Basilica Incoronata, Madre del Buon Consiglio

Descrizione

Descrizione

Il Quadro Miracoloso

Maria Landi, poi suor Maria di Gesù, aveva sempre avuto, fin dalla fanciullezza, una tenera devozione verso la Madonna del Buon Consiglio: ed esternava questa sua devozione davanti alla immagine della SS Vergine dipinta ad olio su un piccolo quadro che sempre la famiglia Landi aveva avuto in casa. In esso, però, la figura di Maria SS non le appariva di quella luminosità che fosse espressione del “buon consiglio”; per cui, nel 1884, commissionò al pittore napoletano Spanò, – artista capace ma affetto da così densa cataratta agli occhi, che a stento distingueva le sagome delle persone – una nuova immagine della Madonna che corrispondesse al suo ideale.
Lo Spanò si mise all’opera con intelletto d’amore, ma non riusciva mai ad accontentare la committente, che richiedeva sempre maggiore luminosità. Fino a quando non intervenne il Cardinale Sanfelice, allora arcivescovo di Napoli, che invitò la Landi ad esporre alla venerazione dei fedeli la sacra immagine, affermando che “la Madonna si sarebbe finita in se”. Ed ecco! Il primo miracolo. Difatti, appena il quadro fu esposto nella cappella di Casa Landi, al Largo S. Carlo all’Arena, il colera che imperversava su Napoli – si era infatti nel 1884 – cessò d’incanto.
Nel 1906, il secondo meraviglioso prodigio. Nel frattempo i Landi si erano trasferiti in una più ampia abitazione in Via Duomo, 36; e qui avevano dedicato alla Madonna un piccolo ma sontuoso oratorio splendido di stucchi rivestiti di oro fino. “Il venerdì santo, quando ormai la città era in piena rovina perché il peso della cenere – si tratta della famosa eruzione proprio del 1906 – cominciava a far crollare tetti e solai, suor Maria prese il quadro della Madonna e lo sporse fuori dal balcone.
Un raggio di sole trapassò la densa cortina di cenere cominciò ad attenuarsi; un comunicato dell’Osservatorio Vesuviano annunziò che la forza dell’eruzione accennava gradatamente a decrescere”. Da quel momento, l’oratorio di Via Duomo divenne centro di sincera spiritualità, di squisita pietà mariana, e di fervida attività caritativa. Ad esso convenivano alti prelati e nobili dame, qualificati professionisti ed umili postulanti che chiedevano preghiere alla pia madre e grazie e favori alla Grande Madre. Tale fervore di spiritualità non lasciò indifferente il santo papa Pio X, che sollecitato dal Cardinale Casimiro Gennari, testimone oculare dei prodigi di Via Duomo, concesse con privilegio speciale la incoronazione del quadro della prodigiosa Madonna. Il decreto papale porta la data del 29 marzo 1911; il Rito religioso fu celebrato solennemente dal Cardinale Prisco il 6 gennaio 1912, solennità dell’Epifania del Signore.

Il Tempio di Capodimonte

La solenne cerimonia della incoronazione attirò sulla Madonna del Buon Consiglio di Via Duomo, l’attenzione di tutta la città: che compatta e devota, in continuo pellegrinaggio, salì all’Oratorio della pia religiosa durante gli otto giorni successivi, nei quali furono celebrati solenni riti. Pellegrinaggi che non si estinsero con la fine dei festeggiamenti, ma continuarono con uguale frequenza anche se in forma privata.
Anzi, essi aumentarono, anche per intensità spirituale, durante gli anni tristi della Prima Guerra Mondiale; durante i quali la Madonna continuava a mostrarsi qual è: madre degli afflitti e dei desolati. I quali non dimenticavano di dimostrare la loro riconoscenza con il dono degli ex-voto, che ora sono, in parte, esposti nella sacrestia e nel tesoro della Basilica. L’affluenza e la fiducia dei devoti che salivano all’Oratorio di Maria Landi, convinse la pia religiosa a riprendere l’antico progetto di innalzare alla SS Vergine un tempio a Capodimonte. Ne parlò al Cardinale Prisco, allora arcivescovo di Napoli; rivelandogli pure che già nel 1900 la Vergine SS le aveva detto di una mistica contemplazione: “Volo ut edifces mihi magnum templum super Catacumbas”.
Invito che le fu ripetuto più volte; e con più premurosa insistenza nella solennità di Pentecoste del 1916. Il Card. Prisco, dopo gli ovvi iniziali tentennamenti, si decise a caldeggiare l’idea: e nel dicembre del 1918, subito dopo la fine della guerra, nominò una Commissione di competenti, scelti fra i devoti della Vergine Incoronata e sinceri estimatori delle intenzioni di Maria Landi. La scelta del sito, a Capodimonte, fu facilitata dalla donazione di una villa con annesso parco fatta da una devota benefattrice proprio sulla massa tufacea in cui sono scavate la Catacombe di S. Agrippino (poi di San Gennaro) e di San Gaudioso.
Il progetto del tempio, scelto ed approvato dalla Commissione, fu quello dell’architetto Vincenzo Veccia, che seppe dare veste tecnica all’idea di suor Landi: quella cioè di una figuratività non pedissequa ma di forte richiamo alla Basilica di S. Pietro a Roma, centro e simbolo della Chiesa Cattolica, della quale la Madonna del Buon Consiglio era proclamata Regina. Titolo che le fu riconosciuto ufficialmente con Decreto della Sacra Congregazione dei Riti il 13 giugno 1921. La prima pietra fu posta da Mons. Zezza, vescovo ausiliare del Card. Prisco impossibilitato ad intervenire per la tarda età, il 6 gennaio1920: esattamente otto anni dopo la solenne incoronazione della sacra immagine.

La Pia Fondatrice

Maria Landi nacque a Napoli il 21 gennaio 1861, giorno della memoria liturgica della vergine e martire S. Agnese, per la quale ella ebbe particolare devozione al punto di volerne un’immagine – in marmo – nel tempio che si andava costruendo. Si manifestò subito di ingegno assai vivace, anche se non ebbe adeguata formazione culturale, avendo frequentato – e non assiduamente – la scuola privata delle signorine Amoroso, le quali limitavano il loro impegno scolastico a pochi esercizi di lettura e scrittura ed a piccoli lavori domestici.
In compenso, ebbe una solida formazione spirituale, dalle cure di padre Salvatore Maria Nisio, delle Scuole Pie, poi vescovo di Ariano di Puglia, oggi Ariano Irpino, il quale fu, poi, testimone e garante dei celesti favori con cui la Divina Provvidenza arricchiva la giovane mistica. Alimentata da così profonda spiritualità, Maria Landi, a 17 anni, “si offrì con voto a Gesù Cristo vittima per la Chiesa, per la vita del Santo Padre, e per tutti i bisognosi del proprio Pastore”; e si impose la Regola di vita del Terzo Ordine Francescano della riforma Alcantarina; e ne vestì l’abito. A 26 anni, il 7 novembre 1887, per speciale concessione del Card. Sanfelice, continuando a vivere nella sua casa, emise i voti solenni di povertà, castità, obbedienza.
E si considerò di diritto e di fatto suora ed assunse il nome di Maria di Gesù. La particolare concessione del Sanfelice, però, non era stato un privilegio, per così dire, gratuito: ma fu determinato, oltre che dalla personale esperienza che il pio arcivescovo aveva avuto della squisita spiritualità della Landi, anche dal desiderio di coinvolgerla, constatate le di lei capacità, nelle molteplici e multiforme opere di Carità che egli andava escogitando per il bene della diocesi e della città.
Espletando le quali, Maria Landi ebbe modo di conoscere, elemosinando alla porta dell’Alta Borghesia e della Nobiltà Napoletana, tanti insigni benefattori, che poi infervorò alla devozione della Incoronata Madre del Buon Consiglio; e che entusiasmò all’idea della costruzione del Tempio a Capodimonte. Ma fece di più. Per assicurare continuità ed incremento ai suoi impegni di carità, riunì in Associazione le pie persone che con lei lavoravano alla gloria di Dio ed al sollievo dei sofferenti. Dando all’associazione delle donne il titolo di Dame dell’Incoronata; ed a quella degli uomini il titolo di Figli di Fede. Un gruppo di giovanissime vollero seguirla nel suo cammino di spiritualità; e la seguirono a Capodimonte, facendo vita comune, nel palazzetto che sorgeva alle spalle del tempio che si andava costruendo; e costituirono il primo nucleo della Congregazione Religiosa delle ancelle della Chiesa, la quale ebbe il riconoscimento canonico dal Card. Ascalesi, alcuni anni dopo la morte della Madre, il 26 aprile 1936.
Anche il successore del Sanfelice, mons. Vincenzo Maria Sarnelli – della nobile famiglia dei Marchesi di Ciorani, proclamato Servo di Dio per le sue virtù eroiche – richiese, pur nel suo breve servizio pastorale a Napoli, la collaborazione di suor Maria di Gesù per le sue opere di carità. Il Card. Prisco, figura di altissimo rilievo nel campo della cultura filosofica a Napoli, riconoscendone la profonda spiritualità, potenziò al massimo le capacità organizzative della Landi, condividendone sinceramente le idee. Ma fu il Card. Alessio Ascalesi, succeduto al Prisco nel 1922, e che governò la Diocesi con animo sensibile e premuroso per ben 28 anni, che raccolse e portò a compimento con gioioso entusiasmo la ricca eredità di suor Maria di Gesù Landi; la quale, frattanto, era stata assunta alla gioia della visione beatifica il 26 marzo 1931.

Solerti Continuatori

Don Vincenzo Vollero
Addormentandosi nel Signore Suor Maria di Gesù Landi affidava alle sorelle Anna e Concettina la custodia ed il culto della venerata immagine della Madonna dell’Oratorio di Via Duomo. L’8 giugno 1938, però, essendo morte anche esse, il Card. Ascalesi decise di trasferire il quadro dell’Incoronata nell’area del nuovo tempio; e dopo tre giorni di solenni festeggiamenti liturgici nel Duomo, il 12 dello stesso mese lo portò a Capodimonte con una memorabile processione per le vie di Napoli; e lo collocò nella Cappella del Santo Natale, nell’edificio-conventino delle Ancelle della Chiesa, la Congregazione Religiosa femminile di Giurisdizione Diocesana, che la pia aveba pensato di istituire per il servizio del tempio e delle Opere annesse.
“…con il fine di promuovere la maggior gloria di Dio e cercare la propria santificazione offrendosi al Padre Celeste per i bisogni della Chiesa e quasi lampade collocate davanti alla Madre Celeste a beneficio del loro Pastore…” (dagli scritti della madre fondatrice). “…Il loro Apostolato è svolto in collaborazione dei Pastori della Chiesa, nella comunione di intenti e di preghiere e nella condivisione di programmazione e di iniziative”(dalle Costituzioni della Congregazione). “…Secondo lo spirito del loro carisma, particolare disponibilità le Ancelle mostreranno alle richieste di collaborazione con i sacerdoti dediti al servizio del Santuario dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio in Napoli” La costruzione del tempio continuò prodigiosamente anche durante la guerra che afflisse il mondo alla fine della prima metà del secolo.
E nonostante le enormi difficoltà per l’approvvigionamento delle materie prime e dei fondi di finanziamento, subito dopo la fine di essa, nel 1948 il Card. Ascalesi, poté porre sulla cupola del tempio ormai completato, la Croce di chiusura, nella quale erano state inserite una Reliquia della Santa Croce di Gesù ed una medaglia commemorativa espressamente donate da Papa Pio XII. L’11 maggio 1952, anche il Card. Ascalesi – che negli ultimi anni si sua vita si era trasferito a Capodimonte, occupando prima l’appartamento riservato dalla stessa Madre Landi all’arcivescovo pro tempore di Napoli, alle spalle del Tempio, poi in una camera al primo piano del Convento delle Ancelle della Chiesa che amorevolmente lo accudirono, piamente morì contemplando per l’ultima volta l’immagine della Madonna Incoronata il cui quadro egli aveva voluto presso il suo letto. Morì sereno, giacché le sorti degli impegni ecclesiali delle Ancelle della Chiesa erano saldamente affidate alla responsabilità della solerte madre Barone succeduta a Madre Landi; e quelle del tempio ala fervida dinamicità di mons. Francesco De Simone, fervido appassionato devoto dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio. Costui provvide con instancabile vivacità alla decorazione plastica e musiva di tutto il complesso; nonché al suo arricchimento con l’acquisizione al Tempio di insigni opere d’arte scultoree e pittoriche recuperate da altre chiese di Napoli, distrutte o rovinate dai bombardamenti aerei dell’ultima guerra. Il 25 aprile 1953, il nuovo arcivescovo Card. Marcello Mimmi inaugurò la facciata.
E finalmente, il 26 aprile 1960 il Card. Alfonso Castaldo ebbe la gioia di consacrare solennemente il Tempio. Successivamente, il 6 gennaio 1968, l’arcivescovo Card. Corrado Ursi, proclamava il Tempio Santuario Mariano Diocesano; ed il 6 gennaio 1980 con Decreto della Sacra Congregazione dei riti, Basilica Minore. Nel frattempo, il 27 gennaio

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