Beato Bernardo da Offida

Descrizione

Descrizione
Il convento dei Cappuccini di Offida con l’annessa chiesa, dove visse fra Bernardo per lunghi anni, restò in piedi dal 1614, anno di fondazione, fino al 1893, quando i frati, in vista dell’imminente bicentenario della morte del beato, decisero di ricostruirne un altro più moderno, con chiesa più ampia e decorosa in suo onore. Ricostruirono i due edifici sullo stesso terreno conventuale su disegno dell’architetto cappuccino fra Angelo da Cassano d’Adda.
Fra Angelo appena giunto in Offida, nella primavera del 1893, dopo un attento studio del sito, risultato con una configurazione a carattere stratigrafico e argilloso, quindi terreno difficile e ad alto rischio relativamente al settore edilizio, prese la sua decisione coraggiosa: nonostante tutto, decise di non mutare il “sito” della costruzione ma di spostare solo di poche decine di metri, verso sud – ovest, la sede del nuovo complesso conventuale.
Nel nuovo Santuario, a tre navate, ampio e luminoso, è stato prevista una cappella in onore del beato, destinato alla custodia delle sue spoglie mortali.
In un primo tempo nella nuova chiesa, la cappella del beato era ornata da un altare di stile composito poi abbattuto per far posto all’attuale complesso architettonico.
L’altare era ornato da quattro colonne tortili, in legno scuro, due per lato, con una trabeazione classicheggiante, a più moduli. Nel centro si apriva la nicchia con la statua del beato, reggente il giglio sulla destra ed il teschio sulla sinistra, mentre un angioletto, sulla sua sinistra, mostrava una scritta. È probabile che l’altare fosse stato composto con elementi architettonici della vecchia cappella del beato, costruita nel 1792, se non si trattava addirittura dello stesso antico altare, sistemato nella nuova sede.
L’attuale cappella sorge nel terzo vano laterale sinistro, ampliato in profondità, il quale, con un andito di rimpetto, delle stesse dimensioni, ora occupato dall’organo, conferisce alla chiesa la forma di croce latina, a tre navate.
Il baldacchino è costituito da quattro colonne con basi verticalmente sviluppate e sobriamente decorate, con fusti lisci e con capitelli corinzi, ed è abbellito con decorazioni nell’architrave e nella volta, dovute sicuramente al Girolomini, come suoi sono i due vasi ai lati e la guglia terminante con una croce nel centro. In una fascia si legge: MANUM SUAM APERUIT INOPI (aprì la sua mano ai bisognosi), con esplicita allusione alla bontà e generosità del beato verso i poveri.
In vista del III centenario della morte del beato (1994)il 14 ottobre 1992 sono iniziati i lavori di restauro delle decorazioni pittoriche, del tetto della chiesa. I lavori di restauro sono stati eseguiti da M. Ceroni di Offida. Dopo il natale del 1992 si è dato inizio ala ristrutturazione del coro e del presbiterio per opera della ditta Donzelli di Ancona. Un nuovo altare ligneo è stato sistemato nel presbiterio. I due nuovi amboni sono opera ammirevole dell’ebanista cappuccino P. G. Trombetta da Cingoli. L’indovinata illuminazione esalta la vivida cromia delle tele dipinte a spatola, opere di un artista che nutre e anima le sue figurazioni di fulgida luce diurna. I lavori di restauro sono stati diretti dall’Ing. Arch. Nanni Monelli.
In questa occasione è stata eretta una statua commemorativa del Beato Bernardo collocata all’inizio del viale d’accesso al santuario realizzata dal famoso  scultore locale Aldo Sergiacomi.
CASA NATALE DEL BEATO BERNARDO
La casa del beato tuttora si conserva, anche se con le radicali modifiche subite nel tempo. Essa dista 5 km dal centro urbano e si trova nella frazione lava. Nel 1992 è stata acquistata dalla provincia dei cappuccini delle Marche e trasformata in un piccolo oratorio. La casa ed il terreno circostante non distano molto dal sottostante torrente Lava e dal mulino Peroni. La casa del beato doveva avere pochi ambienti di cui non è possibile descrivere l’antica casa sullo schema di quella attualmente conservata. Stando ai testi dei processi, si direbbe che la dimora dei Peroni si configurasse, nell’ambito della tipologia abitativa del tempo, come “casa” vera e propria, vale a dire come costruzione abbastanza solida, anche se con poche stanze, e con i pavimenti in terra battuta a primo piano.
Attualmente la casa natale, restaurata nel 1992, è meta di continui pellegrinaggi. A far da sfondo alla casa natale del beato vi è, sulla collina, una gran croce che testimonia la sacralità del luogo.  
VITA DEL BEATO BERNARDO
Il Beato Bernardo, al secolo Domenico Peroni, nacque ad Offida il 7 novembre 1604.
A ventidue anni entrò nell’ordine dei frati cappuccini, cominciando il noviziato a Corinaldo e terminandolo a Camerino, dove emise la professione il 15 febbraio 1627. Passò quindi nei conventi di Fermo, dove fu aiuto – cuoco, di Ascoli Piceno e poi, fin dal 1650, di Offida, dove trascorse tutto il resto della sua vita, eccettuato un breve periodo passato di nuovo ad Ascoli nel 1674–75. Morì in patria il 22 agosto 1694.
A Offida svolse per lungo tempo l’ufficio di questuante, aggirandosi, quale benefattore di poveri, consolatore di afflitti e messaggero di pace, per i paesi e le campagne di quell’ampio circondario di questua e raccogliendo elemosine per i frati e per gli indigenti.
Fu poi portinaio del convento, dove accolse innumerevoli persone che a lui si rivolgevano per consiglio o per ricevere un tozzo di pane. A tutti fra Bernardo aprì il suo animo buono. Dio, per sua intercessione, operò numerosi prodigi a sollievo di malati e sofferenti di ogni specie.
Tipica figura di frate laico cappuccino del Seicento, fra Bernardo brillò di fulgida luce per ardentissimo amore verso Dio, per eccelsa contemplazione, accompagnata talora da fenomeni mistici, e per eccezionale carità verso i bisognosi. Visse in totale spirito di “minorità”, tanto che Pio VI, nel proclamarlo beato nel 1795, lo contrappose, per la serafica umiltà, al superbo sapere illuministico di quell’epoca.
Il Beato Bernardo è una delle più note figure del Piceno per Santità di vita ed è ancora “vivo” ad Offida e nei dintorni, dove gode straordinaria devozione. Il suo Santuario è meta di continue visite e “altare” di numerose grazie.
IL celebre musicista austriaco F. J. Haydn(1732 – 1809) compose in onore del beato Bernardo la Missa in si bemolle maggiore. La messa si intitola: Missa Sancti Bernardi Von Offida, e ha come sottotitolo Heiligmesse, per il fatto che il compositore nel Sanctus ripropone una vecchia melodia di un canto assai noto in quel tempo: Heilig, heilig…Informato della beatificazione dell’umile cappuccino offidano, dai frati della chiesa che egli frequentava, compose di getto la messa nell’autunno del 1796 e volle che fosse eseguita la prima volta nella chiesa dei Cappuccini di Vienna il Sabato 11 settembre 1797, giorno in cui a quel tempo si celebrava la festa del beato novello.
Il pontefice Gregorio XVI parla di lui nel diploma del 20 dicembre dell’anno 1831, col, quale dichiara città la terra di Offida : “Ciò che conferisce maggior lustro e decoro a Offida è che in essa nacque il beato Bernardo, il cui sacro corpo si venera nel santuario dei cappuccini: alla sua tomba accorrono da tutti i paesi della regione, per implorarne la potente intercessione, manifestata da grandi miracoli”.
In Italia va segnalata un’altra iniziativa: la sistemazione di una statua di fra Bernardo, pochi anni dopo la sua beatificazione, in una nicchia delle guglie del DUOMO di MILANO.

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