Santa Maria in Portico in Campitelli

Descrizione

Descrizione
La Chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli, sede della omonima Parrocchia, è uno dei più antichi Santuari mariani di Roma. L’attuale Tempio fu costruito dall’Architetto Carlo Rainaldi sul luogo dove sorgeva una vecchia chiesa dedicata a S. Maria in Campitelli.
La costruzione la vollero il Senato, il Popolo Romano ed il Pontefice Alessandro VII, che si erano impegnati con un voto in onore di S. Maria in Portico, in occasione della pestilenza del 1656. Doveva quindi accogliere l’antica immagine taumaturgica di S. Maria in Portico venerata nell’omonima chiesa situata al posto dell’attuale Anagrafe. Il Papa pose la prima pietra il 29 settembre 1660 e concesse per l’occasione alla Madonna il titolo di Romanae Portus Securitatis.
Il 14 gennaio del 1662 fu traslata l’Icona nel nuovo tempio ancora in costruzione. Dicono le cronache che il vicereggente monsignor Carafa “levò la sacra immagine dal suo antico ciborio, posto nella Chiesa di Santa Maria in Portico, e con gran dolore e pianto di tutta quella vicinanza venne trasferita alla Chiesa di Santa Maria in Campitelli dove con gli stessi ornamenti, i quali teneva per avanti, fu collocata nell’altare maggiore per lasciarvela finchè fosse terminato il Santuario per quella destinato”. La costruzione della facciata ad opera dello stesso Rainaldi è stata eseguita tra il 1665-67.
Nel 1703 durante il terremoto che sconvolse la città, il Senato e Popolo Romano ritornarono davanti all’altare di S. Maria in Portico in Campitelli per un voto solenne: la città di Roma avrebbe digiunato per cento anni alla vigilia della Candelora. Con un editto del Papa Clemente XI furono  invitate le Confraternite di Roma a visitare la Chiesa  il 17 luglio per un solenne ringraziamento.
La Dedicazione solenne della Chiesa ormai completata avvenne solo l’11 luglio del 1728 da parte del Cardinale Pompeo Aldobrandi, Vescovo di Neocesarea.
Nel 1747 Enrico Stuart, duca di York, divenne cardinale diacono di Santa Maria in Portico e insieme al padre, Giacomo III, istituirono la Preghiera Perpetua, raccomandando ai Padri Leonardini che ogni sabato si celebrasse la messa con il canto delle litanie alla Vergine, supplicandola per il ritorno della Chiesa d’Inghilterra alla fede cattolica.

L’origine del culto di S. Maria in Portico

E’ nel portico di santa Galla, ricca patrizia romana, figlia degli Aureli e dei Simmachi che ha origine il culto di Santa Maria in Portico. Figlia di Aurelio Memmio Simmaco, che alla morte dello sposo preferì servire Cristo e la sua Chiesa, rifiutando ulteriori nozze suggerite dalla giovane età, dalla ricchezza e dai parenti. Il Portico della sua casa divenne un vero luogo di carità dove la memoria di Cristo era venerata nei poveri e nei pellegrini. Galla li serviva personalmente mettendo a loro disposizione le sue ricchezze. Il Portico deve avvennero i fatti dell’apparizione il 17 luglio 524, era situato nella zona oggi compresa tra Monte Savello e il tempio di Portuno (o della dea Fortuna).
Mentre la mensa era imbandita per i poveri, le pareti del portico furono illuminate da un improvviso bagliore. Galla, piena di stupore per l’evento, si recò immediatamente al Palazzo del Laterano per avvertire il papa Giovanni I del prodigioso evento. Subito egli accorse nei pressi del portico con la curia e una moltitudine di folla. Un’antica pergamena che ci trasmette quei fatti, riferisce che il santo pontefice, ammirato dinanzi a quell’evento, pregò l’Altissimo perchè si degnasse di manifestargli il significato di tale prodigio. Apparvero allora due serafini che depositarono nelle sue mani la preziosa icona con la quale benedisse la folla presente e immediatamente la città di Roma fu liberata da una terribile peste che l’affliggeva.
Il primitivo santuario continuò a essere sede di prodigi della Vergine in favore della città di Roma. Il Papa Gregorio Magno invocò il patrocinio della Madre di Dio nell’anno 599 durante una terribile peste e in quella occasione elevò la Chiesa a Diaconia, stabilendovi “la colletta” – il raduno del popolo di Dio – nella stazione quaresimale del martedì santo. Nel 1073 Fu il papa Gregorio VII a risollevare le sorti del piccolo santuario, ormai fatiscente e a consacrare nuovamente la chiesa. La testimonianza di questo evento è rappresentata dal cippo oggi conservato nella Chiesa di S. Galla a Roma, che in un’iscrizione riporta l’evento della consacrazione.

L’Icona di Santa Maria in Portico

L’Immagine conservata nella gloria dell’altare maggiore è un singolare lavoro in lamina di rame dorato (niello) con fondi a smalto, tecnica definita dagli studiosi à champlevé, alta 26 cm e larga 20.50 con uno spessore di 3 mm. L’icona rappresenta la Vergine con il bambino in braccio nella tipica iconografia bizantina dell’Odigitria (Colei che indica la via) forma detta “toracica”. Tutto si staglia su fondo azzurro fra due fronde di quercia, ed è inserito in un’edicola con arco a tutto sesto costituita da pilastri ionici; nella sommità le teste dei santi Pietro e Paolo. La cornice in smalto rosso, decorata da rosette dorate con il bottone azzurro, costituiscono il contorno.
Le fonti attestano la sua conservazione nella chiesa di S. Maria in Portico fin dal secolo XII, ma i canoni iconografici fanno pensare ad una immagine più antica. Le lontane forme protoromaniche: colonnine in stile ionico, le teste degli Apostoli – secondo il tipo dei vetri cimiteriali – le forme greco-siriache come l’inquadratura a rose e gli alberi ornamentali, fanno supporre due momenti compositivi.
Nel VI secolo, si stabilisce la tipologia iconografica legandola agli eventi della miracolosa visione di santa Galla, ne è testimone un distico scolpito nel ciborio dell’altare di S. Maria in Portico vecchia ormai scomparso, ma tramandatoci per la testimonianza dei primi agiografi: Hic est illa piae Genitricis Imago Mariae quae discubenti Gallae patuit metuenti (Questa è l’immagine di Maria Madre di Dio che si manifestò a Galla, umile e timorosa, mentre serviva i poveri). I versi furono trascritti da S. Giovanni Leonardi nella sua Narratione della Miracolosa Imagine della Beatissima Vergine del 1605. La tradizione iconografica del VI secolo viene conservata nella composizione dell’attuale icona che gli studiosi vogliono realizzata, per la gamma cromatica degli smalti e la naturalezza dell’esecuzione, tra l’XI e il XIII secolo.
L’opera è attribuibile ad una scuola italo-bizantina o a qualche bottega della zona. Occorre tenere presente che la vecchia chiesa di S. Maria in Portico era situata nel quartiere dei greci che vi si stabilirono nell’VIII secolo dopo la fuga da Costantinopoli, portando le tradizioni culturali e religiose della loro terra. Sono testimoni di questa antica presenza le Chiese di S. Giorgio al Velabro, S. Teodoro al Palatino, S. Anastasia e S. Maria in Cosmedin con l’odierna via della Greca.
L’immagine di S. Maria in Portico in nostro possesso, con molta probabilità è una riproduzione di qualche antica pittura o mosaico venerata nel portico di Galla, deteriorata con il passare del tempo o distrutta da qualche incendio, essa fu riprodotta mantenendo il legame con l’antica tradizione. La festività liturgica dei Santa Maria in Portico è celebrata ogni anno il 17 luglio in memoria della prodigiosa apparizione.
Le tracce della devozione a Maria da parte del popolo romano sono rimaste cristallizzate in questa iconografia quasi a ricordare con perenne memoria, la sua presenza nel cuore della Città Eterna fra le sponde del Tevere e le tombe dei principi degli apostoli Pietro e Paolo che fecondarono con il loro sangue il primo annuncio del Vangelo. In effetti i titoli con i quali è stata da sempre invocata, rievocano da una parte i luoghi nel quale il culto ha avuto inizio e dall’altra la popolare professione di fede nella Maternità Divina di Maria: Santa Maria Madre di Dio Porto della romana sicurezza. Porto e Portico sono luoghi di accoglienza, di riparo, di rifugio e riconducono alla essenzialità del grembo materno. Maria è colei che accogliendo la Divina Parola diviene Madre del Signore e nello stesso tempo è rifugio e protezione per coloro che sono stati generati dalle acque battesimali. In questo contesto di fede, qualche secolo prima, la preghiera del popolo si era rivolta alla Madre del Salvatore con queste parole: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio”.

dal sito https://www.santamariainportico.it/

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