Le prime notizie relative alla Chiesa della Pietrina e al suo castello risalgono al XIV secolo. Il castello della pietrina comprendeva le località limitrofe, e fu libero comune fino al 1774, anno in cui il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo lo aggregò al comune di San Gimignano. In seguito nel 1835 divenne parte del comune di Montaione, rimasto tale fino ad oggi.
Santuario e promontorio della Pietrina
Riconciliarsi con se stessi attraverso la bellezza. È quello che accade a ciascuno di noi se per qualche ora lascia i ritmi frenetici della vita quotidiana, segue la strada che da Iano porta al Palagio, e poi la stradina ripida che conduce al Santuario della Pietrina. Il colle della Pietrina è uno dei luoghi di Montaione più ricchi di suggestioni, nel quale si concentrano interesse storico, motivi devozionali, aspetti ambientali e paesaggistici che lo rendono unico.
Ci si può arrivare in automobile, ma andarci piedi è tutt’altra cosa. Camminare lentamente sulla salita ora aspra ora più dolce, in mezzo ai lecci e ai pini della Selva di Camporena, fermarsi di quando in quando ad ascoltarne il silenzio e poi ripartire verso il punto più alto, significa inoltrarsi in un mondo altro, immoto e senza tempo, e sentirsi pervasi dal bello. Ma l’emozione più grande ci attende una volta giunti alla sommità: una affaccio naturale sull’infinito si apre a mezzogiorno, offrendoci una vista a perdita d’occhio, che domina la Valdera e le sue dolci colline, con Volterra maestosa di fronte, la torre di Montecatini Val di Cecina più in lontananza a occidente, e forse, spingendo lo sguardo e il desiderio più in là, i riflessi del mare.
Sul colle sono ancora presenti i resti dell’antico castello della Pietra, la cui esistenza è attestata fin dal 1118. Più volte passato di mano dal Medioevo all’Età Moderna, il castello con l’annessa chiesa di S. Andrea costituì un Comunello che si estendeva a località vicine come Palagio, Casicello, S. Leonardo, sul quale hanno avuto giurisdizione nei secoli, prima Volterra, poi San Gimignano e Firenze, e solo in ultimo Montaione. Oggi del castello non restano che due torri dirute, mentre la chiesa ha avuto miglior sorte. Il piccolo Santuario ha legato in gran parte la propria storia a un dipinto, un polittico della seconda metà del XIV secolo, attribuito al senese Bartolo di Fredi, allievo di Simone Martini, realizzato quando il pittore era attivo nella vicina Volterra. Dell’opera resta oggi solo la tavola centrale, raffigurante una Madonna con Bambino che tiene in mano una mela, visibile in copia nella chiesetta, mentre l’originale è custodito nella Curia di Volterra per ragioni di sicurezza. Intorno alla Madonna della Pietrina, è maturata nei secoli una devozione diffusa, coltivata incessantemente dalla gente, che testimonia di come la dimensione del sacro abbia nutrito la vita, la cultura e l’identità di questi luoghi.
Oggi tale devozione si esprime soprattutto nella festa con solenne processione che qui si svolge l’ultima domenica di settembre.
L’immagine della Madonna, molto venerata dagli abitanti della Pietrina e di Montaione, venne rubata pochi anni prima della seconda guerra mondiale. In seguito venne ritrovata ed oggi è conservata presso la curia di Volterra, e riportata nel santuario della Pietrina solo in occasione della festa della Madonna della Pietrina o delle Grazie che si svolge l’ultima domenica di settembre.
Ma le sorprese della Pietrina non sono finite, perche un viottolo ben segnalato, invita a scendere sotto il livello del Santuario, per ritrovarsi ad attraversare un tunnel di vegetazione che quasi copre la vista del cielo. Percorrendolo ci si trova all’improvviso ai piedi di una impressionante parete di roccia, la Falesia Masso del Becco. Una superficie nuda, alta alcune decine di metri, costituita da affioramenti di quarziti e conglomerati di verrucano, formatisi quasi 250 milioni di anni fa. Una meraviglia della natura nella natura.