito a guerre e terremoti. Si racconta che l’immagine della “Madonna di Strada”, in pietra dipinta, sia l’ex voto di un castellano di Fanna del ‘400, salvato miracolosamente dalle acque impetuose del Colvera che scorre a fianco del Santuario. Maria indica a tutti Gesù come Strada che conduce alla vera vita.
Pare che l’attuale santuario, almeno nelle sue principali mura, sia stato innalzato nel 1356 su commissione di Giovanni Malagrini, possidente di Fanna, …in remissione dei suoi peccati e affidato al piovano di San Remigio (ora Cavasso Nuovo). Solo nel 1757 una ducale di Francesco Loredan sanzionò la dipendenza di Madonna di Strada dalla Parrocchia di Fanna.
L’edificio ha subito molti rifacimenti fra il 1400 e il 1700, tanto che si pensa che della vecchia chiesa sia rimasta l’attuale abside con l’affresco dell’Annunciazione.
Il campanile e la sacrestia sono stati edificati nel 1733.
La chiesa, nello stato attuale, fu costruita negli anni 1886-1899 quale moto spontaneo dei popolani di Fanna.
Il soffitto fu affrescato dal poeta-pittore-patriota Vittorio Cadel (1884 +1917) con una scena dell’Incoronazione della Vergine e quattro medaglioni di Santi.
La statua policroma oggi venerata dai fedeli è attribuibile al Pilacorte (sec. XIV) e rappresenta Maria che sorregge il Bambino con in mano una pergamena su cui è scritto “Io sono la vita”. La tradizione recita che sia un “ex voto” elargito da un castellano dei Signori di Polcenigo, salvatosi a stento da una piena improvvisa del vicino torrente Colvera.
Sembra che alla fine del 1400 la chiesa fosse del tutto cadente e l’immagine di Maria abbandonata.
La leggenda narra, infatti, di un ritrovamento della statua in mezzo ai cespugli e di tre tantativi di portarla nella Pieve di San Remigio, che immancabilmente si risolvevano con l’immagine ritornata sulle rive del Colvera. Preso come segno della volontà della Madre di Gesù, i fedeli ricostruirono la chiesa ed il Santuario rifiorì.

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