S. Biagio

Descrizione

Descrizione
Tra gli anfratti delle Murge ostunesi, a pochi chilometri dall’abitato, lungo la strada detta dei Colli, si trova l’antica chiesa rupestre di S. Biagio, oggi in avanzato stato di degrado, meta ogni anno di pellegrinaggio da parte dei devoti che il 3 febbraio, per devozione, si recano a rendere omaggio al santo patrono della città di Ostuni.
Le origini della chiesa, laura cenobitica basiliana, e del modesto complesso abitativo adiacente, sede dell’oblato (o custode), fino agli inizi del nostro secolo, collocato di fronte alla chiesa, risalgono al XII secolo e diverse pergamene lo stanno ad attestare in modo inconfutabile. I primi ad abitare nel basso medioevo il piccolo insediamento di S. Biagio in Rialbo furono alcuni oblati basiliani che dai vescovi di Ostuni ottennero i terreni circostanti, gli animali ed il sostegno economico per intraprendere le loro attività.
La città di Ostuni, che riconosce in San Biagio il primo patrono della città e che lo venera da tempo immemorabile, da sempre ha contribuito alle spese relative alla conservazione del monumentale complesso e a provvedere al mantenimento degli oblati addetti alla custodia della chiesa.
Nei protocolli notarili, nelle carte dell’Archivio di Stato di Napoli concernenti gli antichi conti comunali resi alla Regia Camera della Sommaria, nell’Archivio Storico del Comune di Ostuni, si trovano numerosi documenti che attestano gli impegni finanziari e le continue premure degli amministratori del passato per la migliore conservazione del santuario di S. Biagio.
Il romitorio è formato da una modesta chiesetta in stile romanico addossata ad una cavità rocciosa (parte ipogea) dove fino a pochi anni fa si scorgevano tracce di affreschi alto medievali riconducibili alla presenza dei monaci basiliani. Le testimonianze storiche sull’argomento si ritrovano nelle opere di vari studiosi locali tra cui Ludovico Pepe, Cosimo De Giorgi, Giovanni Tarantini ed altri.
All’interno della chiesa si ammira l’altare in pietra gentile in stile barocco con la statua di S. Biagio, opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco a cui fu commissionata dall’arcidiacono Carlo Petraroli nel 1780 circa; all’esterno invece si trovano modesti corpi di fabbrica tra cui una stanza situata sul lato sinistro della chiesa e di fronte al sacro edificio l’antica dimora dell’oblato, formata attualmente soltanto da due superstiti stanze con all’esterno due pozzi scavati nella roccia e alimentati da un acquedotto ben visibile all’esterno lungo il crinale della fascia pedemontana perché tutto realizzato in superficie tra le rocce. Il cortile, situato al centro dei vari ambienti ora descritti, è ancora oggi protetto da muro frangivento.
Il santuario di S. Biagio costituisce uno degli esempi interessanti di insediamento monastico lungo tutta l’area delle Murge Meridionali e testimonia dell’influenza dell’oriente bizantino sulla Puglia lungo i secoli che vanno dal IX all’XI. All’esterno dell’insediamento monastico si trova una ampia zona di macchia mediterranea incontaminata con altre forme di insediamento medievali rappresentate da antichi “acquari” lungo i tratturi di accesso che ancora conservano le forme tradizionali impresse dai loro artefici. Numerosi muretti a secco di epoca remota sono ugualmente visibili in diversi punti e rendono ancora suggestivo il paesaggio circostante interessato, tra l’altro, da una grava di enormi dimensioni considerata dagli speleologi la grande cavità sotterranea esistente in Puglia.
Dal santuario si osserva la piana degli uliveti che copre interamente tutta l’area compresa tra Ostuni e il mare. Diverse masserie, alcune ricordate in epoca medievale, si ritrovano sia sull’area collinare sia nella piana circostante e formano un unicum di eccezionale interesse paesaggistico e naturale.

Fonte: https://www.ostuni.eu/santuario-san-Biagio.html

Contatti

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  • Indirizzo
    CONTRADA S BIAGIO 72017 OSTUNI BR
  • Telefono
  • Regione
    Puglia
  • Location
    OSTUNI

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