Santa Lucia a Venezia

Descrizione

Descrizione

Il Santuario

L’arrivo a Venezia

Secondo la tradizione le spoglie della Santa vennero prese a Costantinopoli, insieme a quelle di Sant’Agata, dal doge veneziano Enrico Dandolo nel 1204. Secondo un’altra testimonianza (Cronaca Veniera della Biblioteca Marciana di Venezia), invece, il corpo sarebbe stato portato in Laguna nel 1026 (probabile errore dell’amanuense, che ha letto 1026 per 1206, anno della traslatio ufficiale).

In città sorgeva già una chiesa intitolata alla Santa (eretta nella seconda metà del XII secolo) per cui è plausibile che la decisione di traslare il corpo della Santa in Laguna sia stata dovuta, come avvenne per casi simili, al bisogno di arricchire una chiesa veneziana. Tuttavia le spoglie furono portate in un primo memento nella chiesa di San Giorgio Maggiore. Il giorno della festa (13 dicembre) il flusso di pellegrini era così imponente, che nel 1279 alcuni morirono annegati a causa di un rovesciamento di barche. Fu così che il Senato, per scongiurare ulteriori incidenti, stabilì che le reliquie venissero trasferite in una chiesa di città: con una solenne processione, il 18 gennaio 1280 il corpo fu portato nella chiesa di Santa Maria Annunziata o della «Nunciata» nel sestiere di Cannaregio.

La prima chiesa

Una nuova chiesa, intitolata a Lucia e dove furono definitivamente deposte le sue spoglie, fu consacrata nel 1313. Nel 1444 l’edificio sacro passò sotto la giurisdizione del vicino convento del Corpus Domini e nel 1574 alle Agostiniane Serve di Maria.

Nel corso degli anni l’edificio subì vari interventi e rifacimenti. Nel 1580 Palladio realizzò alcuni disegni per i suoi interni, ma, nonostante un’iscrizione sul portale maggiore lo designasse come l’autore, l’edificio venne in realtà ultimato soltanto trent’anni dopo la sua scomparsa.
In esecuzione del decreto napoleonico del 1805, la comunità conventuale fu soppressa, mentre a causa della costruzione della nuova stazione ferroviaria, chiesa e convento furono demoliti tra il 1861 e il 1863. In ricordo della chiesa, la nuova stazione prese il nome di Venezia Santa Lucia.

La chiesa attuale

Le reliquie della martire furono portate nella vicina chiesa di San Geremia, dove si trovano ancora oggi, l’11 luglio del 1860. Deposte sull’altar maggiore per sette giorni, vennero poi spostate su un altare laterale in attesa di costruire una nuova cappella, costruita nel 1863 con il materiale del presbiterio della distrutta chiesa di Santa Lucia. Infine venne realizzato un altare in broccatello di Verona con fregi di bronzo dorato su disegno dell’arch. Gaetano Rossi. Le spoglie incorrotte della martire furono poste in una nuova urna in marmo giallo ambrato.

Descrizione architettonica della chiesa

La fondazione leggendaria della chiesa andrebbe fatta risalire all’VIII secolo quando, in questa zona paludosa, giunsero le popolazioni della terraferma in fuga dai Barbari, mentre secondo la tradizione venne fondata nel 1013 per essere poi ricostruita dal doge Sebastiano Ziani nel 1174. Nel 1206 ospitava le spoglie di San Magno, vescovo di Oderzo ed Eraclea, morto nel VII secolo.

L’antico edificio basilicale a tre navate sorgeva parallelo al Canal Grande. Il presbiterio venne ricostruito nel Cinquecento secondo le indicazioni del Concilio di Trento. Nel Seicento venne rialzato il campanile romanico grazie all’aggiunta dell’attuale cella campanaria.

Probabilmente per problemi di statica, la fabbrica medievale fu demolita a metà Settecento e tra il 1753 e il 1820 ricostruita su progetto di Carlo Corbellini che ruotò di 90° l’asse longitudinale dell’edificio rispetto al preesistente in modo che la facciata principale prospettasse sul campo San Geremia, con ingresso preceduto da un’alta gradinata. Nel 1870 fu realizzata la facciata prospiciente il Canale di Cannaregio.

La chiesa è una grande costruzione a croce greca, i cui bracci prospettano, con eccezione di quello absidale, sulle principali vie di comunicazione: Canale di Cannaregio, Canal Grande, Campo San Geremia. Il prospetto sul Canal Grande corrisponde alla cappella di Santa Lucia e all’ esterno vi campeggia l’iscrizione: “Lucia Vergine di Siracusa in questo tempio riposa. All’Italia e al Mondo ispiri luce e pace”.

L’interno

Concluso da un’abside semicircolare, l’interno è coperto da una grande cupola ovoidale, contornata da quattro cupoline emisferiche. Fasci di colonne corinzie reggono la cupola all’incrocio dei transetti, sostenendo gli archi delle cappelle minori; negli intercolumni si trovano gli altari settecenteschi.
Dalla chiesa di Santa Lucia provengono le tele di Palma il Giovane raffiguranti Santa Lucia, Santa Maria Maddalena, Sant’Anna e San Gioacchino, Madonna del parto, San Tommaso d’Aquino e due angeli

Altra opera ascrivibile al Palma è San Magno incorona Venezia.

La cappella di Santa Lucia

Il braccio del transetto verso il Canal Grande venne chiuso per realizzare la cappella di Santa Lucia (1863), costruita con i marmi provenienti dalla chiesa demolita.

Con la traslazione delle sante reliquie, la chiesa intitolata a San Geremia fin dal Mille, acquistò anche il titolo di Lucia.

L’urna secentesca e l’altare furono sostituiti nel 1930 con quello attuale ad opera dell’arch. veneziano Gaetano Rossi per rendere visibile il corpo da entrambi i lati. Nel 1955, il futuro papa Giovanni XXIII, all’epoca patriarca card. Angelo Roncalli, commissionò allo scultore Minotto una maschera in argento che ricopre il volto della martire, lasciandone scoperta una piccola parte dietro l’orecchio sinistro.

Il luogo è meta di innumerevoli fedeli provenienti da tutto il mondo.

La Devozione

La storia della devozione

Deposto il corpo di Lucia nelle catacombe, che da lei presero il nome, il sepolcro richiamò ben presto fedeli che ne ricevevano grazie in abbondanza. Il suo culto si diffuse ben presto fuori dell’isola e dal XVI secolo perfino in America Latina, in alcuni luoghi dell’America del Nord e in Africa.
Nella devozione popolare particolari leggendari arricchiscono la sua biografia: il più famoso è quello secondo cui Lucia stessa si sia levata gli occhi (subito miracolosamente restituiteli da San Raffaele) inviandoli in un bacile di argento a Pascasio stesso o al giovane pretendente che se ne era innamorato.

A Venezia il culto ininterrotto verso le reliquie della martire dura dal XIII secolo e continua nella chiesa di San Geremia, dove si trovano ancora oggi dall’11 luglio del 1860.

Una preghiera di S.E. Angelo Giuseppe Roncalli, nel 1957 Patriarca di Venezia, futuro Papa Giovanni XXIII, evidenzia il carattere profondo della fede del Patriarcato e della devozione della chiesa locale alla Santa di tutti.

“O gloriosa Santa Lucia, che alla professione della fede, associasti la gloria del martirio, ottienici di professare apertamente le verità del Vangelo e di camminare secondo gli insegnamenti del Salvatore. O Vergine Siracusana, sii luce alla nostra vita e modello di ogni nostra azione, cosicché, dopo averTi imitato qui in terra, possiamo, assieme a Te godere della visione del Signore. Amen.”

In ogni parte del mondo

La più antica testimonianza del culto di Lucia, un’epigrafe marmorea del IV secolo è stata rinvenuta nelle catacombe di Siracusa: in memoria di una tal Euskia cita il giorno di Santa Lucia come festa locale. La devozione per la giovane si diffuse assai velocemente: già nel 384 a Ravenna sant’Orso le intitolò una chiesa e papa Onorio I, poco dopo, una a Roma. In tutto il mondo oggi si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate.

Dove si festeggia

A Siracusa la festa in onore della patrona è naturalmente molto sentita ed inizia già a fine novembre. Santa Lucia si celebra in vari Paesi europei.
Considerata la protettrice degli occhi, degli oculisti e degli elettricisti e dei bambini, in alcune città italiane del Nord la notte di Santa Lucia è una notte magica, molto attesa dai piccoli. Secondo la tradizione, seguita dal cocchiere Castaldo, la Santa, in groppa al suo asinello, porta dolci e doni ai bambini che si sono comportati bene durante tutto l’anno e loro in cambio le preparano una tazza di caffelatte con qualche biscotto.
La sua festa combaciava col solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno prima delle riforme del calendario gregoriano e, cadendo nell’Avvento, annuncia l’arrivo del Natale.

Anche in Scandinavia è un giorno di festa importante, dove Lucia, simbolo di luce, segna l’arrivo della nuova stagione. Lucia viene impersonata da ragazze vestite di bianco (simbolo della purezza) con una fascia rossa (a rappresentare il sangue del martirio) e una corona di candele sul capo che portano in processione biscotti e panini allo zafferano. Alle cerimonie partecipano sia i Cattolici che i Protestanti.

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