Madonna della Luce

Descrizione

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Com’è nata la devozione alla Vergine Santissima della Luce

Nel 1829, esattamente il 24 aprile, alle prime ore del giorno, nella chiesa parrocchiale di S. Mattia apostolo in Collelungo di San Venanzo, si scoprì “come per prodigio” l’immagine affrescata della Vergine in trono con il Bambino sulle ginocchia e ai lati i santi Cristoforo e Sebastiano.
L’immagine è un’opera pregiata attribuita a Pietro di Nicola, pittore orvietano del XV secolo. Probabilmente commissionata come ex-voto nell’antica chiesa, una pieve castrense, realizzata all’interno del castello Monaldeschi di Collelungo di Orvieto (cosi identificato all’epoca), avamposto di difesa orvietano sul corso mediano del Tevere alle porte del territorio tuderte.
L’affresco si scoprì in seguito al distacco dell’intonaco durante la celebrazione della messa il 24 aprile del 1829. Le testimonianze e le notizie manoscritte, conservate in archivio, furono firmate dall’allora parroco don Antonio Tei e da alcuni devoti, testimoni dell’evento.
Dalle descrizioni fatte dal sacerdote e dai presenti si evince che la scoperta della sacra immagine, fu definita prodigiosa. Si riporta, sempre nei testi, di guarigioni agli occhi e di alcuni fatti straordinari; e soprattutto che da quel giorno vi fu un crescere costante di interesse da parte di fedeli devoti della Sacra Immagine della Madonna della Luce, cosi chiamata a causa del cartiglio tenuto in mano dal Bambino Gesù che riporta il passo giovanneo “…Qui sequitur me non ambulat in tenebris…”, “…chi segue me non camminerà nelle tenebre…” (Vangelo di Giovanni 8,12). Conseguenziale fu il riferimento al vedere, da qui l’affidarsi a Maria come Madre della Luce e protettrice degli occhi. Veramente giovanneo il titolo attribuito alla Madre di Gesù, dal momento che proprio il quarto evangelista parla del “…vide e credette…” (Giov. 20,8) avvenuto al ritrovamento del sepolcro vuoto di Gesù da parte dei primi discepoli.
Al “giorno del prodigio”, del 24 aprile 1829, seguì un secolo di storia di devozione popolare ricca di particolari significativi. Si custodiscono sempre in archivio alcuni quaderni che narrano vari momenti legati alla prodigiosa immagine della Madonna della Luce. Preziosi ex-voto e ricordi, testimoniano l’affidamento e la gratitudine alla Santa Vergine da parte di diversi devoti.
Nella prima domenica di settembre del 1929 fu inaugurata la nuova chiesa, oggi Santuario, costruita dall’allora parroco don Salvatore Nucci e dalla famiglia Faina.
Il nuovo tempio servì per dare accoglienza alla Sacra Immagine distaccata dal muro originale dell’antica chiesa. Il caro don Salvatore Nucci si ammalò proprio durante la novena di preparazione per l’inaugurazione della nuova chiesa e dopo pochi giorni mori all’età di 44 anni. Oggi i suoi resti riposano all’interno del Santuario.
Negli anni trenta del secolo passato il Santuario fu frequentato dall’allora mons. Giovan Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Amico di famiglia di Igino Righetti e Maria Faina, mons. Montini, ebbe occasione di frequentare Collelungo e di conoscere la storia prodigiosa dell’immagine della Madonna della Luce. Interessanti furono i riferimenti in alcune sue lettere degli anni ‘60 indirizzate alla famiglia Righetti-Faina, nelle quali da pontefice, mons. Montini ricordava, affidandosi alla protezione della Madonna della Luce. “…di quella Luce, scrisse, ne ho tanto bisogno…”.
Nel 1984, Mons. Decio Lucio Grandoni, con decreto vescovile (can. 557-562 e 1232 del Cod. Dir. Can.) erige la chiesa parrocchiale di Collelungo a Santuario S. Maria della Luce.
Il 25 aprile del 1985 esce il primo numero del Semestrale S. Maria della Luce.
Il 2 ottobre del 1986 si realizza con la Congregazione delle Suore di Maria Bambina un “patto spirituale” per sigillare una collaborazione con il Santuario di Maria SS.Bambina custodito dalle religiose milanesi.
L’8 aprile del 1992 Mons. Decio Lucio Grandoni benedice Madre Grazia Fabioneri delle Clarisse Urbaniste di Orvieto e altre due suore dei monasteri di Spello e di Montalto Marche in partenza per Città del Messico. Qui la nuova comunità dà inizio al Monastero e Santuario de Nuestra Señora de la Luz e il 13 maggio del 2000 il vescovo di Città del Messico consacra la nuova chiesa.
Oggi, in quel monastero-santuario di missione, la Madonna della Luce è pregata e invocata da molti fedeli.
Nel 2000, Giovanni Paolo II, pellegrino ad Orvieto, nella Solennità del Corpus Domini menziona la Madonna della Luce tra le devozioni mariane più significative della Diocesi di Orvieto-Todi.
Presso il Santuario si conservano pregevoli pitture ed ex-voto che presto andranno a costituire una raccolta d’arte e di fede locale. Nell’antica parrocchiale si conservano preziosi affreschi, recentemente restaurati e uno stendardo del prof. Gino Frittelli di Firenze (1879-1950), l’ottavo della serie orvietana raffigurante il Miracolo Eucaristico di Bolsena. Nel 2003 viene stampato il 1° Calendario “POTENZA E CARITÀ DI DIO”.
Che la Vergine SS.ma della Luce benedica e protegga tutti!

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