Santuario S. Maria della Natività e S. Ciro

Descrizione

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LA STORIA DEL MEDICO DIVENUTO SANTO E PROTETTORE DEGLI AMMALATI

San Ciro nacque nel III secolo ad Alessandria d’Egitto e morì martire a Canopo il 31 gennaio 303 d.C.

Studiò medicina nella sua città e divenuto medico si dedicò completamente agli ammalati curandoli nel corpo e nello spirito. Accolse soprattutto i poveri prestando loro cure gratuite senza chiedere nulla in cambio e per questo si guadagnò l’appellativo di medico anargiro (dal greco anargyros, senza denaro). 

Aprì un ambulatorio con laboratorio a Doryzim ed oltre come medico eccelse per la sua umiltà e carità incitando gli ammalati a trovare conforto nella fede e nella preghiera, convertendo molti al cristianesimo. 

Poiché in quel periodo vi erano molti maghi, astrologi ed indovini, sospettati di cospirare contro l’impero per le rivolte e i disordini che causavano, nel 299 l’imperatore Diocleziano, senza fare distinzione tra questi e i medici, decise di perseguitare chiunque svolgesse attività curative non autorizzate.

Ciro, quindi, perseguitato inizialmente come medico si rifugiò in Arabia Petrea presso Ceutzo ove, cessata la professione, si dedicò ad una vita solitaria fatta di preghiera e meditazione senza però smettere di aiutare il prossimo. 

Nel 303 iniziò il periodo di persecuzione dei cristiani, durato un triennio, c.d. “era dei santi martiri” e il martirio di San Ciro avvenne il 31 gennaio di quell’anno. 

Ciro e Giovanni (suo discepolo) vennero a conoscenza che nella città di Canopo (pochi chilometri ad est di Alessandria d’Egitto) alcune fanciulle, Eudossia e Teoctista erano state arrestate insieme con la loro madre Atanasia con l’accusa di essere cristiane e, temendo che la minaccia delle spietate torture potesse intimidire le donne, si recarono in città per sostenerle nella loro fede. 

Il governatore, però, venuto a conoscenza della loro presenza li fece imprigionare e durante il processo tentò di corromperli invano promettendo ricchezze ed onori. Così, vedendoli fermi nella loro fede, sottopose loro e le donne ad ogni genere di torture (flagelli, chiodi, ustioni con torce ai fianchi, versamento di sale e aceto sulle piaghe). 

La leggenda narra che San Ciro sia stato immerso nella pece bollente e successivamente, sopravvissuto a questo supplizio, decapitato. Nonostante gli tagliarono la testa lui continuò a camminare.    

I corpi di San Ciro e San Giovanni dapprima vennero riposti nel tempio di San Marco ad Alessandria poi, successivamente, con lo scopo di perpetuare il ricordo dei martiri e sradicare il culto dei pagani, San Teofilo fece costruire a Canopo un tempio a loro dedicato. Nel 414 le reliquie dei santi  vennero poi riposte nel tempio di Menouthis. La notizia di alcune guarigioni avvenute nel tempio attirò numerosi pellegrini. Qui la pratica devozionale era quella della “incubatio” in cui i pellegrini dormivano distesi sul pavimento ed attendevano in sogno l’apparizione di San Ciro che indicava loro i rimedi alle loro malattie. 

Verso il X secolo le spoglie dei martiri furono portate a Roma poi nel 1600, ad opera del cardinale Francesco Sforza, le reliquie furono trasferite a Napoli. 

A Portici, nel Santuario è presente la reliquia di una parte del cervello del Santo. 

Oggi il Santuario è meta di numerosi pellegrini e fedeli provenienti da tutto il mondo.

 

IL SANTUARIO

Il Santuario è caratterizzato da una facciata in stile bizantino ed è affiancata da due torri campanarie oggi dotate entrambe di orologio. 

L’interno è a tre navate. Sull’altare maggiore si può ammirare la “Natività di Maria” del pittore Luca Giordano, sul secondo altare a destra si trova l’opera “Concezione” di Giuseppe Bonito, mentre nella cappella a sinistra dell’altare maggiore si trova la statua di San Ciro realizzata da Ferdinando Sperandeo. 

Nell’altare laterale sinistro, sotto la meravigliosa statua di San Ciro, è riposta la reliquia di una parte del cervello del Santo.

San Ciro è il patrono della cittadina di Portici e la festa in suo onore costituisce un momento molto importante per la comunità. I festeggiamenti avvengono in due fasi nel corso dell’anno: la prima il 31 gennaio in cui tutta la città si illumina e si colora del manto del Santo, la seconda la prima domenica di maggio in cui avviene il tradizionale rito della processione che segue i riti antichissimi ed è profondamente radicato nell’animo popolare.

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