Già nel 1654 erano stati eseguiti in ogni caso restauri all’edificio, su commissione della signora Martinelli di Sestola, come si evince dal verbale della visita diocesana di quell’anno, dove il santuario figura antecedente alla parrocchiale. Altri cantieri furono indetti dal figlio di questa, con l’aggiunta di un corpo di fabbrica per l’abitazione dell”’eremita”.
Il santuario sorge in località Poggioraso a circa due km da Sestola alla confluenza delle strade per Pavullo e Fanano . Fino ad alcuni decenni fa l’edificio era collocato ai piedi di tino “scoglio ignudo” di calestrino che storicamente caratterizzava l’ambiente e contribuiva ad orientare i pellegrini verso la chiesa; da vari anni il rilievo è stato atterrato per far posto allo svincolo stradale che smista la viabilità da e per Sestola su questo versante. La facciata presenta un disegno piuttosto elaborato, concluso in alto da un cornicione sagomato a capanna che corre su una teoria di arcatelle “neo-romaniche” appena rilevate; l’ampio portale architravato con timpano modanato è affiancato da due finestre a nastro verticale ed è sormontato da un rosone che conclude la serie delle aperture ricavate nella parete priva di modanature. Internamente l’edificio è a sala rettangolare, la zona presbiteriale coperta da una volta a cupola si conclude con un’abside semicircolare. Alle due estremità del cornicione compaiono monoliti cuspidati con la stessa foggia di quelli che si trovano ai quattro vertici della cella campanaria del campanile e anche, a scala maggiore, sulla facciata di S. Nicolò a Sestola.
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