Nostra Signora di Loreto in Oregina  

Descrizione

Descrizione
Il santuario della Nostra Signora di Loreto è un luogo di culto che si trova nel quartiere genovese di Oregina. Si affaccia su un ampio piazzale panoramico che è caratterizzato dalla presenza di alberi secolari. Sulla piazza antistante debuttò pubblicamente, il 10 dicembre 1847, il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro che è, dal 1946, l’inno nazionale italiano. All’interno del santuario sono sepolti il patriota Alessandro De Stefanis e lo scultore Batolomeo Carrea.
Le origini del santuario sono collegate ad una piccola cappella eretta nel 1634 da quattro monaci romiti, guidati da Guglielmo Musso, originario di Voltri, che intendevano fondare un nuovo ordine religioso. Questa chiesetta, che venne costruita vicino a un muro dove era dipinta una Madonna, richiamava, da un punto di vista architettonico, la basilica della Santa Casa, che è anch’essa dedicata alla Madonna di Loreto. Il comportamento di questi frati fu però giudicato negativamente dal tribunale dell’Inquisizione, che sciolse quasi subito la nuova congregazione allontanando i religiosi. La cappella fu poi affidata ai frati minori francescani. Nel 1635 venne deciso di ampliare l’edificio religioso esistente con la costruzione di un vero e proprio santuario e di un convento. Il santuario della Nostra Signora di Loreto fu poi realizzato tra il 1650 ed il 1655. In questo periodo, a Genova, furono infatti erette e ampliate diverse chiese dedicate alla Madonna. L’originaria chiesetta di 9 m per 4 m venne poi inclusa nel nuovo santuario; più precisamente, l’altare dell’antica cappella diventò il centro del santuario.
A partire dal 1747, a causa dello scioglimento del voto emesso dal governo della Repubblica di Genova durante l’occupazione asburgica durante la guerra di successione austriaca, le autorità genovesi, con in testa il Doge, ogni 10 dicembre, iniziarono a organizzare una manifestazione per commemorare l’inizio della rivolta del quartiere genovese di Portoria contro gli occupanti, che portò alla liberazione della città (1746). La data del 10 dicembre fu anche associata alla festa della “traslazione della Santa Casa”, e per questo motivo i fedeli iniziarono a recarsi al santuario in segno di ringraziamento. La tradizione, interrotta nel 1796 e poi ripresa nel 1846, continua ancora oggi. All’origine della manifestazione religiosa c’è la visione avuta dal padre guardiano del santuario, Candido Giusso, il quale affermò di aver visto, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1746, la figura della Madonna con un serpente ai piedi e, di fronte a lei, santa Caterina da Genova inginocchiata in atteggiamento di supplica. Questa visione fu interpretata dal senato genovese come segno dell’intercessione della Madonna a protezione della città. Nella prima metà dell’Ottocento il convento rimase chiuso per un certo periodo in seguito alla soppressione, per via legislativa, di alcuni ordini religiosi.
Nel 1928 fu demolita la primitiva cappella, che occupava gran parte dell’ampia navata. La venerata immagine della Madonna di Loreto fu collocata sopra l’altare maggiore. Il santuario della Nostra Signora di Loreto fu eretto a parrocchia autonoma con decreto dell’arcivescovo Carlo Dalmazio Minoretti il 7 gennaio 1940. Nel novembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa subì danni alle strutture esterne a causa di un bombardamento, che tuttavia non compromise la struttura dell’edificio. Nell’immediato dopoguerra, per l’esplosione di una vicina polveriera, andarono distrutti un grande quadro raffigurante la Madonna, l’organo e il coro.

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