Beata Vergine del Roggione

Descrizione

Descrizione

Nella frazione Roggione, a due chilometri circa da Pizzighettone, sulla strada per Cremona, sorge un vero gioiello artistico: il Santuario dedicato alla Beata Vergine del Roggione. L’edificio sacro, che conserva intatta ancora oggi l’impronta barocca, fu eretto nella prima metà del Seicento in onore della Madonna per aver liberato il paese della terribile pestilenza del 1630. Lo ricorda il ricco cartiglio sostenuto da due angeli. L’edificio sacro, che conserva intatta ancora oggi l’impronta barocca, fu eretto nella prima metà del Seicento in onore della Madonna per aver liberato il paese della terribile pestilenza del 1630.

Fondato nel 1630 a ridosso del “rozzone”, un fossato vicino al quale un tempo sorgeva una Cappelletta campestre priva di altare, affrescata con l’immagine della Vergine Maria con in braccio il Bambino e affiancata dai Santi Pietro e Bernardino.

Proprio in quegli anni gli abitanti di Pizzighettone e dei Comuni limitrofi svilupparono una grandissima devozione nei confronti di questa Cappelletta, poiché quel periodo storico fu segnato da epidemie di peste di eccezionale virulenza: la gente accorreva a lavarsi nel sopraddetto ruscello e a prendere l’acqua fiduciosa di essere liberata dal pericolo della pestilenza per intercessione della Vergine Maria.

Grazie a questa enorme devozione e alle generose oblazioni, nel 1634 fu ultimata la struttura ecclesiale e la Sacra Immagine di Maria fu trasferita dall’antico capitello all’ancona dell’altare maggiore.

Un episodio significativo per il Santuario fu l’assedio delle truppe di Carlo Emanuele II nel 1733, che provocò seri danni all’abitato: popolo e clero si raccomandarono alla B.V. del Roggione promettendo ed obbligandosi, in caso di liberazione, a portarsi in processione al Santuario ogni anno per celebrarvi una Messa di ringraziamento. A tre giorni dal voto arrivò l’armistizio e la pace.

La B.V. del Roggione intercedette una seconda volta a favore della comunità pizzighettonese nel 1848, in occasione dello scoppio di una
polveriera provocato dall’esercito piemontese di Carlo Alberto. In segno di riconoscenza gli abitanti di Pizzighettone portarono in processione un
quadro, a ricordo dello scampato pericolo, in occasione della processione annuale.

La struttura esterna e l’interno del Santuario sono caratterizzati da un corposo aspetto barocco. Il soffitto è affrescato con numerosi dipinti
raffiguranti la Madonna contornati da pregiati marmi e da cornici dorate. Le pareti della navata sono impreziosite da quattro altari laterali con le immagini di San Giorgio, San Michele, San Giuseppe e Sant’Anna. Ai lati dei due altari laterali sono appese quattro formelle in terracotta, che riproducono gli episodi storici fondamentali legati al Santuario, e denominate “Ex voto” . Questi ultimi costituiscono una importante fonte di informazioni storiche ed architettoniche relative a Pizzighettone e testimoniano modi e abitudini di vita quotidiana. Il primo, del 1633, raffigura la struttura originaria del castello ed il passaggio sul fiume Adda quando ancora non esisteva il ponte di legno; il secondo, del 1666, raffigura il
portico che anticamente affiancava il Santuario, nel mezzo del quale era posto il pilastrello votivo; il terzo, del 1733, mostra il clero pizzighettonese che, a nome di tutta la comunità si vota alla beata Vergine in seguito degli scampati pericoli; l’ultimo, nel 1848, illustra lo scoppio della polveriera causato dai piemontesi.

Nel 1986 la chiesa è stata eretta in parrocchia autonoma, non più dipendente dalla parrocchia di San Bassiano.

 

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