Una chiesa dedicata alla Madonna, nei pressi di Migliano, esisteva già nel XII secolo. L’oratorio, denominato “Ecclesia S. Mariae de Miliano”, viene infatti nominato in una Bolla di Papa Alessandro III datata 1168. Successive citazioni si hanno nel libro delle Decime del 1260 raccolte per la V Crociata e nell’elenco delle chiese soggette a Pieve Fosciana dell’anno 1387. Nella relazione del Visitatore Apostolico inviato dalla Santa Sede nella Diocesi di Lucca nel 1575, la chiesa è invece nominata come “S. Maria de Valiscione seu della Stella” (l´appellativo Valiscione deriva da una località sottostante).
Il primitivo oratorio, andato quasi completamente distrutto tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500, forse anche a causa dei continui conflitti fra Lucchesi, Estensi ecc. per la conquista della Valle garfagnina, fu in seguito ricostruito e nel 1661 gli furono apportate delle varianti, infatti, la chiesa fu ampliata ed orientata diversamente.
Grazie alle Visite Pastorali si hanno notizie certe fino all’anno 1782, secolo nel quale l’oratorio raggiunse un notevole splendore. Purtroppo, però, le varie Confraternite, Opere Pie ecc., in base ad una delle tante ordinanze applicative della legge sulle Manomorte, avrebbero dovuto pagare sedici anni di contribuzioni arretrate, per cui, almeno per quanto riguarda la Compagnia della S. Croce di Ceserana, non essendo in grado di sopportare un tale aggravio, il Governo centrale decise la soppressione dei beni ecclesiastici concernenti l’antico oratorio, che, per una più facile vendita a privati, non fu soltanto canonicamente soppresso ma anche demolito. I resti del vecchio oratorio e l’area circostante, dove campeggiavano ormai solo rovi e sterpi con qualche ciuffo d’erba, nel gennaio 1785 furono acquistati dalla famiglia Nardini di Fosciandora. Quattro anni dopo, il nuovo proprietario di quell’area, il Cav. Nicola Raffaelli di Fosciandora, che all’epoca viveva a Genova dove esercitava la professione di magistrato, decise di costruirvi una limonaia e un orto. Ma il 4 luglio 1798, nel corso dei lavori di demolizione dei ruderi, occultato dietro una piccola parete, miracolosamente tornò alla luce l’antico affresco, un affresco che risaliva al XIV secolo.
Quel rinvenimento non lasciò indifferente nè la popolazione locale e della valle circostante, nè il Raffaelli, che, in sintonia con i suoi famigliari, decise di costruire nello stesso luogo un nuovo oratorio sotto l’antico titolo di Maria SS. della Stella. I lavori iniziarono nell’aprile 1803 e, anche se già da parecchi anni nei giorni festivi si poteva partecipare alla celebrazione della S. Messa, l’inaugurazione e la benedizione della nuova chiesa, da parte del vescovo della Diocesi di Massa monsignor Francesco M. Zoppi, avvenne il 15 luglio 1827. Il primo cappellano al quale fu affidato l’oratorio e che per quasi trenta anni, fino alla sua morte, se ne occupò, fu Don Luigi Luti di La Villa.
Benchè fosse un oratorio privato, il desiderio dei restauratori, visto anche il crescente affluire di fedeli, fu sempre quello di farlo gestire in modo continuativo ad un Ordine religioso e lo storico fosciandorino Raffaello Raffaelli trattò con diversi istituti, che però, vista la totale mancanza di una via di comunicazione dal fondovalle con il luogo dove si trovava l’edificio, rinunciavano all’offerta. Fu il figlio Nicola che, dopo vari contatti, trovò dei religiosi disposti a salire fino a quell’oratorio. Si trattava di religiosi appartenenti all’Ordine dei Servi di Maria. Agli inizi, per le celebrazioni nei mesi di maggio e di settembre, abitarono nei dintorni dell’oratorio, poi, verso il 1890, scelsero di edificare nei suoi pressi un convento, ma costruitolo fino al primo piano, dopo aver officiato per quattro anni, decisero di trasferirsi in un luogo meno disagiato. Questi religiosi, per le sole funzioni di maggio e di settembre, furono sostituiti dai Padri Cappuccini di Lucca, ma anche loro dopo quattro anni rinunciarono e così il Raffaelli interpellò i Chierici Regolari della Madre di Dio. Questa Congregazione mariana acquistò tutto il complesso, comprendente il convento non terminato, l’oratorio e tutti i terreni di pertinenza, nel dicembre 1900. L’esecuzione dei lavori di ultimazione del collegio furono terminati nel settembre 1902 e dal giorno undici arrivarono i religiosi dell’Ordine della Madre di Dio. Ufficialmente la presa di possesso avvenne il 6 giugno 1903. In seguito, nel 1914, fu costruito anche il campanile.
Per celebrare degnamente il centenario dell’inaugurazione, nel dicembre 1925 fu costituito un Comitato, il quale decise la costruzione di una nuova facciata. I lavori, su progetto dell’architetto Gaetano Orzagli, presero il via nel maggio 1927. La facciata dell’oratorio fu abbellita da alcuni affreschi, tra cui gli stemmi dei diciassette Comuni della Garfagnana e dallo stemma di Barga, realizzati dal pittore Virgilio Scuffi di Firenze. Altri due affreschi, una alla destra e uno alla sinistra del finestrone centrale, commemoravano poi lo storico avvenimento dell’inaugurazione dell’oratorio del 4 luglio 1798 e l’inaugurazione del collegio del 6 giugno 1903. La cerimonia d’inaugurazione della nuova facciata, dopo il completamento di tutti i lavori, fu celebrata la domenica 28 settembre 1930. Esattamente quattro anni dopo, impreziosito dall’intarsio di 28 formelle in parte di tipo figurativo umano e in parte naturalistico/simbolico, fu realizzato anche un nuovo portale di legno.
Poi ci fu la Seconda Guerra Mondiale. Nel Comune di Fosciandora stazionarono soldati tedeschi e soldati dell’esercito della Repubblica Sociale di Salò. Furono sette lunghi mesi di fronte, con molte vittime civili e distruzioni di abitati. Anche il Santuario di Maria SS. della Stella, nonostante fosse segnalato che fungeva da infermeria di primo intervento, in seguito ai cannoneggiamenti degli Alleati anglo-americani subì danni ingenti. Le riparazioni per i danni inferti sia all’oratorio sia al collegio, anche se onerose, furono portate a termine in un tempo abbastanza breve, specialmente se si considera che i militari tedeschi avevano fatto saltare il ponte sul fiume Serchio, unica via di collegamento con la strada di fondovalle.
Nel novembre 1948 iniziarono anche i lavori di restauro dell’antico affresco della Madonna.
I lavori terminarono l’anno successivo e da allora può essere ammirato al di sopra dell’altare maggiore. Nel 1952, poi, la sacra immagine fu incoronata. La corona, realizzata dall’orafo Gardesani di Bologna, fu benedetta e deposta sul capo dell’effige dal Cardinale Piazza delegato vaticano.
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