Maria Madre del Salvatore (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione
Il Santuario ha origini molto antiche. Una chiesa dedicata a San Salvario (Santissimo Salvatore), infatti, è citata per la prima volta in un documento dell’anno 880, ritenuto, però, in seguito un falso piuttosto tardivo. La prima data sicura, perciò, in cui compare la chiesa è l’anno di un atto di donazione, il 1039. Dopo il continuo passaggio da un proprietario all’altro nel corso dei secoli, nel 1450 il terreno su cui era costruita la chiesa, il mulino e le case vicine passarono ai Lampugnani, i nuovi feudatari di Casale.
Intanto nella prima metà del XV secolo un vasaio casalino, aiutato da un viandante sconosciuto, modellò nella creta una statua della Madonna con il Bambino Gesù, posta poi nell’antica chiesa di San Salvario. La statua di austera bellezza fu subito venerata e la chiesa divenne meta di molti devoti. Io affermerei che fu “amore a prima vista” ed è così che la devozione alla “nostra” Madonna ebbe inizio, rafforzandosi ancora di più dal 1574 e divenendo da allora sempre più grande e intensa.
In quell’anno, infatti, avvennero le apparizioni: per più sere si videro processioni di frati Cappuccini che andavano con lumi accesi a rendere omaggio alla Vergine Santissima, finché Lei stessa apparve a benedire quel luogo. Migliaia di persone piene di meraviglia, entusiasmo, commozione, provenienti da Casale e dai paesi vicini, assistettero a questi straordinari avvenimenti.
Alla luce dei nuovi fatti la Confraternita dei Disciplini di Santa Marta, con sede nella chiesa di Sant’Antonio, chiese ai Lampugnani il terreno su cui sorgeva la chiesa di San Salvario per meglio custodirla. Essi rifiutarono e perciò i Disciplini portarono la statua della Madonna in Sant’Antonio. La tradizione, però, racconta che passò la notte e poco prima dell’alba una donna mentre percorreva il sentiero che da casa portava verso i campi si incontrò con l’immagine della Madonna che ritornava da sola nella sua Chiesina di San Salvario. La statua fu ritrovata in San Salvario, segno che la Madonna voleva essere onorata proprio lì.
Si decise così di fondare un convento di Cappuccini in quel luogo.
LA TRADIZIONE POPOLARE
    Nel 14° secolo in Casalpusterlengo viveva un giovane pio e devoto, che lavorava modellando e cuocendo vasi di creta: un Vasaio. Un giorno mosso da una speciale devozione verso la Madre di Dio volle onorarla con la sua arte. Modellò con tenera argilla una statua della Vergine e non gli riusciva di modellare bene le teste della Madonna e dei Bambino, mentre si sforzava si trovò accanto uno sconosciuto vestito da pellegrino che gli offri il suo aiuto.
Il vasaio accolse volentieri la sua proposta e così l’ignoto pellegrino con abili tocchi, completò e perfezionò la statua, ma lavorò solo sui volti, rispettando il lavoro dei vasaio, poi scomparve. Esterrefatto e compiaciuto dei bellissimo lavoro che l’aiutante aveva fatto, portò alla fornace la statua e quando la ritirò, essendo così bella, non gli sembrò giusto lasciarla nella sua umile casa e quindi la portò nella cappella detta di San Salvario che doveva essere stata di un’antica chiesa della quale ancora oggi si hanno notizie storiche più che millenarie. La collocò nella nicchia in alto e volle che fosse presente anche un sacerdote a benedirla e in San Salvario quel giorno fu una grande festa.

    Da quel giorno le persone incominciarono a recarsi a quella chiesetta, prima per curiosità, poi per devozione.
    Quando il vasaio morì, la devozione attorno alla Madonna a poco a poco si ridusse e così il silenzio ritornò a San Salvario. Solo qualcuno nel silenzio si inginocchiava a pregare.
Dietro la Cappelletta c’era una piccola stanza che divenne la casa di quella persona umile e sconosciuta, la storia lo ha chiamato “l’Eremita” o il “Romito”.

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