Descrizione
Il Santuario della Beata Vergine del Castello in Ambivere.
Sorprendente sia per posizione che per storia e arte, è difficile stabilire le precise origini di tale santuario mariano. Per miracolo? Devozione popolare alla Madonna? Il primo storico che si occupa del santuario d’Ambivere è il Calvi (1613 – 1678) e lo fa con manoscritto: “Nella parrocchia vi è la Chiesa della Madonna del Castello di molta devozione (…) è detta del Castello per essere contigua ad un antico castello posto sulla sommità d’una collinetta sopra la terra d’Ambivere. Il Castello come anco la Venerata Chiesa della Madonna si stimano esser stati fabbricati dalla famiglia degli Alberghetti”. Castello? Medioevo? Certo, gli Alberghetti feudatari erano in Ambivere già all’inizio del Trecento e forse ancor prima come nobili al servizio imperiale. Dunque, una radicata e importante famiglia aristocratica da difendere dai nemici con un’abitazione murata o meglio con Torrione e Castello e l’altura delle propaggini orientali di Monte Canto sopra l’abitato d’Ambivere era luogo ideale. Il castello, oltre al documentato torrione, doveva essere dotato anche di “Oratorio”. Qua è la fantasia a correre, poiché non si hanno notizie certe della nascita di tale struttura ecclesiastica privata, giacché la certificata testimonianza inizia nel 1575 con la Visita Borromeo: “Visito la Chiesa di S. Maria del castello (…) è abbastanza ornata e fu costruita con elemosine (…). Vi si festeggia l’Assunzione della B.V. Maria (…). C’è una campana sui pilastri”. Dunque? Costruita dagli Alberghetti o dal Popolo locale? Costruita e poi ricostruita? Probabilmente si! Anche se la tradizione popolare tramanda la costruzione delle basi dell’attuale struttura del santuario dopo un evento miracoloso: l’apparizione mariana. Si racconta che nel castello fossero asserragliati alcuni soldati francesi: rischiavano di morire assetati se non fosse intervenuta la Madonna facendo zampillare davanti a loro una sorgente d’acqua. All’interno, sotto il pulpito e tra i banchi, c’è ancora una piccola botola che chiude il pozzo dove scorre “l’acqua della Madonna”. Un evento tuttavia sorvolato sia dallo storico e letterato padre Donato Calvi sia dal cardinale visitatore San Carlo Borromeo; quest’ultimo, diversamente dal tradizionalista e fantasioso agostiniano Calvi, fu tra i fautori della Chiesa Riformista e dunque preferiva andare al sodo nelle sue visite senza badare a raccogliere le migliaia di pettegolezzi fantastici. In effetti, il Santuario era gia presente nel 1575 e ciò fa presumere che la costruzione sia molto antica; probabilmente verso la fine del Quattrocento o nella prima metà del Cinquecento.
Nel 1591 i frati Minori delle Grazie di Bergamo desideravano anche costruirvi un convento nelle vicinanze: aggiunge il citato Calvi: “Havendo la terra e Comunità d’Ambivere trattato di dar à li Frati (…) la Chiesa e luogo della Madonna del castello della loro terra per la fabbrica d’un Convento”. Di questo rimarrà solo un desiderio. Nelle successive Visite Pastorali diocesane scopriamo che nel 1676 fu edificata l’attuale struttura del santuario. Nel 1603 l’antica costruzione è documentata in decadenza; nel 1676 la ristrutturazione o ricostruzione. Tale data è incisa tuttora nella parte superiore del portale d’ingresso alla chiesa, mentre il 1678, probabilmente la fine dei lavori, è inciso sull’architrave del tetto. Anche l’edicola all’esterno dell’abside riporta la data 1691. Il pregevole dipinto, in pessime condizioni, raffigura la Madonna con Bambino e sullo sfondo un castello caratterizzato da torri. A tale periodo di fine Seicento il Santuario è anche significativamente dotato di pregevoli dipinti su tela. Nel 1701, con la Visita pastorale del vescovo Ruzzini, troviamo conferma della nuova costruzione poiché si annota che “Vi è un Oratorio chiamato la Madonna del castello (…) et fabbricato tutto di nuovo dalla terra d’Ambivere”.
Nella metà del Settecento l’interno è dotato del prezioso Organo Serassi. Nel 1832-33, incombono altre rilevanti trasformazioni strutturali, poiché si abbatte radicalmente l’antica Torre del castello, si elevano le mura di limitazione del vasto terrapieno erboso e si fa assumere al piazzale l’attuale aspetto d’interdipendenza tra architettura, storia. arte, natura e religiosità mariana. Il Santuario, noto come “Madonna del Castello”, è meta di pellegrinaggi ed è conosciuto dagli ammalati per le varie raccomandazioni mariane accompagnate con il suono delle campane. Si rivolgono alla Madonna d’Ambivere anche le mamme in attesa o che hanno bambini piccoli in salute precaria. La statua della Madonna ha il Bambino in braccio. Gesù, come la Madre, ha la corona regale e sul palmo della mano ha il globo terracqueo. La festa del santuario, preceduta da un settenario di celebrazioni particolarmente intense, si celebra la seconda domenica di settembre, in prossimità della festa della Natività di Maria (8 settembre) e del Santo Nome di Maria (12). Recentemente (1984-84), questo interessante complesso religioso, vero orgoglio per l’Isola bergamasca, ma anche per tutta la Terra di Bergamo, è stato nuovamente soggetto al restauro generale.
Sergio Limonta
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