Nostra Signora del Pilastrello (Basilica Santuario)

Descrizione

Descrizione
Il Santuario di Nostra Signora del Pilastrello è considerato a più titoli il tesoro di Lendinara (Rovigo), cittadina agricolo-industriale situata sulle sponde dell’Adigetto.
Nella notte del 9 maggio 1509, un temporale distrusse la casa di ricco proprietario terriero di nome Giovanni Borezzo. Si salvò solo una statua di legno alta 33 centimetri, che raffigurava la Madonna con il Bambino, che l’uomo aveva posto sul davanzale della finestra. Fu trovata intatta sui rami di una siepe e sfolgorante di luce. Fu eretto perciò un piastrello su cui fu posta l’immagine miracolosa.
In seguito, fu costruita una cappella e si scoprì che la sorgente, che scorreva accanto al pilastrello, si tingeva di rosso ogni qualvolta i muratori la usavano: evidentemente, l’acqua avrebbe dovuto servire per le abluzioni purificatorie. L’acqua della fonte fu quindi incanalata in una vasca che divenne il «Bagno della Madonna», dove accorrevano gli infermi a domandare la guarigione dai propri mali.
Infatti sarebbero miracolose, a Lendinara, le acque della piscina del Santuario della Madonna Nera del Pilastrello, con la sua immagine scolpita ai piedi di una sorgente chiamata il Bagno della Madonna, che la stessa Vergine avrebbe fatto sgorgare miracolosamente. Sulla Madonna e sulla costruzione del tempio esistono delle bellissime leggende: una di esse narra come, tantissimo tempo fa, un falegname avesse una figlia molto ammalata.
Un giorno a quest’uomo apparve la Vergine Maria, a cui lui si rivolgeva con grande devozione, che fece guarire la ragazza. Per ringraziare la Madonna il falegname scolpì una statua di legno e la mise sopra un pilastrello. Quella statua rimase lì per molto tempo e invecchiando diventò nera, iniziando a fare miracoli a quanti andavano a chiedere le grazie.
Il santuario fu costruito nel 1577. La gente del Polesine considera l’immagine di “Nostra Signora del Pilastrello” la sua ‘Madonna Nera’.
L’attuale Santuario, affidato alla cura dei Monaci Benedettini Olivetani, fu costruito nel 1577-79 e ampliato nel sec. XVIII.

La Storia della Basilica Santuario

Dopo gli eventi miracolosi si pensò alla costruzione di un Santuario: il 26 agosto 1577 fu posta la prima pietra e il 7 settembre 1578 i monaci benedettini olivetani presero possesso del tempio sacro, che fu inaugurato dal Vescovo Giulio Canani e in esso fu posto, con solenne processione, il venerato simulacro. Il 10 febbraio 1595, per delibera del Comune, la città venne consacrata alla Madonna e la sua effigie posta sullo stemma del comune e sulla facciata del Palazzo comunale. Il 25 settembre 1695 la Madonna venne incoronata dal vescovo di Adria Carlo Labia. Nel 1771 i monaci olivetani furono soppressi e tornarono il 1° agosto del 1905.
Nel 1911 il Santuario fu innalzato a Basilica e nel 1920 le fu conferita la dignità abbaziale. Seguirono lavori di abbellimento e la domenica del 15 settembre 1968 fu inaugurato il nuovo monastero.
Il tempio, solennemente consacrato il 23 settembre 1584 dal vescovo Giulio Canani, consisteva in una sola navata a volta; la cappella della venerata statuetta taumaturga si trovava di fianco, dove ora si trova l’altare di San Giovanni Battista. La facciata aveva una sola porta nel mezzo. Contiguo al tempio vi era il Bagno della Beata Vergine, luogo dove si trova la fonte miracolosa e il primo pilastro.
Dal 1795 l’abbazia ha forma di croce latina e poiché l’ambiente era ristretto rispetto alle esigenze dei numerosi pellegrini, nel 1800, per opera di Don Giacomo Baccari, furono trasformate in due navate le quattro cappelle, con nuovi altari di marmo. Le tre navate sono state decorate da Flaminio Minozzi. La statua miracolosa è posta su un artistico altare di marmo di Giovanni Marchiori (1745).
Il Santuario è stato affrescato dal pittore Giuseppe Chiacigh con ampi pannelli raffiguranti miracoli operati dalla Madonna del Pilastrello (1932-1942). Nella cupola l’Incoronazione di Maria e nel catino la Natività. Notevole il pulpito in marmo di Carrara.
Innumerevoli le tele e gli ex voto; nel Salone del Pellegrino troviamo due grandi tele di Angelo Trevisani rappresentanti la Peste del 1630 e la Piena dell’Adige del 1730. Inoltre ci sono dipinti di Tommaso Sciacca, di Micocchi, di Giuseppe Ribera detto lo Spagnoletto, di Gian Francesco Barbieri da Cento, detto il Guercino. Dalla navata sinistra si passa alla cappella del Bagno, dove i malati sono immersi nell’acqua miracolosa. La fonte miracolosa è luogo di grande devozione e di frequenti pellegrinaggi. Aperta tutti i giorni dell’anno. Nella Basilica o nel monastero si eseguono periodicamente concerti e conferenze.

fonte: http://www.mariadinazareth.it/

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