S. Geminiano (Parrocchia SS. Nabore e Felice)

Descrizione

Descrizione
Il Santuario dedicato a San Geminiano a Cogneto. All’interno del Santuario si trova la Fonte miracolosa di San Geminiano. Il tempietto che la racchiude è stato costruita in seguito a l’esaudimento del voto dei modenesi fatto al santo nel 1836.
Dopo aver ottenuto la liberazione della città dal colera il popolo fece costruire il tempietto.

L’ambiente in cui visse Geminiano

Modena fu chiamata da Cicerone “fiore d’Italia, ornamento e baluardo della Repubblica romana”. La nostra città dovette la sua fortuna oltre che all’ingegno ed alla laboriosità dei suoi abitanti, alla sua posizione geografica; tra due fiumi, il Secchia e il Panaro, perciò ben difesa dalla natura. Per questo i Romani vi allestirono un “Castrum”, cioè un grande accampamento militare. Qui si combatterono memorabili battaglie come quella tra Bruto e Ottaviano nel 43 avanti Cristo e quella tra Costantino e Massenzio nel 312 dopo Cristo.
I Romani erano soliti premiare i soldati veterani che si erano distinti in battaglia con l’assegnazione di terreni vicini alla città. Così fu per Cognento, ove anche recentemente sono venuti alla luce reperti archeologici che testimoniano insediamenti di famiglie romane. Il paganesimo di allora rappresentava, allo stesso modo del neopaganesimo contemporaneo, una grossa tentazione e un grande pericolo per il vero bene delle persone. Si idolatravano allora come oggi la forza, la bellezza… perfino i vizi. Una falsa religiosità non poteva dare allora, e non può dare oggi, salvezza e speranza. Ci si riduceva come ci si può ridurre ancora ad una pesante schiavitù.

Il giovane Geminiano

In questa situazione sociale nacque San Geminiano, verso il 313 d.C., lo stesso anno dell’Editto con cui Costantino poneva fine alle persecuzioni romane contro i cristiani.
Cognento era allora ricca di boschi e di acque. Vi passava il fiume Secchia detto a quel tempo Gavello. Esso dava l’acqua per irrigarne i fertili campi. Qui Geminiano ebbe il grande dono di vivere in una famiglia cristiana. Questa famiglia gli trasmise la Fede che fu la luce e la forza della sua vita. Nella ridente natura di Cognento, Geminiano fanciullo crebbe nell’amore di Dio ed ebbe le prime nozioni del sapere. La sua giovinezza incontrò poi varie realtà della Chiesa d’allora; realtà che sembrano in germe precorrere quelle della Chiesa di Modena d’oggi. La famiglia scelse per Geminiano adolescente una buona scuola di grammatica, cioè di cultura classica. Allo stesso modo ora tante famiglie che hanno a cuore la cultura e la formazione cristiana dei figli, scelgono per loro la nostra Scuola Superiore Diocesana che è situata proprio tra la città e Cognento. In città, dove si recava per la scuola di grammatica, il giovane Geminiano ascoltò il Vescovo Antonio. Fu affascinato dalla sua parola piena di Fede e di Speranza e sentì nel cuore la chiamata a seguire Cristo più da vicino.

Il diacono Geminiano

Come i giovani chiamati oggi entrano nel nostro Seminario Metropolitano, così Geminiano venne allora a far parte dei Chierici della Chiesa di Modena. Dopo alcuni anni fu il primo diacono del Vescovo Antonio. Il giovane diacono Geminiano aiutava il Vescovo nella predicazione.
Probabilmente partecipò con lui nel 343 al Concilio di Sardica nell’attuale Romania. Questo Concilio difese la Fede cattolica dall’eresia ariana negatrice della divinità di Cristo. Il nostro Diacono era collaboratore del Vescovo in un generoso servizio pastorale. Geminiano, che fin da fanciullo si era donato per i bisognosi, ora ancor più sentiva un grande amore per i poveri e i malati. In loro soccorreva Cristo sofferente. Sembrava risorta in lui la grande carità del diacono di Roma, San Lorenzo. Organizzò il servizio della carità cercando di coinvolgere tanti giovani cristiani che allora come oggi danno tempo e anima per gli “ultimi”.
Purtroppo un brutto giorno degli anni ’50 il Vescovo Antonio morì. Geminiano si sentì trafiggere il cuore. I cristiani di Modena sempre più insistentemente facevano il nome di Geminiano come nuovo Vescovo. Chi meglio di quel diacono che aveva dimostrato una travolgente carità e che per anni era stato al fianco del Vescovo Antonio avrebbe potuto succedergli? Geminiano protestò umilmente la propria indegnità e si ritirò nel bosco di Saliceta, non lontano da un tempio pagano dedicato a Diana, dea dei boschi. Un piccolo oratorio in Via Cadiane ricorda ancora il suo soggiorno. Qui Geminiano passò vari giorni in preghiera e penitenza implorando da Dio un Santo Vescovo per la Chiesa di Modena.

Il grande vescovo evangelizzatore

I Modenesi lo raggiunsero ed insistettero tanto che Geminiano dovette accettare di essere lui quel Vescovo. Ricevuta la consacrazione episcopale, probabilmente a Roma, Geminiano si dedicò subito e instancabilmente alla edificazione della Chiesa di Modena.
Iniziò con una grande opera missionaria. Dice il più antico testo liturgico della sua festa: “Ci condusse dall’errore al retto cammino; ci fece conoscere l’Unico vero Dio; ci manifestò l’Unigenito Figlio di Dio”. Il Vescovo Geminiano fu dunque il più grande Evangelizzatore delle nostre terre. Bisognava annunciare a tutti, specialmente ai pagani, la buona notizia del Vangelo di Gesù. In esso è rivelata la grande speranza, cioè il mistero dell’amore del Padre verso tutti gli uomini. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare per noi Suo Figlio Unigenito. La Croce di Cristo ci libera dal male e dalla morte. La Sua Resurrezione ci dona la Vita e la Felicità di Dio.
La Fede infuocata di San Geminiano accese il cuore dei modenesi. L’ultimo caposaldo del paganesimo, il tempio di Giove, cadde e divenne la Chiesa di San Pietro. Qui Geminiano, dopo lunghe e faticose giornate di cammino di predicazione e di generosa operosità a vantaggio di tutti, come avrebbe fatto fino alla vecchiaia, passava intere notti in preghiera per il suo popolo ottenendogli la grazia che cambia il cuore. Satana vedeva così contrastato da San Geminiano il suo regno di morte. Gli appariva e lo tormentava; ma il Santo Vescovo, animato solo dalla preghiera della Fede e da Segno della Croce, metteva in fuga il potente avversario.

Dispensatore dei divini mestieri

San Geminiano sapeva che la morte e la resurrezione del Signore per noi è il più grande messaggio di gioia e di speranza. Ogni uomo deve esserne reso partecipe mediante i Sacramenti, specialmente del Battesimo e dell’Eucarestia. Nel Battesimo ci immergiamo nella morte di Cristo Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, e risorgiamo con Lui alla vita nuova del Suo Spirito. Nell’Eucarestia ci uniamo al Suo Sacrificio pasquale di morte e risurrezione, mangiamo il pane della Vita che ci dà con Lui e tra noi un solo Corpo. L’Eucarestia è il più grande Sacramento di Cristo e della sua Chiesa.
Perché tutti nel modenese potessero beneficiare di questi grandi doni di Dio, Geminiano consacrò Sacerdoti e costituì numerose chiese in tutta la provincia. Come preziosa reliquia dei suoi viaggi per edificare la Chiesa nelle nostre terre, nel Duomo di Modena è conservato l’”Altarolo” di San Geminiano, cioè la pietra sacra su cui Geminiano celebrava l’Eucarestia. Questo piccolo altare portatile era in uso in Europa nel IV secolo, lo si metteva dentro la tomba del Vescovo, con il suo Pallio. Matilde di Canossa lo ritrovò alla prima apertura della tomba del Santo nel 1106 e lo fece impreziosire con fine opera di cesello. L’Altarolo di Modena è l’unico esemplare che sia rimasto in Italia.

Fede mariana di San Geminiano

Il Buon Pastore difende il gregge dai lupi rapaci, fino a dare la vita per le sue pecore. Come San Geminiano giovane combatté le deviazioni nella Fede dell’arianesimo, così Geminiano vecchio e probabilmente cieco si recò al Concilio di Milano del 390 al fianco di Sant’Ambrogio per estirpare l’erba velenosa dell’eresia di Gioviniano. Gioviniano negava il valore della verginità in genere, e specialmente negava la verginità di Maria. San Geminiano con tutto il calore della sua Fede e della sua vita sostenne con la maggioranza dei vescovi la verginità di Maria e consacrò a Lei la nostra città.
Nel nostro Duomo un codice del IX secolo, che contiene gli Antichi Canti delle Scolte Modenesi, riporta l’invocazione alla Vergine Maria col titolo di “Madre di Dio”, testimoniando così i per i primi secoli, la fede ricevuta da San Geminiano.
Ancor oggi il Santuario di San Geminiano a Cognento è considerato anche Santuario Mariano. La Vergine Madre tanto amata da San Geminiano vi è pure invocata col titolo di Madre della Misericordia. E specialmente nel Mese di Maggio i pellegrini vi accorrono numerosi. Così nei Pellegrinaggi di Primavera il 25 di ogni mese a partire dal 25 marzo Festa dell’Annunciazione, fino al 25 settembre.
Ricordo dello stretto rapporto tra Modena e Milano, tra San Geminiano e Sant’Ambrogio è anche il fatto che la parrocchia di Cognento è dedicata ai Santi Nabore e Felice protomartiri della Chiesa milanese. A sua volta Milano ricorda San Geminiano nelle sue antiche litanie e nei suoi viali. Sant’Ambrogio alla morte del nostro Santo, mise poi come Vescovo di Modena, il suo segretario che fu il Vescovo Teodulo, costruttore del primo nostro Duomo in onore di San Geminiano. A ricordo di questo rimane ancora nella sua cripta, l’epigrafe di Gundeberga.

Operatore di miracoli

San Geminiano è conosciuto soprattutto come taumaturgo. Il Martirologio Romano lo chiama “illustre per gloria di miracoli”. Ma qui il popolo per amore verso il suo Patrono, ha spesso colorito i fatti prodigiosi da lui operati, tanto che nelle relazioni che possediamo non sempre riusciamo a distinguere la storia dalla leggenda.
San Geminiano grazie alla Sua Santità fu potente contro Satana. È risaputo l’episodio narrato nella “Legenda” o vita antica del Santo, secondo la tradizione popolare, del viaggio in Oriente per liberare dal demonio la figlia dell’imperatore Gioviano. Il diavolo aveva gridato per bocca della fanciulla che solo il Vescovo di Modena avrebbe potuto espellerlo da lei. Geminiano affrontò il lungo pericoloso viaggio verso Costantinopoli. Il demonio suscitò nel mare una terribile tempesta. La nave sembrava colare a picco. Il Santo capì che non si trattava di una avversità naturale ma di un trabocchetto del maligno. Lo esorcizzò. Immediatamente il vento smise il suo fragore e le acque del mare tornarono tranquille. Giunto al Palazzo dell’imperatore, Geminiano in nome di Dio operò la lilberazione della fanciulla. Il padre riconoscente fece magnifici doni al Vescovo di Modena.
Per disporre agli esorcismi prebattesimali, questo episodio fu illustrato da Wiligelmo nelle sue formelle ad altorilievo poste sull’arco della Porta battesimale del Duomo, chiamata anche Porta dei Principi. A causa di questo potere sul demonio, il nostro Santo sarà invocato pure nei secoli seguenti, tanto che il Cavedoni dirà che come Sant’Antonio Abate era venerato in Oriente come grande esorcista, così lo era San Geminiano in Occidente.
Ad immagine di Gesù e per la Fede in Lui, Geminiano nella sua vita compì numerosi miracoli. E assai di più dopo la morte, che lo raggiunse il 31 gennaio del 397. Ancora racconta la “Legenda” che , appena lasciata questa terra, egli ottenne che il Vescovo metropolita dell’Emilia e suo carissimo amico avesse il dono della bilocazione. Avvenne infatti che il Vescovo di Ravenna mentre officiava nella sua Cattedrale di Sant’Apollinare, contemporaneamente fu presente a Modena. Fu lui che qui unendosi al cordoglio e alla partecipazione di tutti i modenesi, ne presiedette le solenni esequie.

Tomba e “Casa dell’illustre Geminiano”

Il Corpo di San Geminiano, rivestito degli abiti pontificali, fu deposto in una semplice e povera urna di tufo. Su questa tomba fu successivamente ricostruito per ben tre volte il Duomo, fino ad arrivare all’attuale di Lanfranco. Questa preziosa tomba nel Duomo, chiamato nella sua facciata “Casa dell’illustre Geminiano”, è sempre stata il tesoro più caro della nostra città e di ogni modenese. Davanti ad essa si sono inginocchiati sovrani come Matilde di Canossa e Papi come Pasquale II, Lucio III, Pio VI, Pio VII, Pio IX e Giovanni Paolo II. Molti ricordano di essere passati da bambini, per sentirsi fisicamente più vicini al corpo del Santo, sotto i volti dell’Arca matildica che al posto dell’attuale cristallo, ricopriva la tomba.
Intorno a questa tomba i cristiani di Modena si strinsero in preghiera specialmente davanti a grandi prove da cui erano colpiti. Ottennero la liberazione della città da eserciti nemici, da inondazioni, dalla peste e da ogni sorga di pericoli. Per questo, molte volte, San Geminiano è stato raffigurato con la città di Modena in mano.
Una festa chiamata del Miracolo o della Vittoria di San Geminiano ha ricordato per secoli il prodigioso episodio del nostro Patrono apparso nel 1511 a Carlo d’Amboise che, a capo delle milizie francesi, minacciava Modena. Alla vista del glorioso vecchio il Capitano e le sue truppe retrocedettero precipitosamente verso Rubiera. Molti soldati perirono nel Secchia.
La fama della potente intercessione del Santo si estese ovunque. Il Duomo, come ricorda sulle sue pareti l’affresco del San Giacomo Pellegrino, fu meta di pellegrinaggi da tutta l’Europa. La Ghirlandina sembrava gridare in lontananza ai pellegrini: “E’ qui la tomba di San Geminiano!”. E la fede dei suoi devoti veniva premiata dall’intervento del Santo; come quando una madre lasciatasi sfuggire il suo bambino dall’alto della Ghirlandina, invocò San Geminiano e il fanciullo, salvato da lui, arrivò dolcemente a terra.
Santuario della “Fonte miracolosa di San Geminiano”
Meta di pellegrinaggi e luogo benedetto di fatti prodigiosi è stato nel passato ed è tuttora Cognento. Esso e la sua chiesa sono chiamati più semplicemente dai Modenesi, San Geminiano. Nell’area del Santuario si trova la realtà cristiana più antica di Cognento e il secondo pegno, dopo il Duomo, del nostro Santo. È la Fonte miracolosa di San Geminiano. Così è chiamata in documenti antichissimi e la tradizione ne attribuisce l’origine a San Geminiano stesso.
I pellegrini che qui sono venuti e qui vengono pregano così: “O Geminiano Santo, la tua pura fonte dissetando, purificando, risanando corpi e anime zampilli per tutti nella eterna vita”.
L’attuale artistico tempietto sulla vecchia Sacra Fonte è stato costruito nel 1800 dall’architetto Mignoni. Tutta la Diocesi ne fu coinvolta. Sulla sua cupola s’innalza la statua della fede. Sotto la cupola troneggia la grande bella statua di San Geminiano in atto di benedire la sua fonte e la sua città. Chi dei modenesi non ricorda di essere stato da bambino condotto qui dai suoi genitori? Chi non viene a cercare all’altare di San Geminiano nel Santuario, alla Fonte o tra le aiuole del suo parco, aiuto e serenità?

San Geminiano nella vita di Modena

I modenesi sono chiamati Geminiani. Modena nel suo folklore, nelle sue istituzioni civili e culturali è permeata del ricordo di San Geminiano. Il 31 gennaio di ogni anno, nella Solennità di San Geminiano, come in nessun altro giorno i modenesi, dalla montagna, dalla pianura e dalla città si raccolgono sentendosi qui chiamati dal Santo Patrono. Preceduti dalle loro autorità, si uniscono insieme in gran festa e si stringono intorno alla tomba di San Geminiano e al Vescovo suo successore. I bambini, i ragazzi, i giovani, ma anche gli adulti aspettano con desiderio la vecchia grande fiera che riempie di colore la Piazza Grande e le principali vie del centro. Così la giovane frequentatissima “Corrida” di Modena – Cognento congiunge idealmente la Sacra Tomba alla Sacra Fonte.
Il Comune nella sua vecchia sala consiliare custodisce l’antico gonfalone della città su cui è dipinto San Geminiano in gloria che presenta alla Vergine la nostra città. Tutti gli atti ufficiali del Comune erano fatti nel nome di San Geminiano e suggellati con il timbro del nostro Santo a cavallo. Con l’effigie di San Geminiano venivano coniate le monete modenesi ed ancor oggi la sua immagine è nel sigillo della nostra università. Ben a ragione la nostra Chiesa e la nostra città furono chiamate Chiesa e città di San Geminiano.

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