Maria SS. Avvocata sopra Maiori

Descrizione

Descrizione
Il santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori è un luogo di culto mariano, situato a un’altezza di 827 metri sul Monte Falerzio (1014 metri) (detto anche Monte Avvocata), che sovrasta il comune di Maiori, in Costiera Amalfitana. Il santuario è raggiungibile solo tramite sentieri che partono da Cava de’ Tirreni, Cetara e Maiori, percorrendo in parte l’Alta via dei Monti Lattani.

Storia

Le origini del santuario risalgono al 1485: un giovane pastore di Maiori, Gabriele Cinnamo, portando al pascolo le capre, scoprì una grotta tra i boschi del monte Falerzio. In seguito a un sogno, in cui la Vergine Maria gli chiedeva di edificare un altare in quel luogo, il giovane lasciò il suo lavoro e si ritirò in eremitaggio sul monte, raccogliendo offerte per costruire una cappella con altare nella grotta. Nel 1503, con il consenso del papa Leone X, fu costruita una chiesa sulla roccia sovrastante, e infine il campanile.
Negli anni seguenti molti eremiti si presero cura della chiesa, e la devozione alla Madonna Avvocata si diffuse tra la popolazione dei borghi marinari della costa. Il 21 aprile 1590 una piccola statua della Vergine fu portata sul monte Falerzio, come protettrice dei naviganti; la tradizione popolare narra di eventi straordinari, come lacrimazioni della statua, liberazione di indemoniati e guarigioni di ammalati ritenuti incurabili.
Nel 1687 l’eremo passò in custodia ai padri camaldolesi, che ampliarono la chiesa e i locali abitativi annessi, dotandoli anche di una biblioteca. Nel 1807 il re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, emanò le leggi di soppressione degli Ordini religiosi: i monaci furono allontanati, i loro beni confiscati e sul monte fu collocato un presidio militare. Le intemperie e un incendio distrussero ciò che rimaneva del santuario.
Furono alcuni cittadini devoti di Maiori e della Badia di Cava de’ Tirreni, negli ultimi anni dell’Ottocento, a ripulire e restaurare l’altare e gli affreschi della grotta, e poi a ricostruire la chiesa. Da allora il santuario è custodito dai benedettini della Badia di Cava de’ Tirreni.

Il santuario

Il santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori è meta di pellegrinaggi, soprattutto in estate; il lunedì dopo la Pentecoste, giorno della festa dell’Avvocata, e nella terza domenica del mese da aprile ad ottobre, viene celebrata la messa.
La chiesa presenta una semplice facciata in mattoni rossi; all’interno alcuni affreschi raffigurano san Romualdo e la Madonna Assunta. In una nicchia sopra l’altare maggiore si trova la nuova statua della Madonna, realizzata negli anni quaranta dagli artigiani di Ortisei; essa è stata benedetta e incoronata da papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 3 aprile 2002. Dopo la celebrazione dalla Messa, la statua viene portata in processione fino all’altare della grotta sottostante.
Il santuario, per la sua posizione panoramica tra i monti e il mare, è anche frequentato da turisti e amanti del tekking. Il sentiero che parte dal piazzale dell’abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni attraversa prima fitti boschi di castagni, poi, mantenendosi in quota, segue il profilo della sottostante linea costiera, offrendo un ampio panorama sul golfo di Salerno e sulla Costiera Amalfitana. A circa metà del percorso si incontra il sentiero che sale da Cetara. Un itinerario più breve ma più ripido parte da Maiori.

L’Apparizione della Madonna al pastorello

Il pastorello Gabriele Cinnamo di Ponteprimario, mentre pascolava le pecore sul monte Falerzio è attratto da una colomba che entrava ed usciva da una parete rocciosa coperta di edera. Incuriosito si mette alla ricerca e scopre una bellissima grotta, dopo averla asciugata le appare la Vergine Santa che gli dice “Gabriele lascia le pecore e costruisci un altare e una cappella ed io sarò la tua Avvocata per tutta la vita”.
Gabriele esegue l’ordine, costruisce un altare nella grotta dell’apparizione, ove la Vergine gli appare visibilmente varie volte nel corso della vita e poi licenziatosi dal suo padrone si fa eremita, chiedendo all’abate Staibano di S. Maria Olearia di poter usufruire della grotta di cui l’Abbazia era proprietaria e costruisce la cappella in onore della Madonna al di sopra della grotta.
Frattanto alcuni suoi compagni e amici lo seguono e vestono anch’essi l’abito di eremiti ed iniziano la vita eremitica, pregando, lavorando e diffondendo il culto alla Vergine Avvocata.
Gabriele fa anche eseguire un quadro su tavola che raffigurava la Vergine Avvocata con il Bambino tra le braccia che è adorato da due santi eremiti vissuti nelle grotte: S. Paolo I e S. Onofrio.
Gabriele visse santamente e morì in concetto di santità nel 1521 all’età di ottant’anni, il suo corpo secondo il suo volere fu sepolto nella grotta; nel 1612 fu traslato nella chiesetta e lì venerato dai fedeli che si recavano ad onorare la Madonna.
Dopo la sua morte l’eremo continuò a sopravvivere tra alterne vicende, fino a quando il comune di Maiori l’affidò ai monaci camaldolesi di Montecorona che vissero lassù fino alla soppressione napoleonica del 1807. Una postazione militare installatasi sul posto un poco alla volta distrusse tutto e il luogo fu ridotto allo sfascio.

Fonte: Wikipedia

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